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Palestina: si ritorni alla neutralità come mezzo per costruire la pace!

Il 15 novembre 1988, dunque esattamente 35 anni fa, fu dichiarata l’indipendenza della Palestina, che però tutt’ora non viene riconosciuta dalla Svizzera. In tutti questi anni, il popolo palestinese ha dovuto subire angherie di ogni tipo e le immagini che giungono ormai da più di un mese da Gaza hanno qualcosa di agghiacciante.

In Occidente, purtroppo, sembra si abbia preso la decisione di lasciar compiere a Israele un vero e proprio genocidio ai danni del popolo palestinese. Ma questo processo non è iniziato il 7 di ottobre 2023, bensì è un genocidio silenzioso che dura da ormai più di 70 anni, da quando l’occidente decise di creare uno stato là dove viveva da sempre un altro popolo. L’espansionismo e le violenze del regime sionista hanno generato altra violenza in risposta ad essa, e questi 75 anni di violenze hanno creato la situazione attuale.

Ma se conoscere la storia di come si è arrivati a questo vero e proprio disastro è importante, importante è ancor di più giungere al più presto ad una soluzione. Bisogna fermare tutto ciò: distruggere un intero popolo mietendo vite innocenti e distruggendo le loro case, edifici civili e obbligarlo a lasciare la propria terra si chiama genocidio!

La Svizzera, dal canto suo, può e deve agire in favore della pace. Ma a Berna sembra che si abbia non solo optato per chiudere entrambi gli occhi di fronte a questo massacro, ma di aver anche intenzione di sostenere Israele in questo crimine. Lampanti sono le dichiarazioni di Ignazio Cassis a nome del Dipartimento degli Affari Esteri, che afferma molto elegantemente che la Svizzera non chiederà il cessate il fuoco. Affermazione che equivale a legittimare Israele a fare del suo peggio nei confronti dei palestinesi (ma anche dei civili israeliani che si oppongono a questo massacro).

Purtroppo noto a malincuore, e anche con una profonda vergogna, che in Svizzera si sta perdendo la tradizione diplomatica e di promozione della pace attraverso la mediazione. Mai la Svizzera si è così apertamente schierata contro la pace come negli ultimi 2 anni.

Per quanto mi riguarda, mi auguro che al più presto a Palazzo Federale si prendano delle decisioni meglio ponderate e soprattutto nel rispetto della nostra tradizione diplomatica, ma anche della nostra sovranità nazionale. Non possiamo farci certo dettare la politica estera da Washington o da qualsiasi altra nazione ovunque essa sia!

Mi auguro di vedere la Svizzera riconoscere lo Stato di Palestina (come già altri 130 Paesi fanno) e mantenere il proprio status di neutralità non schierandosi a sostegno di Israele (colpevole di innumerevoli crimini di guerra e di apartheid, come anche attestato dall’ONU). La priorità resta fermare Israele e questo massacro, e come Svizzera sono sicuro che possiamo fare la nostra parte affinché ciò avvenga. Per portare questo argomento a Berna è necessario più che mai far sentire la voce del popolo. Perciò vi invito caldamente a firmare la petizione su Campax che la Gioventù Comunista ha lanciato in favore della Palestina e della neutralità svizzera, chiamata “La Svizzera riconosca l’indipendenza della Palestina!” e che trovate a questo link.

Mattias Codoni

Mattias Codoni, classe 2002, è membro del coordinamento della Gioventù Comunista. Ha studiato al Centro Professionale Commerciale (CPC) di Locarno ed è appassionato di musica metal e rock.