Stop alle politiche dei ladri di latte!

Il neoliberismo si concepisce anche con l’austerità, ma non solo, non si tratta mai di misure neutre, né di uno strumentario semplicemente contabile, il neoliberismo è una cultura.  

Come tale è stata propagata tramite un vettore: la violenza. 

Il primo esperimento di formazione dello Stato neoliberale, vale la pena ricordarlo, si è verificato in Cile dopo il colpo di Stato di Pinochet nell’altro 11 settembre, quello del 1973. Non è un fatto lontano e avulso dal nostro contesto: lo stretto legame è stato bensì ribadito a Lugano nel 2009, quando l’Associazione liberisti ticinesi aveva invitato, per una conferenza sulla finanziarizzazione delle pensioni, il Ministro del Lavoro del governo Pinochet José Pinera.

In Argentina, durante la dittatura del generale Jorge Videla (1976-1981), su consiglio dei “Chicago Boys” – economisti liberali formatisi all’Università di Chicago e influenzati da Milton Friedman e Arnold Harberger – vennero introdotte con disciplina militare l’apertura del commercio, la deregolamentazione finanziaria e la privatizzazione delle imprese pubbliche. Queste misure non “liberarono” l’Argentina, ma distrussero il suo tessuto sociale e industriale.

Dall’altra parte Atlantico veniva eletta Primo Ministro della Gran Bretagna Margaret Thatcher, incaricata di limitare il potere dei sindacati e di porre fine alla misera stagnazione inflazionistica che aveva avvolto il Paese nel decennio precedente. 

Poi, nel 1980, Ronald Reagan fu eletto Presidente degli Stati Uniti e, insieme al presidente della Federal Reserve Volcker, portò avanti un’agenda per frenare i diritti del lavoro, deregolamentare l’industria, l’agricoltura e l’estrazione delle risorse e sguinzagliare i poteri della finanza sia all’interno che sul palcoscenico mondiale. Da questi diversi epicentri gli impulsi repressivi hanno raggiunto molti altri paesi, dove anche la devastazione della guerra ha fatto da anticamera del neoliberismo.
Il copione è lo stesso: la precondizione necessaria per il neoliberismo è l’indebolimento (come in Gran Bretagna e negli Stati Uniti), l’aggiramento (come in Svezia), o la distruzione totale (come in Cile) dei diritti del lavoro. La stigmatizzazione del ruolo dello Stato e della sua importanza, la celebrazione della mano invisibile (che sappiamo però fare l’interesse di una sola classe economica), la “necessità di fare sacrifici”, sono principi già risuonati più volte nell’aula del Gran Consiglio ticinese. 

Sappiamo di non trovarci (ancora) tra i regimi neoliberisti più spregiudicati, tuttavia il Consiglio di Stato ha già deciso di aderire alla Mont Pelerin Society, e si comporta più come la Thatcher dei primi tempi, che nel 1971 decise di interrompere la fornitura di latte agli alunni delle scuole medie che in tutta risposta cantavano “Thatcher, Thatcher, milk snatcher!”, ovvero ladra di latte. 

Insomma, basta alle politiche dei ladri di latte! 

Lea Ferrari

Lea Ferrari (1991) è agronoma di formazione e municipale a Serravalle in quota Partito Comunista. Dal 2019 è deputata al parlamento del Canton Ticino. E' attiva pure nell'Associazione per la difesa del servizio pubblico.