Pubblichiamo in traduzione il commento del comunista belga Roger Romain sulle recenti elezioni in Corea del Sud, pubblicato in lingua francese da Initiative Communiste.
Non si possono fare pure e semplici analogie tra la situazione coreana e ciò che accade in Europa, se non altro perché le complesse relazioni con il Giappone e la Corea del Nord sono importanti per le giovani generazioni, ma al contempo superate dalla denuncia di insopportabili condizioni di vita e di alloggio.
Tuttavia, se guardiamo non solo a queste elezioni, ma anche alla visita dell’opposizione taiwanese a Pechino, e persino agli “stati d’animo” degli ambienti imprenditoriali giapponesi, ci rendiamo conto delle reali difficoltà che gli Stati Uniti hanno nel costituire in Asia l’equivalente della sottomissione della NATO esistente in Europa.
In Corea del Sud, l’opposizione di centro-sinistra è largamente in testa, ma senza poter impedire completamente alla screditata maggioranza di continuare a governare esercitando il proprio diritto di veto e senza poter destituire il presidente Yoon, infeudato agli Stati Uniti e al Giappone. Ma questo era l’obiettivo ufficiale della campagna di Lee Jae-myung, che è il grande vincitore e che continuerà il suo assalto fino alle presidenziali, evidentemente senza temere una nuova aggressione che lo ha quasi ucciso… [Il 2 gennaio 2024 Lee Jae-myung è sopravvissuto a un gravissimo attentato. NdR] Non è solo in America Latina che gli Stati Uniti ricorrono all’assassinio dei leader dell’opposizione.
In Corea del Sud, l’opposizione di centro-sinistra è arrivata largamente in testa alle elezioni parlamentari di mercoledì 10 aprile 2024, ottenendo 176 dei 300 seggi dell’Assemblea nazionale, secondo i risultati quasi completi dello spoglio.
Il presidente Yoon Suk Yeol si trova dunque in difficoltà per gli ultimi tre anni del suo mandato. Il leader del Partito democratico, Lee Jae-myung, sembra essere il grande vincitore di queste elezioni.
Il principale partito di opposizione sudcoreano ha ottenuto un’ampia vittoria alle elezioni parlamentari, ma non ha raggiunto la “supermaggioranza” di 200 seggi su 300, che sarebbe stata sufficiente per contrastare il diritto di veto del presidente Yoon o addirittura per destituirlo. Il Partito del Potere del Popolo (PPP) di Yoon e un partito alleato dovrebbero ottenere un centinaio di seggi, anziché 114.
Un altro partito sembra aver eroso le due principali formazioni: Ricostruire la Corea, fondato qualche settimana fa dall’ex ministro della Giustizia Cho Kuk, che è accusato di corruzione, accuse che egli nega. Si dice che abbia ottenuto tra i 12 e i 14 seggi.
Un duro colpo per il presidente conservatore Yoon Suk Yeol
Queste elezioni parlamentari sono considerate un referendum di metà mandato per il programma conservatore del presidente Yoon Suk Yeol. Secondo l’analista politico Yum Seung-yul, “i dati di oggi mostrano la rabbia della gente nei confronti di Yoon per i suoi due anni di governo”. “E se non cambiasse, nonostante il risultato elettorale eloquente? Penso che ci sarà ancora più rabbia pubblica, e questo mi preoccupa”, ha dichiarato all’AFP.
Eletto di stretta misura nel 2022 contro Lee, Yoon ha perseguito una politica di fermezza nei confronti della Corea del Nord, rafforzando al contempo l’alleanza del suo paese con gli Stati Uniti e avvicinandosi al Giappone, ex potenza coloniale con la quale esistono molte dispute storiche. Tuttavia, la mancanza di una maggioranza parlamentare gli ha già impedito di attuare il suo programma di destra e, dall’inizio della sua presidenza, il suo indice di popolarità non è mai decollato, attestandosi spesso intorno al 30%.
Lee Jae-Myung proviene da un contesto modesto e si è radicato nel panorama politico del paese negli ultimi 15 anni. Lee Jae-Myung è stato sindaco, governatore e candidato alle ultime presidenziali, che ha perso di poco. La sua immagine ha fatto il giro del mondo lo scorso gennaio, gravemente ferito dopo essere stato pugnalato al collo da un oppositore politico.
I sudcoreani, dal canto loro, lo conoscono soprattutto per la sua lotta contro la disuguaglianza. Ha reso gratuite le cure per le donne incinte nella provincia da lui governata e ha lanciato il primo fondo di assistenza sociale del paese durante la crisi del Covid-19. Ma Lee Jae-Myung è anche coinvolto in una serie di indagini e scandali per corruzione. È coinvolto in un caso di elusione delle sanzioni contro la Corea del Nord e accusato di aver gestito male la città di cui è stato sindaco, causando la perdita di 15 milioni di dollari.
Tuttavia, e senza essere intimidito dall’aggressione subita, tutto ciò non gli ha impedito di condurre una dura battaglia che mette radicalmente in discussione il presidente Yoon, che a suo parere meriterebbe la detenzione pura e semplice per essersi consegnato al mondo degli affari e al Giappone. Con l’ampia vittoria del suo partito, Lee Jae-Myung punta più che mai alle elezioni presidenziali del 2027.