“Lottare insieme, vincere insieme”. È questo lo slogan che inaugurerà il Congresso regionale della Svizzera italiana del sindacato UNIA. L’assise del combattivo sindacato ticinese guidato dal segretario regionale Giangiorgio Gargantini si svolgerà domani 9 marzo a Bellinzona. Il plenum si aprirà dopo aver registrato una prima vittoria nella vertenza che coinvolgeva i corriere della DPD e il giorno dopo la cosiddetta “Festa della Donna”.
Il divario salariale fra donne e uomini cresce
UNIA non ci sta però a definire l’8 marzo come una festa. Sul proprio giornale “Area” non le manda certo a dire: “Ma quale festa? Quella delle donne bistrattate dal mondo del lavoro, sottopagate, sovraoccupate, che andranno in pensione con rendite miserabili rispetto agli uomini?” scrive Raffaella Brignoni. Il sindacato rileva anzi come ancora la metà delle donne guadagni in Svizzera meno di 4’126 franchi al mese, senza contare il fatto che, da un’inchiesta nel ramo alberghiero e della ristorazione, ben il 42% delle intervistate ha denunciato di aver subito delle molestie sessuali da parte di colleghi e padroni.
UNIA vince su DPD
Il settore della logistica tre anni fa aveva vissuto dei momenti caldi: UNIA aveva denunciato il sistema adottato dalla DPD che, benché non disponesse né di autisti né di furgoni, risultava l’azienda leader nel settore delle spedizioni. Con un sistema di outsourcing DPD scaricava infatti su terzi i costi e le responsabilità relative al personale, subappaltando i lavori a ditte esterne spesso ricattabili tanto quanto gli stessi operai. Il risultato, spiega il giornalista Francesco Bonsaver, è stata una “sistematica violazione del diritto del lavoro: giornate di 12-14 ore senza pausa e nessun pagamento degli straordinari, decurtazioni salariali arbitrarie, lavoro notturno non adeguatamente retribuito, niente rimborso delle spese per i pasti”, ecc. La vertenza aveva interessato anche il Partito Comunista che nel novembre 2021 accolse all’unanimità una risoluzione intitolata “Solidarietà con i driver: lottiamo contro le nuove forme di precariato” promossa da Samuel Iembo, in cui si denunciava il sistema del subappalto in quanto esso deresponsabilizzava le aziende (non solo DPD ma anche Divoora, e altre) dai propri doveri verso il dipendente, facendo passare per ‘collaboratori’ i lavoratori che in realtà sono in posizioni subalterne e con nessuno spazio decisionale”. Dopo un’aspra lotta sindacale in cui vennero persino licenziati per ripicca cinque lavoratori dal magazzino di Giubiasco e che generò un ampio movimento di solidarietà fra la popolazione, ora la situazione sta lentamente cambiando. Il sindacalista Danilo Moro ha infatti comunicato, sempre sulle colonne di “Area”, che DPD Svizzera ha iniziato ad assumere direttamente i corrieri: si tratta per UNIA di una rivendicazione “parzialmente soddisfatta” che inizia a far scricchiolare l’intero sistema dei subappalti.
Organizzazione, mobilitazione e formazione
Il Congresso di domani baserà le sue deliberazioni su un documento politico i cui contenuti sono stati discussi tra i militanti del sindacato e nei comitati sezionali. La linea impressa da Gargantini a UNIA è senza dubbio dinamica ma mai massimalista, e pone un focus non indifferente sul coinvolgimento attivo dei lavoratori. Affinché il sindacato possa crescere e legittimarsi si deve agire in due modi, dicono in sintesi le tesi congressuali: anzitutto con una costante azione collettiva con cui si “abitua le lavoratrici e i lavoratori a mobilitarsi per migliorare le proprie condizioni di lavoro”, ma anche con uno slancio organizzativo, per “intensificare la presenza sui luoghi di lavoro”. I sindacalisti non solo devono costantemente essere a contatto con la base ma anche sentirsi parte di una medesima classe sociale. Ma non può esistere un sindacalismo di classe senza una corretta formazione politica: i militanti di UNIA sono chiamati ad avere “un bagaglio ideologico che dia i mezzi per analizzare il mondo secondo una chiave di lettura diversa da quella fornita dal discorso dominante”. Solo così si “avranno gli strumenti necessari per organizzare le colleghe e i colleghi e diventare per questi un punto di riferimento” nella lotta. Un aspetto, questo, che ha impressionato positivamente il segretario politico del Partito Comunista Massimiliano Ay che ha inviato una lettera di augurio a Gargantini, sottolineando l’importanza che il sindacato mantenga un carattere il più possibile unitario e plurale.
Il primo passo è sindacalizzarsi
I sindacati possono però essere realmente incisivi nella società e nelle vertenze contrattuali solo se riescono a organizzare un numero sufficientemente ampio di operai. La situazione su questo aspetto non è rosea anche se UNIA sta ancora bene rispetto ad altre federazioni dell’Unione Sindacale Svizzera colpite da eccessivo burocratismo: “viviamo in una società sempre più individualista – spiega Gargantini rispondendo all’intervista di Claudio Carrer su “Area” – il che rende più difficile la partecipazione alle battaglie collettive condotte dal sindacato”. Insomma: si vince solo se si è uniti e si vive in prima persona il sindacato. Sindacalizzarsi è quindi utile, come hanno constatato proprio i corrieri di DPD. Un lavoro propedeutico in questo senso è quello svolto negli ultimi vent’anni dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) che educa fin da adolescenti i giovani a interagire con il movimento sindacale e a unire da un’ottica di classe le rivendicazioni più tipicamente giovanili alle lotte operaie.