V’è un largo consenso nell’opinione pubblica sull’utilità e la necessità di aumentare la produzione elettrica con energie rinnovabili: sono un potenziale indigeno che sarebbe peccato non sfruttare. Non occorre nondimeno nascondere che esistono dei problemi in termini di sistema elettrico complessivo. In Svizzera il potenziale idroelettrico è già quasi tutto sfruttato. Sole e vento sono energie diffuse e poco “dense”: per unità di energia prodotta occorrono ampie superfici, non sempre facili da reperire e che provocano sovente opposizioni, segnatamente l’eolico. Per unità di energia prodotta occorre mobilitare molti minerali e metalli, con impianti di durata relativamente breve (circa 3 decenni), e questo a prescindere dal problema delle “terre rare”. Dopo 3 secoli di estrazioni intense e crescenti, una disponibilità sufficiente ed economica di queste materie prime non è garantita a medio termine. In casa nostra le miniere non le vogliamo, i giacimenti disponibili sono sempre più difficili da raggiungere, occorre scavare sempre più in profondità, il loro contenuto di materia utile sempre decrescente. D’altronde per la loro estrazione si ricorre alle energie fossili e spesso anche per la loro lavorazione. Per questi materiali non disponiamo di risorse locali, sono tutti di importazione.
Un sistema energetico nazionale completo, basato sulle ER, pone notevoli problemi di funzionalità. Produzione e consumo devono sempre coincidere, mentre le ER non sono pienamente pilotabili. Se mancano contemporaneamente sole e vento in un momento di forte consumo il rischio di produzione insufficiente non è da escludere. In Svizzera abbiamo la fortuna di avere montagne dove l’acqua può essere stoccata e utilizzata quando occorre, a volontà (o quasi). Infatti l’idroelettrico è pure soggetto ad oscillazioni non controllabili. Nel 2022-2023 v’è stato un periodo di lunga siccità: nel 2022 AET ha prodotto il 40% in meno di idroelettrico rispetto al 2021. La riduzione dei ghiacciai e della neve renderà meno sicuro il riempimento dei bacini, il cui uso dovrà sottostare ad un arbitrato tra l’impiego nelle ore di punta giornaliere o settimanali e le necessità di stoccaggio per l’inverno.
Queste osservazioni non vogliono frenare lo sviluppo delle ER, il cui potenziale è invece opportuno sfruttare. La legge in votazione va pertanto sostenuta con il sì. Per chiarezza verso il cittadino che si vuole ben informato, è però necessario mostrare anche le implicazioni di un sistema elettrico fondato interamente sulle ER. Complicazioni oggi aggravate dall’aver sottratto il sistema elettrico ad aziende pubbliche, condotte con la logica del servizio pubblico mentre lo si è affidato al libero mercato, esposto alle speculazioni di operatori finanziari, estranei al mondo della produzione, trasporto e distribuzione dell’elettricità.