Dopo Cuba è stata la Turchia a ospitare l’Incontro dei Partiti Comunisti di tutto il mondo

Si è concluso negli scorsi giorni nella città turca di Izmir il 23° Incontro internazionale dei partiti comunisti e operai (meglio noto con la sigla “SolidNet”). Ospitati dal Partito Comunista di Turchia (TKP), i dirigenti marxisti-leninisti di tutto il mondo sono atterrati all’aeroporto Adnan Menderes. Fra loro vi erano funzionari dei comitati centrali di sigle importanti come i partiti di Cuba, Bielorussia, Russia, Ungheria, Cina, Laos, Sudafrica, Brasile, India, Portogallo, Spagna, Belgio, ecc. In assenza del segretario politico Massimiliano Ay, impegnato nelle elezioni federali, a rappresentare i comunisti svizzeri è stato Amos Speranza, membro del Comitato Centrale del PC che ha tenuto un apprezzato discorso in lingua inglese.

Una location particolare

Nonostante la Turchia sia comunemente definita una “dittatura” nelle mani del presidente Recep Tayyip Erdogan, per la seconda volta in pochi anni ha ospitato i vertici dei partiti rivoluzionari da tutti i continenti, garantendo loro la massima sicurezza. Presenti anche esponenti politici alquanto scomodi, come il segretario generale del Partito Comunista dell’Ucraina Petro Simonenko, che vive in clandestinità per sfuggire alle minacce del regime di Zelensky; il deputato russo Roman Kononenko, membro del Presidium del Partito Comunista della Federazione Russa e i rappresentanti del Partito Comunista Unito di Siria, che sono pur sempre parte del governo di Damasco che con Ankara si trova ai ferri corti. Il TKP dal canto suo ha dimostrato professionalità sul piano organizzativo e capacità di mobilitazione: in occasione dell’avvicinarsi del 100° anniversario della Rivoluzione Kemalista, infatti, è stata convocata una imponente serata pubblica con un fitto programma di rappresentazioni musicali e teatrali, assieme all’allocuzione politica del Segretario generale del TKP Kemal Okuyan. Nel suggestivo scenario di un teatro en plen air in uno dei parchi cittadini, la narrazione imbastita dagli organizzatori ha riassunto efficacemente il declino e la caduta dell’Impero ottomano, accompagnata dalle lotte per l’affermazione di una nazione turca repubblicana e laicista realizzata dalla rivoluzione e dalle riforme kemaliste che l’hanno seguita. Si è anche toccato il tema dei legami che avvicinarono bolscevismo russo e kemalismo, arrivando a riassumere la nascita e lo sviluppo del movimento operaio e comunista su suolo turco, rimarcando il ruolo del TKP nelle lotte sociali del paese fino alla più recente attualità.

La sala in cui si sono riuniti i delegati comunisti provenienti da tutto il mondo.

Solidarietà alla Palestina

Tra le risoluzioni approvate dal consesso comunista riunito a Izmir, una riguardava la solidarietà a Cuba e la rivendicazione della necessità di contrastare il bloqueo imposto dagli USA, mentre la prima mozione approvata dalla plenaria riguardava la più che mai urgente situazione in Palestina. I partiti presenti hanno rivendicato la cessazione immediata dell’aggressione israeliana così come del blocco ai danni della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, esprimendo la loro solidarietà al popolo palestinese. Si è anche condannata l’occupazione sionista dei territori palestinesi così come le pratiche di uccisione, imprigionamento, persecuzione e colonizzazione che si sono susseguite nei decenni, rivendicando il diritto del popolo palestinese di beneficiare liberamente della propria terra. In quest’ottica si è rivendicata la creazione di uno Stato palestinese indipendente riconosciuto a livello internazionale, lo smantellamento degli insediamenti illegali su territorio palestinese, il rilascio dei prigionieri dalle carceri israeliane, e il rimpatrio dei rifugiati in accordo con la risoluzione 194 delle Nazioni Unite. L’assemblea si è pure espressa condannando il ruolo nefasto per la regione di Israele, che con l’occupazione supportata dal fronte imperialista a guida USA-NATO rischia di scatenare un conflitto che a partire dai paesi del Medioriente, potrebbe trasformarsi presto in una guerra generalizzata su larga scala. Dall’Incontro internazionale dei PC, insomma, è arrivata l’espressione della più forte solidarietà internazionalista alla causa palestinese, per la fine dei massacri e dell’occupazione, con l’invito a continuare a mobilitarsi e a supportare la lotta anti-sionista.

La campagna per la neutralità della Svizzera

Nel discorso in plenaria e negli incontri bilaterali che lo hanno seguito, il Partito Comunista svizzero ha presentato ed approfondito la propria posizione per la neutralità portata avanti negli ultimi tempi: molto interesse e favore hanno riscontrato in particolare le parole d’ordine della campagna No UE – No NATO. Speranza, presentando la linea dei comunisti svizzeri, ha sottolineato la necessità per la Confederazione di favorire la diversificazione dei partner commerciali così da garantire la propria indipendenza rispetto al blocco occidentale e ha perorato l’apertura ai BRICS. Nel suo discorso il delegato svizzero ha pure ricordato i pesanti attacchi lesivi della personalità dei comunisti, subiti dal PC ad opera di giornalisti vicini ai potentati atlantisti, ma anche l’opportunità di ricollegarsi con quella parte di lavoratori che da anni avevano ormai abbandonato una sinistra considerata troppo intellettuale e sbilanciata sui temi distanti dalle preoccupazioni più concrete delle fasce popolari.

Amos Speranza è intervenuto all’incontro a nome del PC svizzero.

Un piano d’azione per coordinarsi a livello internazionale

Approvato per acclamazione, il piano d’azione del “SolidNet” prevede fra le altre cose l’opposizione all’escalation dei conflitti imperialisti e all’estensione degli armamenti nonché della presenza di basi militari della NATO nel mondo. La lotta contro l’espansione di quest’ultima e contro il suo coinvolgimento in Ucraina e in Palestina dovrà passare attraverso un rinnovato supporto dei comunisti al Consiglio Mondiale della Pace di cui è parte anche il Movimento Svizzero per la Pace. Tra gli obbiettivi per il 2024 troviamo anche una partecipazione ancora più incisiva alle manifestazioni in difesa dei diritti dei lavoratori, per la giustizia sociale e l’eguaglianza, e per rinforzare i diritti sindacali dei lavoratori. Allo stesso modo si continuerà a portare avanti la solidarietà internazionalista e le azioni comuni per contrastare l’anticomunismo e il neofascismo, lottare per i diritti delle donne in generale e nel contesto lavorativo (contro ineguaglianza, oppressione e discriminazione). Si prospetta insomma un anno di ancora più intensa cooperazione e scambio tra i partiti comunisti del mondo, e tra questi ultimi e le strutture di riferimento per il fronte antimperialista internazionale, a partire dalla Federazione Sindacale Mondiale (WFTU/FSM).

Un nodo deve ancora essere sciolto…

Non si è trovata unanimità invece sul fronte del multipolarismo. Mentre per i comunisti svizzeri e italiani, russi e cinesi, brasiliani, sudafricani e indiani, esso è l’orizzonte possibile su cui impostare la strategia della propria azione politica, altri partiti insistono invece su una prassi che rifiuta di fatto le tappe del processo rivoluzionario e ambisce quindi al socialismo senza compromessi: il Partito Comunista di Grecia (KKE) e il Partito Comunista del Messico (PCM), ad esempio, sono stati i più severi nei confronti delle riforme operate dal Partito Comunista Cinese, reo di non essere sufficientemente …comunista. Altri partiti, come per esempio il Partito Comunista Venezuelano (PCV) hanno messo in discussione il ruolo importante di quei governi che pur non riconoscendosi nei principi del socialismo scientifico, rivestono al momento un ruolo concretamente antimperialista nello scenario internazionale, come appunto quello di Nicolas Maduro. Nel dibattito, Speranza, in rappresentanza del PC svizzero, ha piuttosto insistito sulla necessità di tenere unito il Movimento Comunista Internazionale attraverso una coordinazione efficace su questioni ed azioni concrete. In questo momento storico risulta difatti più che mai necessario mettere in comune le eccellenze dei vari partiti come risorsa collettiva per il Movimento, così da poter rispondere coralmente e in maniera adeguata alle sfide che la transizione a un modo multipolare imporrà nelle agende di tutti. Dalla Svizzera è giunto un invito ai partiti comunisti a “sporcarsi le mani”, affrontando i problemi quotidiani a cui è confrontata la cittadinanza smarcandosi allo stesso tempo per la coerenza del proprio progetto di società e attraverso un’analisi chiara, antimperialista, patriottica e rivoluzionaria dell’attualità. Ora più che mai diventa cruciale riconnettere il lavoro politico alle masse, e soprattutto ai giovani, tanto sollecitati dalla propaganda ecologista “liberal” che li allontana da una prospettiva solidale e comunitaria indirizzandoli verso battaglie combattute sui media e sui social in un’ottica sempre più moralista e, in ultima analisi, coerente con la mentalità individualista neoliberale. Di tutto questo si tornerà a parlare fra un anno: è infatti già stato convocato l’appuntamento per il “SolidNet” per l’autunno 2024: questa volta i vertici dei PC si incontreranno in Libano.