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Nuove contraddizioni fra NATO e Turchia: i comunisti difendono la sovranità nazionale

Il 24 maggio 2025 a Edirne, in Turchia, si terrà una manifestazione contro le esercitazioni della NATO in programma in Grecia dal 26 maggio al 9 giugno 2025. L’evento è stato organizzato dal Vatan Partisi, un partito della sinistra patriottica di tradizione post-maoista, e dall’Unione della Gioventù di Turchia (TGB), uno dei più importanti sindacati studenteschi turchi ideologicamente vicino al kemalismo. La manifestazione inizierà davanti alla Moschea Vecchia di Edirne e vedrà Doğu Perinçek, leader storico della sinistra rivoluzionaria turca, tenere un comizio.

La NATO vuole provocare un incidente con la Turchia?

I promotori della protesta denunciano non solo, in generale, la politica imperialista e guerrafondaia della NATO, ma anche l’affronto nazionale di cui è vittima Ankara: pur essendo infatti la Turchia membro della NATO, essa non è stata invitata a partecipare alle esercitazioni che l’Alleanza atlantica organizza mobilitando 12mila soldati proprio a pochi chilometri dai confini turchi. Questa strana situazione, letta come una provocazione, ha sollevato molte preoccupazioni fra gli addetti ai lavori: la NATO sembra infatti voler far a meno del suo secondo esercito più potente. Ankara è infatti sempre meno allineata ai diktat atlantici e ha rifiutato le sanzioni contro Mosca. Non è infatti un mistero che il governo di Recep T. Erdogan abbia canali preferenziali sia con la Russia sia con la Cina, mentre le relazioni con l’UE, gli USA e Israele si sono incrinate.

“Usciamo dalla NATO!” tuona lo striscione del Vatan Partisi.

Perinçek: “Il popolo turco si svegli e sfidi la NATO!”

Il Vatan Partisi ha lanciato un appello, invitando i cittadini a “non dormire” e a unirsi alla manifestazione per “sfidare la NATO” e denunciare le esercitazioni militari vicino ai confini turchi. Doğu Perinçek ha dichiarato sui social media che “la NATO sta mirando alla Turchia”: le sue “bocche da fuoco sono rivolte verso il nostro Paese”. Oltre a ciò il leader comunista ha accusato la NATO di aver armato il PKK curdo per balcanizzare il Paese con la scusa della questione etnica. I giovani di TGB dal canto loro hanno annunciato il loro sostegno alla manifestazione, ricordando l’antefatto storico del 1968, quando gli studenti turchi scesero in piazza contro la presenza della Sesta Flotta statunitense nel Mediterraneo. Il sindacato studentesco ha dichiarato: “non consentiremo alcun accumulo di forze nemiche ai nostri confini e ci opporremo fermamente a qualunque azione della NATO che minacci la sicurezza e la sovranità della Turchia”. Fra gli altri manifestanti vi sarà anche la professoressa universitaria Tülin Oygür, presidente dell’Associazione delle Donne Repubblicane, un sodalizio femminile che si ispira direttamente al fondatore della Repubblica Mustafa Kemal Atatürk.

Anche il sindacato studentesco TGB chiama alla protesta.

Okuyan: “La NATO si sta frammentando al suo interno”

Anche i marxisti-leninisti del Partito Comunista di Turchia (TKP) sono preoccupati, anche se non saranno in piazza con il Vatan Partisi. In una nota resa pubblica dal segretario del TKP Kemal Okuyan si ammette che “non si deve pensare che i membri della NATO siano al sicuro”… dalla NATO stessa, poiché “la sovranità finisce per appartenere incondizionatamente alla NATO e tutto viene consegnato agli Stati Uniti, che trattano le basi NATO come se fossero il proprio territorio”. La NATO – spiega sempre il TKP – è un’organizzazione “criminale e terroristica che non ha portato altro che guerra e devastazione all’umanità. È condannata dalla storia, insieme a tutte le sue istituzioni e affiliati, e si è guadagnata il profondo risentimento di persone in tutto il mondo. Rappresenta una minaccia non solo per chi vive oltre i suoi confini, ma anche per le classi lavoratrici dei suoi Stati membri. Oggi, questa alleanza in decadenza si sta anche frammentando al suo interno, mettendo a nudo le divisioni tra ipocrite potenze imperialiste e segnalando al mondo che potrebbero verificarsi giorni ancora più bui”.