Molto interessante conoscere, come ho avuto occasione durante il viaggio in Cina dei primi di luglio 2024 tra Pechino, Xiongan, Shijiazhuang e Wuhan, i percorsi di selezione dei politici a livello locale e nazionale. Per quanto concerne le realtà cittadine, esse sono suddivise in quartieri e in sottogruppi più piccoli, gli eletti del popolo hanno l’obbligo di visitare una volta al mese tutti i cittadini delle aree di loro pertinenza, raccogliere stimoli, proposte e segnalazioni, procedere redigendo per le istanze amministrative superiori ampia e documentata relazione su quanto raccolto dalla viva voce dei cittadini e procedere dove possibile a mettere in moto i meccanismi per la realizzazione di quanto richiesto, dalle mense popolari di quartiere a nuovi spazi verdi pubblici, o ancora proponendo accorgimenti e modifiche per i mezzi di trasporto pubblici. Interessante osservare che la selezione di questi politici avvenga attraverso assemblee di quartiere pubbliche a cui è invitata tutta la cittadinanza, in cui vengono proposte e formulate le candidature, per poi procedere con l’elezione da parte dei cittadini stessi dei propri rappresentanti locali. I politici che non assolvono con merito ai loro compiti in questa prima istanza locale terminano la loro attività politica istituzionale: potranno proseguirla nei singoli partiti che formano la coalizione del Fronte Popolare, ma senza incarichi connessi con il lavoro amministrativo locale e nazionale, non potranno dunque mai accedere ai livelli successivi della rappresentanza politica. Infatti gli amministratori cittadini, regionali e nazionali vengono selezionati sulla base delle capacità e dell’impegno, attraverso elezioni sul modello jugoslavo entrato in vigore nel 1974, ovvero con l’elezione da parte degli amministratori locali del livello inferiore e di quello superiore, in ogni caso – per tutti i livelli – dopo pubblica assemblea di presentazione della candidatura alla cittadinanza. Il Partito Comunista di Cina ovviamente si riserva di proporre ai dirigenti delle grandi aziende pubbliche e private, agli uomini di scienze e di lettere, a tutte e tutti coloro che eccellono nella loro professione e nel loro campo, ai lavoratori esemplari delle fabbriche e delle campagne, ovvero a tutte e tutti coloro che siano portatori di un sapere specifico universalmente riconosciuto e apprezzato, di aderire al Partito stesso e anche di entrare nelle amministrazioni locali, regionali, così come di diventate deputati dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Da tutto ciò si evince che in Cina non si pratica un sistema di partecipazione alla vita politica fondato sul denaro, come in Occidente, in cui chi più ha, o più è sovvenzionato da potenti lobby, diventa pubblico amministratore e deputato, bensì si opera con una forte selezione che porta a emergere le persone più preparate e più disinteressatamente pronte ad agire nel pieno e totale interesse dei cittadini.
Chi voglia in ogni caso aderire al Partito Comunista di Cina, deve attendere prima di tutto un anno dalla richiesta, in cui si procede osservando e informandosi sul candidato, poi per alcuni anni deve procedere con esami e verifiche trimestrali nelle quali deve presentare scritti relativi agli argomenti studiati e approfonditi: solo alla fine di questo lungo percorso potrà diventare membro dell’organizzazione comunista. Tutte e tutti coloro che per qualsiasi ragione non abbiano assolto a un eccellente percorso scolastico, non assolvano al loro lavoro con pieno riconoscimento delle loro qualità e generale apprezzamento dei colleghi e dei superiori non possono sperare di essere accolti nel Partito.
Il Partito Comunista di Cina, che potrebbe tranquillamente permettersi di costruire un partito di massa, preferisce invece essere un partito di quadri, seppur numerosi, essendo gli iscritti cento milioni su un miliardo e quattrocento milioni di cittadini, ovvero una o un cittadino ogni quattordici. Se poi si conta l’organizzazione giovanile dai 15 ai 28 anni, ovvero gli ottanta milioni della Lega della Gioventù Comunista Cinese, quasi uno ogni sette. Rispetto ai Pionieri, con ben centoquaranta milioni di iscritti, tutte e tutti coloro che frequentano la scuola tra i 6 e 14 anni, l’adesione alla Lega della Gioventù Comunista Cinese è su base volontaria e i giovani comunisti hanno obblighi superiori rispetto ai loro compagni di studio e di lavoro, con il dovere di informarsi, di mostrare disciplina ed eccellenza, tanto negli studi, quanto nel lavoro, quindi animando tutte le attività promosse dalla Lega stessa nella scuola o nel luogo di lavoro.
Gli incontri avuti, nelle università, presso industrie farmaceutiche e tecnologiche, presso istituti di ricerca hanno tutti confermato la grande tensione verso un miglioramento scientifico e tecnologico, una spinta al rinnovamento e all’eccellenza, una generale tensione a migliorarsi e superare con grande determinazione e unità di intenti tra Partito Comunista, giovani, lavoratori e cittadini, la difficile congiuntura che vede disarticolarsi la collaborazione tra Cina e Occidente, imponendo ai cinesi di proseguire in forma autonoma il cammino verso un futuro assolutamente ecologico e rispettoso dell’ambiente naturale, così come capace di vincere la sfida per i più affascinanti traguardi innovativi, nei macchinari, nei mezzi di trasporto, sul fronte digitale, così come in quello aerospaziale, come nei campi architettonici e ingegneristici, con avventurose innovazioni davvero incredibili per scelta e invenzione di nuovi materiali, di nuovi progetti e nuove strumentalità al servizio dell’uomo.
Vi è stato, è vero, nei mesi passati un forte rallentamento dell’edilizia, ma senza contraccolpi tanto per i lavoratori del settore, quanto per il fondamentale diritto all’abitare dei cittadini cinesi, anzi con una capacità di impedire ricadute negative sui risparmi dei cinesi, anche attraverso la trasformazione di una parte di queste opere in residenze popolari, una grande azione politica ed economica volta alla coesione sociale e che sta rilanciando, sotto il vigile controllo dello stato e con il contributo dello stesso, il compimento di tante opere le cui gru sono restate, pinnacoli protesi verso il domani, ferme per svariato tempo in attesa del superamento delle difficoltà appunto sopravvenute nel settore.
Da ultimo da sottolineare in tutte le interlocuzioni avute il convinto impegno per l’edificazione di una sempre più compiuta società socialista, una forte tensione verso l’uguaglianza, da costruirsi con la pazienza di chi sa che essa è impossibile senza un inesorabile e necessario accrescimento delle forze produttive, la creazione in Cina e nel mondo di una convivenza tra popoli e culture serena e rispettosa, a livello internazionale improntata alla piena affermazione di un mondo multipolare e di pace.