Il gruppo parlamentare europeo della “Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica” (GUE/NGL, che riunisce gran parte degli eurodeputati dei partiti comuinsti e socialisti di sinistra) ha organizzato una “Conferenza per la Pace” intitolata “C’è un’alternativa – No alla NATO”, che si è tenuta tra il 2 e 3 giugno scorso nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles.
All’evento ha partecipato la presidentessa del Consiglio Mondiale della Pace, Socorro Gomes, esponente del Partito Comunista del Brasile, la quale ha dedicato il proprio discorso al tema della militarizzazione dell’Europa e del ruolo della NATO quale strumento dell’imperialismo nelle aggressioni contro i popoli.
Il suo intervento è iniziato sciorinando alcuni dati relativi alla spesa militare mondiale. Nel 2015, secondo una relazione divulgata in aprile dall’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, il 2,3% del PIL mondiale è stato speso per il settore militare. Nello specifico globalmente si son spesi 1’700 miliardi di dollari, registrandosi quindi un aumento. Gli Stati Uniti, che sempre guidano la classifica, hanno speso 595 miliardi di dollari, più del doppio della seconda classificata, la Cina con i suoi 215 miliardi di dollari.

Approfondendo, si scopre che i membri della NATO per contratto devono devolvere il 2% del PIL nazionale al settore militare, tutto ciò in controtendenza verso le aspettative dei cittadini, che si sono mobilitati per tagliare la spesa per la difesa, con l’intento di investire le risorse prelevate in settori sociali fondamentali. Peccato che ciò non giunge alle orecchie dei leader della NATO, i quali si sono complimentati con 16 stati membri dell’organizzazione che si sono opposti ai tagli, addirittura aumentando la spesa per il settore militare. Socorro Gomes fa giustamente notare come in una situazione di crisi sociale ed economica, con paesi europei che raggiungono il 20% di disoccupazione, tutto ciò va a scapito dei cittadini, dei loro diritti e delle loro conquiste sociali. Il trend avviene pure negli Stati Uniti, paese in cui la povertà ha raggiunto picchi particolarmente alti, senza che questo frenasse la spesa militare. La relatrice è coincisa e diretta: “la priorità sembra essere, oltre ai salvataggi delle banche, la manutenzione di questa macchina imperialista”.
Inoltre, si scopre che i paesi membri della NATO hanno un contratto indiretto con il complesso dell’industria militare: il 20% del montante concordato deve essere destinato all’investimento massiccio in attrezzature, inclusi la ricerca e lo sviluppo. A guadagnarci soprattutto sono le aziende militari americane e israeliane, quest’ultime, ree della morte di quasi 2’000 persone a causa dell’offensiva contro la Fascia di Gaza nello scorso anno, nel 2015 hanno venduto 1,6 miliardi di dollari in armi e altri equipaggiamenti in Europa. Un’altra volta Socorro Gomes è coincisa e diretta: “(…) la situazione del popolo palestinese è sempre più condannata dal Parlamento Europeo. Intanto il potere delle relazioni militari fa sì che la macchina da guerra imperialista e l’occupazione criminale sionista della Palestina vada avanti a braccetto”.

Successivamente, l’ospite, citando i fatti recenti europei, ha criticato non solo la narrativa allarmistica, che promuove politiche di eccezione, che minacciano i diritti civili e politici, ma pure i muri eretti in Europa e negli Stati Uniti e le politiche elaborate da tecnocrati e xenofobi, spinti da un movimento conservatore e fascista crescente. La crisi dei rifugiati, fa notare la relatrice, nasce pure dalle ingerenze e le destabilizzazioni provocate dalle politiche imperialiste degli Stati Uniti e dei suoi alleati europei. Tra le critiche alle chiusure delle frontiere di stati europei, cita pure il controverso accordo UE-Turchia di rimpatrio dei rifugiati in cambio di soldi e l’eventuale adesione del paese all’UE, ricordando che si è fatto un accordo con un governo conservatore che sta dietro a gran parte del caos originatosi in Siria. Per Socorro: “sono esempi di come dobbiamo continuare a denunciare l’astuzia delle potenze egemoniche e dei loro giochetti geopolitici velati sotto un discorso di sicurezza e difesa”.
Il discorso dell’ospite passa poi ad una analisi della NATO, la quale propaganda che le sue “missioni e operazioni” contribuiscono a tre compiti essenziali: difesa collettiva, gestione di crisi e sicurezza cooperativa, oltre alla promozione della pace e sicurezza internazionale. Questo è il discorso di una macchina da guerra anacronistica che necessita di reinventare pretesti per continuare ad esistere, consolidando una politica internazionale di minacce e dissuasioni, invece di cooperazione e rispetto di sovranità dei popoli. Socorro Gomes cita il caso delle aggressioni in Bosnia nel 1995, dei 70 giorni di bombardamenti contro l’ex Jugoslavia nel 1999, come esempi del suo modo di operare, che ancora oggi ha lasciato strascichi in Serbia, come pure il fatto che truppe della NATO continuano ad essere presenti nella provincia serba del Kosovo, 17 anni dopo, portando avanti la politica di frammentazione. Citate vengono anche le guerre in Afghanistan, in Libia quali prove di come questi interventi hanno provocato destabilizzazioni e distruzione di nazioni e paesi interi in nome della sicurezza internazionale e delle azioni “umanitarie”.

La relatrice trova, inoltre, preoccupante che nel 2008 si sia affermato che l’ONU e la NATO coopereranno insieme per la salvaguardia della pace internazionale. Secondo la Gomes l’operato dell’organizzazione militare è incompatibile con i principi fondamentali della Nazioni Unite: è “un affronto all’umanità che investe la sua fiducia verso l’ONU quale forum internazionale per la promozione della pace, del rispetto della sovranità dei popoli e dei loro diritti umani”.
Per questi motivi, il Consiglio Mondiale della Pace ha promosso una campagna di mobilitazione internazionale per la dissoluzione di questa macchina da guerra, che si concentrerà principalmente attorno al prossimo incontro dell’alleanza atlantica che si terrà a luglio a Varsavia.
Terminando, l’ospite ha denunciato i crimini commessi in Jugoslavia, in Afghanistan, in Libia, in Iraq, tra cui l’uso di armi tossiche contenenti uranio impoverito o fosforo bianco, e la considerazione delle armi nucleari quali parte fondamentale della propria strategia di difesa, invitando la mobilitazione dei popoli e delle organizzazioni sociali e politiche che difendono la pace, la giustizia sociale e il progresso affinché la NATO venga sciolta.
Stefano Araújo da Costa