Hassan Nasrallah, leader del movimento sciita e anti-sionista “Hezbollah” attivo in Libano, ha accusato la Repubblica di Cipro – cioè la parte meridionale dell’isola, di cultura greca e membro dell’Unione Europea – di consentire al regime di Israele di utilizzare i suoi aeroporti e le sue basi per l’addestramento militare delle forze armate impegnate nel genocidio ai danni del popolo palestinese. Nasrallah non solo ha affermato che “non ci sarà alcun posto sicuro dai nostri missili e dai nostri droni” in Israele nel caso di una guerra più ampia, ma ha soprattutto minacciato il governo cipriota (e quindi l’UE) di ritorsioni da parte della resistenza libanese: “il governo cipriota deve essere avvertito che aprire gli aeroporti e le basi cipriote al nemico israeliano per colpire il Libano significa che il governo cipriota è diventato parte della guerra e la resistenza affronterà la situazione come parte della guerra”, ha affermato con determinazione Nasrallah, che in gioventù era attivo fra i comunisti.
A Nicosia comanda la Corona inglese, non il popolo cipriota!
Il presidente cipriota Nikos Christodoulides si ostina a negare qualsiasi insinuazione riguardo a uno schieramento di Cipro nel conflitto. Non la pensa così però l’opposizione interna di sinistra. Dal canto suo, infatti, l’Iniziativa Comunista di Cipro (CIC) – una piccola organizzazione marxista-leninista sorta pochi mesi fa e sostenuta dal vicino Partito Comunista di Grecia (KKE) – ha preso posizione definendo le dichiarazioni di Nasrallah come “fondate”, chiedendo di conseguenza al governo sudcipriota di “porre fine a ogni cooperazione con Israele e di smettere di facilitare la leadership di Netanyahu nella guerra di Gaza”. La risoluzione della CIC – intitolata “Cipro è direttamente coinvolta nel massacro di Gaza: ogni cooperazione con Israele deve cessare” – recita in particolare: “il governo di Christodoulidis (così come i precedenti) è complice del crimine e partecipa al massacro e al genocidio del popolo palestinese a Gaza” e continua constatando che Cipro Sud non solo fornisce strutture a Israele (aeroporti, porti, ecc.) ma consente anche di svolgere esercitazioni militari dell’esercito israeliano sul suolo cipriota e favorisce l’addestramento congiunto dei soldati greco-ciprioti con quelli sionisti, con tanto di ufficiali dell’esercito cipriota addestrati da Israele sulla base di accordi ufficiali siglati fra i due governi. La CIC avverte i ciprioti del fatto che, accettando di seguire la linea dell’attuale governo, si “sta trascinando il nostro popolo lungo un percorso di terrore e distruzione”. Non mancano peraltro le manifestazioni di protesta presso le basi britanniche che, secondo la propaganda ufficiale, dovrebbero fungere da intermediarie fra l’esercito turco che controlla la parte settentrionale dell’isola e quello filo-greco della parte meridionale, ma che nella realtà sono la continuazione della politica imperialista inglese.
AKEL: quello di Israele è un genocidio!
Il Partito Progressista del Popolo Lavoratore (AKEL), uno dei partiti comunisti più organizzati nell’UE, ma considerato come più moderato e aperto alla socialdemocrazia rispetto al CIC, non è meno severo nei confronti del governo di Nikosia. In una nota stampa AKEL dichiara infatti che “il diritto internazionale e gli interessi del nostro Paese impongono di non essere in alcun modo coinvolti nella guerra israeliana a Gaza”. L’AKEL ha sostenuto “fin dal primo momento e continua a sostenere la posizione secondo cui Cipro non deve avere nemmeno il minimo coinvolgimento nella guerra israeliana a Gaza, che costituisce un genocidio commesso contro i palestinesi, ma deve denunciarla esplicitamente e allinearsi alle posizioni espresse dalle Nazioni Unite. Questo è ciò che dettano il diritto internazionale e la morale elementare, ma anche gli interessi e la sicurezza del nostro paese e del nostro popolo. Inoltre, la Repubblica di Cipro deve esprimere urgentemente al governo britannico la totale opposizione del nostro paese all’uso delle basi britanniche per qualsiasi coinvolgimento in operazioni militari nella regione”.
In effetti, secondo i trattati internazionali le autorità britanniche devono richiedere l’approvazione della Repubblica di Cipro per l’uso delle proprie basi da parte di qualsiasi Stato terzo al di fuori del Commonwealth”, com’è appunto il caso di Israele. Evidentemente Cipro Sud soffre di una sovranità nazionale traballante e il primo a non riconoscerla è re Carlo III.