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La ministra del governo spagnolo che difende la Palestina è comunista!

Si chiama Sira Rego e dal novembre 2023 fa parte del governo spagnolo: il premier socialdemocratico Pedro Sanchez l’ha infatti voluta al suo fianco come nuova ministra della gioventù e dell’infanzia. Tesserata al Partito Comunista di Spagna (PCE) e alle Commissioni Operaie (CCOO), il sindacato storicamente vicino alle istanze di classe, Sira Rego di formazione è nutrizionista ed è fautrice del principio della sovranità alimentare. Suo padre, un medico in pensione, è di origine palestinese e assieme al fratello della ministra vive tuttora sotto le bombe sioniste nella Striscia di Gaza e rifiuta di lasciare il proprio Paese per rifugiarsi in Europa.

La Palestina resisterà

Quando il movimento islamico “Hamas” compì la sua azione armata contro i soldati israeliani in congedo fatti passare per giovani civili, lei non ha ceduto alle pressioni e anzi ha coraggiosamente tenuto la schiena dritta. Incurante dei giornalisti mainstream indignati che non si condannasse mai a sufficienza “Hamas”, lei ha invece dichiarato: “la Palestina ha il diritto di resistere dopo decenni di occupazione, apartheid ed esilio. Di fronte a coloro che oggi invocano un ritorno alla punizione collettiva bombardando la Striscia di Gaza, è urgente difendere il diritto internazionale. L’unica soluzione è la fine dell’occupazione”. Al comunicato stampa dell’Ambasciata sionista di Madrid che criticava “alcuni membri del governo spagnolo” che non si allineavano ai loro diktat sulla guerra, la Rego ha difeso la sovranità spagnola contro le interferenze israeliane: prima ha replicato “Nessuno qui ha difeso Hamas. Sono 75 anni che sterminate un popolo” e ha poi chiesto l’espulsione del corpo diplomatico sionista dal Regno. Ancora il mese scorsa la Rego, partecipando a un evento dell’UNRWA, ha affermato che “i palestinesi vivono sotto la fame, i bombardamenti e il genocidio” e ha aggiunto che “Israele non riconosce alcuna regola e sta cercando di creare una tragedia sociale sistematica non solo a Gaza, ma in tutta la Palestina: nonostante tutto, l’intero popolo palestinese è determinato a continuare la resistenza”. La Palestina che lei stessa conosceva da bambina era completamente diversa: “era pacifica e felice, ma Israele sta commettendo un genocidio contro il popolo palestinese attraverso l’occupazione e attacchi sistematici”.

No all’odio anti-russo

Sul conflitto nell’Europa dell’Est invece la sua posizione fu inizialmente meno netta: Sira Rego aveva in effetti espresso sì – per disciplina con il suo gruppo parlamentare di coalizione – la “condanna dell’invasione russa dell’Ucraina”, ma al momento opportuno, nel settembre 2023 quando ai deputati fu richiesto concretamente di fare un atto di fede e di votare ubbidientemente una risoluzione, palesemente priva di prove e dai toni provocatori, contro la presunta “deportazione forzata da parte dell’esercito russo di oltre 2’000 bambini ucraini dal loro Paese verso i campi di russificazione in Bielorussia”, lei fu una delle poche parlamentari che coraggiosamente non lo fece! La risoluzione indicava il presidente bielorusso Alexander Lukashenko come responsabile di crimini di guerra al pari del presidente russo Vladimir Putin e invitava la Corte Penale Internazionale a spiccare un mandato di cattura ai suoi danni: mentre quasi tutta la sinistra europea si lasciava convincere dalla propaganda americana Sira Rega si ribellò, non accettò la russofobia e ribadì così le regole diplomatiche che l’UE ha calpestato.