Lo avevamo detto: la tattica del voto utile non serve a nulla. I risultati di queste elezioni europee lo hanno dimostrato per l’ennesima volta. La sinistra socialdemocratica ed ecologista (tranne in alcuni casi) ne esce generalmente sconfitta, mentre la destra nazionalista (che a parole si oppone all’Unione Europea e alla NATO) è cresciuta. Prima di esprimere qualche considerazione al riguardo, ci teniamo ad elencare alcuni risultati positivi, che in quanto giovani comunisti dobbiamo tenere a mente e mettere in luce:
- In Repubblica Ceca l’alleanza promossa dal Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) cresce e ottiene 2 seggi con il 9.6% dei voti. Il KSCM negli ultimi anni si è particolarmente profilato nelle proteste di piazza contro il sostegno militare ed economico della Repubblica Ceca all’Ucraina;
- In Portogallo, nonostante un risultato in calo, il Partito Comunista Portoghese (PCP) ottiene un seggio con il 4.1% dei voti;
- In Francia, La France Insoumise ottiene 9 seggi (+4) con il 9.9% dei voti;
- In Germania, il Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), nato da poco in seguito alla fuoriuscita di quest’ultima dalla Linke (che si è ormai appiattita sul piano ideologico su posizioni sempre più liberal ed infatti è in estremo calo dal punto di vista elettorale), ottiene 6 seggi con il 6.2% di voti alle sue prime elezioni europee. Il BSW si caratterizza per la sua politica a favore dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori e in opposizione all’UE e alla NATO come pure al sostegno della Germania all’Ucraina;
- In Belgio, il Partito del Lavoro del Belgio, che pur essendo su posizioni apparentemente più moderate rispetto a un tempo resta di orientamento marxista e coerentemente opposto sia alle politiche di austerità promosse dall’UE sia alla corsa al riarmo, ottiene 2 seggi con un totale di circa l’11% dei voti;
- In Grecia, il Partito Comunista di Grecia, di cui non condividiamo le analisi e la condotta sul piano della politica internazionale, dimostra tuttavia una profonda coerenza nell’opposizione all’UE e alla NATO come pure di avere un solido ancoraggio alla classe operaia, ottenendo 2 seggi con il 9.3% dei voti;
- In Slovacchia, il Partito Direzione – Socialdemocrazia del Premier Fico (che recentemente ha subito un attentato), noto per le sue posizioni euroscettiche, è cresciuto elettoralmente ottenendo 5 seggi con il 24.8% dei voti;
- In Finlandia, l’Alleanza di Sinistra, Partito fondato nel 1990 anche dal Partito Comunista Finlandese e che recentemente si è opposto all’adesione della Finlandia alla NATO, è cresciuto fino al 17.3% dei voti, ottenendo così 3 seggi.
Detto ciò, i risultati di queste elezioni europee dimostrano che la tattica del voto utile è controproducente. Proponiamo qui di seguito nuovamente qualche considerazione:
1) Profilando la propria politica unicamente in opposizione al presunto pericolo della “destra fascista”, la pseudo-sinistra socialdemocratica ed ecologista europea, colpevole di aver spesso portato avanti drastiche politiche neoliberali e aver privatizzato i servizi pubblici tanto quanto la destra borghese, favorisce in realtà proprio la crescita proprio della destra più radicale che si maschera con una finta socialità e vicinanza ai ceti popolari. I partiti riformisti che seguono le mode rosso-verdi
infatti non hanno più seri programmi politici volti a risolvere i veri problemi della classe lavoratrice e degli studenti e rifiutano di tutelare la sovranità nazionale piegandosi ai diktat europeisti. I risultati delle elezioni europee hanno però dimostrato che opporsi all’UE e alla NATO porta praticamente sempre a risultati positivi;
2) Dal momento in cui i socialdemocratici e gli ecologisti non parlano dei temi che contano preferendo perdersi via in questioni secondarie e di costume, l’elettorato che dovrebbe costituire la base tradizionale della sinistra guarda a quei partiti che invece lo fanno. E purtroppo trovano quindi nella destra nazionalista il loro punto di riferimento. In quanto giovani comunisti sappiamo però che questi partiti sfruttano dei temi giusti come l’opposizione all’UE per promuovere delle politiche razziste e liberiste, che in ultima istanza non miglioreranno le condizioni di lavoratori e studenti, bensì servono a difendere gli interessi della grande borghesia;
3) È legittimo chiedersi quanto a lungo questa destra nazionalista continuerà a fingere di opporsi all’UE e a difendere la sovranità del proprio Paese. Il caso italiano, con Giorgia Meloni che da «sovranista» è diventata la prima sostenitrice della sottomissione agli USA e alla NATO (ed in realtà persino all’UE), dimostra la reale natura della destra nazionalista, sempre ambigua e opportunista;
4) Di fronte a questo scenario, i risultati della sinistra anti-UE e anti-NATO sopra elencati danno un minimo di speranza. Bene ha fatto ad esempio il BSW a costruire un’alternativa di sinistra che in futuro possa contendere il monopolio del dissenso all’AFD. In Svizzera dobbiamo fare tesoro di questi risultati e capire quindi che è venuto il momento di intensificare la lotta di sinistra per la neutralità e per la sovranità del nostro Paese. Mobilitiamoci quindi nella Gioventù Comunista, nel Partito Comunista e anche nella nuova associazione No UE – No NATO!