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Nel sottobosco di confusione, la sinistra torni a parlare agli operai

Su Facebook (così come su altri social network) esiste il fenomeno dei Troll o dei profili Fake. Si tratta di utenti solitamente anonimi che con post o commenti provocatori provano a intervenire nelle discussioni per influenzare in modo artificiale l’opinione pubblica senza assumersi le proprie responsabilità. Anche in Ticino ce n’è uno, che purtroppo alcuni giornalisti poco seri utilizzano come fonte e persino arrivano a …intervistarlo.

A volte vengo informato – perché io mi rifiuto di seguirlo – dei suoi post contro di me o contro il Partito Comunista. Già in passato ho avuto modo di smascherare il suo ruolo: parlare con una retorica di sinistra per confondere la sinistra, deviarne la linea e renderla compatibile con il pensiero delle élite intellettuali globaliste.

Questo ripetitivo e patetico profilo fake è stato creato appositamente non solo per confondere e “normalizzare” la sinistra, in modo particolare il PS al cui interno esiste ancora una corrente critica, per spaccare quel che resta di dialogo nell’area progressista e isolare da essa non tanto i comunisti in quanto tali, ma in generale tutti coloro che possono a sinistra diffondere idee che escono dai canoni del pensiero unico di stampo atlantista e “liberal”.

In un suo ultimo post, ovviamente sempre con una finta retorica di “sinistra”, sostiene che io cerchi altri elettorati rispetto a quello progressista. Addirittura facendo credere che io abbia dato indicazioni di voto al ballottaggio per il Consiglio degli Stati a favore dei due candidati più a destra.

Colgo l’occasione per fare un po’ di educazione politica, visto che qualcuno a sinistra continua a pendere dalle labbra di questo Troll e anche un sito internet di ex-giornalisti naufragati nella sinistra che adora perdere ne avvalora le tesi.

Al di là delle fakenews su presunti “ticket” con altri candidati (che se fossero reali sarebbero stati resi noti), la questione importante è questa: un comunista non cerca elettori sulla base delle etichette, ma sulla base della classe sociale di appartenenza. A me interessa (e lo cerco anche!) il voto operaio e popolare. Se poi questo era già prima orientato a sinistra, ne sono soddisfatto perché votando comunista l’elettore dimostra che sta acquisendo in termini marxisti una maggiore coscienza di classe. Se invece quell’elettore proviene da destra non solo non mi scandalizza, ma anzi mi rende ancora più felice, perché significa che abbiamo contributo ad avvicinare a certi valori (che ovviamente con me e il PC restano quelli essenziali del socialismo scientifico) chi prima si era lasciato illudere da altre idee.

Massimiliano Ay

Massimiliano Ay è segretario politico del Partito Comunista (Svizzera). Dal 2008 al 2017 e ancora dal 2021 è consigliere comunale di Bellinzona e dal 2015 è deputato al parlamento della Repubblica e Cantone Ticino.