Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) invita la popolazione a mobilitarsi contro la crescente militarizzazione della Svizzera e a partecipare alla manifestazione “Sì alla Pace – No alla NATO”, che si terrà sabato 15 marzo alle 14:30 in Largo Elvezia a Bellinzona.
In un periodo in cui il governo svizzero sceglie di destinare sempre più fondi all’esercito a scapito dell’istruzione pubblica, è fondamentale far sentire la voce di studenti, apprendisti e cittadini preoccupati per il futuro del nostro Paese.
Negli ultimi anni l’esercito svizzero ha rafforzato in modo preoccupante la sua cooperazione con la NATO. Questa deriva non solo contraddice la tradizionale politica di neutralità della Confederazione, ma rischia anche di trascinare il nostro Paese in logiche militari che non ci appartengono. Dalla partecipazione a esercitazioni congiunte fino agli accordi di collaborazione sempre più stretti, passando per l’acquisto degli aerei da guerra statunitensi F-35, l’indipendenza della Svizzera viene progressivamente erosa.
Allo stesso tempo, il Consiglio Federale propone di aumentare in modo significativo il budget destinato all’esercito, portandolo ben oltre i 7 miliardi di franchi entro il 2030. Questa scelta avviene mentre si prospetta un drastico aumento delle tasse universitarie, rendendo l’istruzione terziaria sempre meno accessibile ai giovani provenienti da famiglie meno abbienti. Come se non bastasse, il Consiglio federale intende estendere l’obbligo di leva anche alle donne. L’arruolamento massiccio del personale femminile comporterebbe un drastico incremento degli effettivi di un esercito già oggi sovradimensionato, con un conseguente aumento delle spese che graverebbero su una popolazione sempre più impoverita. Estendere il raggio di coscrizione dell’esercito non ha nulla a che vedere con la tanto sbandierata “parità di genere”, ma risponde unicamente alle pressioni della NATO, che esige dai suoi partner un numero sempre maggiore di soldati da sacrificare nelle proprie avventure guerrafondaie. Non dimentichiamo, infatti, che il comandante dell’esercito, Thomas Süssli, intende inviare ben 200 soldati svizzeri in Ucraina. Invece di investire nella formazione, nella ricerca e nel futuro delle nuove generazioni, si preferisce investire miliardi di franchi nella spesa bellica, alimentando una corsa agli armamenti voluta dalla NATO e dall’UE che non risponde ai veri bisogni della popolazione svizzera.
A peggiorare la situazione, il parlamento ha recentemente deciso di inasprire i criteri di accesso al servizio civile, rendendo più difficile per i giovani scegliere un’alternativa alla leva militare. Questa riforma mira chiaramente a disincentivare il servizio civile, favorendo così il reclutamento militare e limitando la libertà di scelta dei cittadini. Invece di riconoscere il valore sociale del servizio civile, i partiti di centro-destra vogliono preservare un modello militare obsoleto e sempre più costoso.
Per queste ragioni, il SISA invita tutte e tutti a scendere in piazza per ribadire un chiaro messaggio: vogliamo un futuro di pace, investimenti nell’istruzione e una Svizzera realmente neutrale! Appuntamento sabato 15 marzo alle 14:30 a Bellinzona!