Massimiliano Ay (PC): “potenza militare ed egemonia culturale non basteranno a salvare il sistema atlantico!”

Questa intervista è stata condotta per il quotidiano turco “Aydinlik”. La traduzione in lingua italiana è stata curata dalla redazione di Sinistra.ch.


1) I temi principali del 2023 sono stati la guerra tra Palestina e Israele e la guerra tra Russia e Ucraina. Come valuta questi eventi?

La guerra che si combatte in Ucraina è una guerra per procura della NATO contro la Russia. Posso presumere che presto anche il presidente Zelensky sarà abbandonato da chi lo ha finora lodato: d’altronde egli ha già perso, nonostante le armi occidentali, sia la Crimea sia il Donbass. Ma gli USA ora hanno tutto l’interesse di scatenere nuovi conflitti nel tentativo di frenare il trionfo del mondo multipolare. Nuove guerre sono quindi purtroppo realistiche: proprio per questo la nostra soliderietà alla resistenza palestinese assume oggi un’importanza strategica per fomentare le contraddizioni interne a Israele, la cui essenza è impedire l’integrazione eurasiatica.

2) Come ha trascorso quest’anno l’Europa? Come hanno influito le sanzioni sui Paesi del continente?

Le sanzioni hanno rovinato l’economia europea e la sconfitta ucraina avrà effetti devastanti sulla stessa tenuta politica dell’Unione Europea. Il 2023 ha visto aumentare la povertà, diminuire il potere d’acquisto dei lavoratori, ma anche procedere con misure di austerità e di tagli nei servizi pubblici e nelle assicurazioni sociali dovute anche a sgravi fiscali ai ricchi.

3) I principali Paesi europei sono politicamente allineati con gli Stati Uniti. Che cosa ha portato tutto ciò all’Europa?

I governi europei non difendono la sovranità delle rispettive nazioni ma ubbidiscono a Washington. E questo vale non solo per i governi liberali, socialdemocratici ed ecologisti, ma anche quelli presuntamente nazionalisti, che sono spesso solo facciate elettoralistiche per illudere i cittadini. In Svizzera è stato recentemente eletto un nuovo Segretario di Stato per la politica di sicurezza: era stato scelto l’ambasciatore svizzero in Turchia ma avendo criticato la NATO e dialogato con Hamas è stato scartato, a favore di un brigadiere dell’esercito, atlantista, che distruggerà quel che resta della neutralità. Insomma a Berna le ingerenze atlantiche e sioniste sembrano alquanto forti.

4) In Europa ci sono anche movimenti anti-USA e anti-NATO. Questi movimenti cresceranno?

Certamente una parte del popolo e dei lavoratori si ribellerà perché l’Europa si sta pesantemente deindustrilizzando e sarà sempre più succube degli USA. Ma anche la democrazia e la libertà di manifestare si stanno indebolendo. Per contrastare gli scioperi operai e le proteste contro la guerra, i governi diventano più autoritari. In Svizzera sono stati sospesi dall’insegnamento professori anti-sionisti e si sta discutendo di imporre una legge contro i simboli “estremisti”, fra i quali potrebbero figurare anche quelli comunisti e musulmani. In Francia i poliziotti hanno addirittura ricattato il loro stesso governo affinché li autorizzi a reprimere con più violenza le manifestazioni popolari: il rischio che parti di corpi armati e organizzazioni di estrema destra aizzino allo scontro con settori proletarizzati crea una fascistizzazione delle società liberali occidentali che osserviamo con preoccupazione anche perché le lotte sono spesso disorganizzate, manipolate dai media e in mano a provocatori che fanno di tutto per isolare il nostro Partito. Sicuramente però la crisi di legittimità è forte, le proteste non mancheranno. Da parte nostra intendiamo continuare la campagna “No UE – No NATO”.

5) Quali sono le sue previsioni per il 2024? Che tipo di mondo e di Europa vede per il futuro?

L’imperialismo atlantico ha ancora una potenza di fuoco importante e un’egemonia culturale preponderante, ma la crisi che sta attraversando è di dimensioni tali da essere ormai irreversibile: l’Europa logorata dal sostegno all’Ucraina, le contraddizioni interne al regime sionista, le pressioni anti-establishment negli USA da un lato; l’estensione dei BRICS e il consolidamento della Nuova via della seta a guida cinese dall’altro rendono chiara l’evoluzione futura. Gli imperialisti lo sanno e quindi possiamo attenderci un’estensione della guerra e anche delle torsioni autoritarie nei nostri paesi per controllare il dissenso. Dispiace vedere una certa inadeguatezza della sinistra europea di fronte a questa epoca che, come dicono i cinesi, è “molto turbolenta”. Noi come Partito Comunista della Svizzera dovremo meglio organizzarci e strutturarci sperando anche in maggiore coordinamento internazionale.