Il Movimento dei Paesi Non Allineati (MNOAL) ha tenuto il suo 19° vertice a Kampala, in Uganda, il 19 e 20 gennaio scorsi, preceduto da una riunione ministeriale di alto livello nei giorni precedenti. Il tema del vertice era “Approfondire la cooperazione per una ricchezza globale condivisa”.
Il MNOAL è oggi composto da 121 Paesi: 53 dall’Africa, 39 dall’Asia, 26 dall’America Latina e dai Caraibi e 2 dall’Europa (Bielorussia e Azerbaigian), il che lo rende il più grande raduno di Paesi delle Nazioni Unite. Venti Paesi e 11 organizzazioni hanno lo status di osservatori. I Paesi membri non sono né ufficialmente allineati né in opposizione a nessun grande blocco di potere. La Svizzera ufficialmente neutrale non è né membro, né osservatore dei non allineati, forse perché in realtà preferisce allinearsi …all’UE e agli USA.
Il MNOAL fu creato nel 1961 per promuovere gli interessi dei Paesi in via di sviluppo all’epoca della Guerra Fredda, rifiutando gli accordi che prevedevano allora la divisione del mondo in campi allineati con le due grandi potenze di allora: il capitalismo con gli USA e il socialismo con l’URSS. Uno dei suoi protagonisti storici, il leader rivoluzionario cubano Fidel Castro, ne riassunse l’obiettivo in questi termini: “l’indipendenza nazionale, la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza dei Paesi non allineati” nella loro “lotta contro l’imperialismo, il colonialismo, il neocolonialismo, il razzismo e tutte le forme di dominazione, interferenza o egemonia”.
“L’oppresso imparerà, recupererà e sconfiggerà l’oppressore”
L’Uganda ha assunto la presidenza dopo l’Azerbaigian e la manterrà fino al 2027. Il presidente Yoweri Kaguta Museveni è stato eletto presidente del vertice per proclamazione, subentrando al presidente azero Ilham Aliyev. Nel suo discorso programmatico ha messo in guardia dai leader che cercano di imporre il loro ristretto orientamento uni-ideologico alle proprie società e al mondo intero. Gli oppressori sbagliano i calcoli quando usano il loro vantaggio temporaneo nella scienza e nella tecnologia e pensano di poterlo usare indefinitamente per opprimere altri popoli”, ha detto il Presidente Musevini. L’oppresso imparerà, recupererà e sconfiggerà l’oppressore. È per questo che gli imperi crollano inevitabilmente. Il concetto di impero è un concetto basato sul male”. E ha aggiunto: “Perché non cercate di influenzare le persone con l’esempio piuttosto che con la manipolazione, le prediche e le minacce? Gli sciovinisti di razza, religione, tribù o genere devono smetterla di farci perdere tempo e di limitare le nostre possibilità con i loro trucchetti. All’azione corrisponderà sempre una reazione. Oppressione, resistenza. Quindi non ci lasciamo impressionare e rifiutiamo di prestarci a questo morboso settarismo del pensiero uni-ideologico di qualsiasi tipo”.
Il MNOAL si schiera con la Palestina contro Israele
Il vertice è stato chiarissimo nel sostegno riservato al diritto di esistere in quanto Stato sovrano della Palestina e la denuncia della campagna militare genocida di Israele nella Striscia di Gaza. Il vicepresidente cubano Salvador Valdes Mesa, ad esempio, ha dichiarato in un discorso ai delegati il 19 gennaio: “Dal 7 ottobre stiamo assistendo a uno dei più crudeli atti di genocidio mai visti nella storia. Come possono i Paesi occidentali, che pretendono di essere civilizzati, giustificare l’uccisione di donne e bambini a Gaza, gli attacchi indiscriminati contro ospedali e scuole, la privazione di acqua potabile e cibo?”. Anche Moussa Faki Mahamat, co-presidente della Commissione dell’Unione Africana, ha chiesto la fine immediata di quella che ha definito “la guerra ingiusta contro il popolo palestinese”. Le gravi preoccupazioni sulla questione della Palestina sono state ribadite nella Dichiarazione di Kampala, rilasciata al termine del vertice, che “riafferma l’importanza della questione della Palestina per il MNOAL” e insiste affinché si proceda con “continui sforzi per porre fine al colonialismo, all’oppressione, all’occupazione e alla dominazione nei Territori Palestinesi Occupati”. Gli autori della dichiarazione hanno chiesto che “vengano forniti aiuti umanitari per salvare le vite dei palestinesi in tutta la Striscia di Gaza e per garantire la protezione degli attori umanitari” e hanno condannato con forza “l’illegale aggressione militare israeliana nella Striscia di Gaza, gli attacchi indiscriminati contro i civili palestinesi e gli oggetti civili, e lo sfollamento forzato della popolazione palestinese, e chiedono un cessate il fuoco umanitario immediato e duraturo”.
La diplomazia rivoluzionaria di Cuba protagonista del vertice
Il ministro degli esteri cubano Bruno Rodriguez è stato uno dei politici più ascoltati, forte del prestigio di cui gode la diplomazia rivoluzionaria fondata da Fidel Castro di cui è ora a capo. Egli ha proposto che il MNOAL si esprima compatto e con fermezza contro l’occupazione israeliana della Palestina. Ha sottolineato la necessità di uno Stato palestinese indipendente e ha proposto l’invio di una missione di protezione internazionale nella Striscia di Gaza, autorizzata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con il mandato di garantire la sicurezza e la protezione della popolazione civile e di facilitare la consegna di aiuti umanitari e cibo. Il rappresentante cubano ha espresso il sostegno del suo Paese all’organizzazione di una Conferenza internazionale di pace per contribuire alla tutela dei diritti del popolo palestinese e alla creazione di uno Stato palestinese sovrano. Molte di queste proposte sono state riprese nella Dichiarazione di Kampala.
Bruno Rodriguez ha anche ribadito il rifiuto di Cuba delle misure coercitive imposte a diversi Paesi membri del MNOAL: “Cuba apprezza il prezioso sostegno alla sua giusta richiesta di porre fine al blocco illegale da parte degli Stati Uniti, che viola apertamente i diritti umani di tutti i cubani e che è stato rafforzato all’estremo dal 2019”, ha affermato. A tal fine, la Dichiarazione di Kampala afferma che il MNOAL continua a chiedere “la revoca totale, immediata e incondizionata di tutte le misure coercitive unilaterali, comprese quelle manipolate per esercitare pressioni economiche e finanziarie su qualsiasi Paese, in particolare sui Paesi in via di sviluppo”. La dichiarazione sostiene che tali misure sono “una violazione della Carta delle Nazioni Unite e dei principi del diritto internazionale”, e che in particolare “danneggiano la salute e il benessere della popolazione dei Paesi colpiti e creano ostacoli al pieno raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di questi Paesi, dei loro diritti umani e dei loro piani di sviluppo nazionali”.
L’ONU è utile, ma va democratizzato!
Un altro punto saliente del vertice del MNOAL è stato il reiterato impegno dell’organizzazione nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e dello Stato di diritto internazionale, pur riconoscendo che l’ONU ha bisogno di essere consolidata e rinnovata. La Dichiarazione di Kampala invita tutti i Paesi non allineati ad “affrontare con determinazione le sfide della pace e della sicurezza, dello sviluppo, dei diritti umani e della cooperazione internazionale” e a “rafforzare le Nazioni Unite come principale organizzazione multilaterale e dotarle della capacità sostanziale di realizzare gli scopi e i principi sanciti dalla loro Carta, e in particolare consolidare il loro carattere democratico e intergovernativo rivitalizzando l’Assemblea Generale e rafforzando la sua autorità come organo democratico, inclusivo, equo e rappresentativo dell’Organizzazione, e ad accelerare la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in conformità con la risoluzione 62/557 dell’Assemblea Generale, in modo globale e integrato, al fine di rendere il Consiglio un organo più democratico, trasparente e rappresentativo delle Nazioni Unite”.