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La Federazione Sindacale Mondiale si schiera con la Palestina: “Israele fermi i massacri e liberi i territori occupati”

L’Ufficio europeo della Federazione Sindacale Mondiale (FSM) con sede a Roma presso gli uffici dell’Unione Sindacale di Base (USB) ha diramato una durissima presa di posizione contro il regime sionista di Israele. Il giudizio dei sindacalisti è chiaro e netto: “Israele sta uccidendo senza ritegno migliaia di palestinesi nel mattatoio di Gaza. Il bombardamento dell’ospedale di Gaza, che ha ucciso almeno 500 persone, tra cui donne, bambini e medici è l’attacco più grave finora compiuto contro una popolazione inerme imprigionata da decenni nella Striscia di Gaza”.

La FSM è la più antica centrale internazionale dei sindacati: sorta nel 1945 non ha mai fatto mistero del suo orientamento di classe e della sua impostazione politica che alla questione sociale unisce l’anti-imperialismo e la critica al sionismo come ideologia razzista e prevaricatrice. “Praticamente tutti i governi europei, l’Unione Europea, i principali media internazionali del democratico Occidente hanno dato il loro sostegno a Israele – spiega la FSM – permettendo così a Netanyahu di continuare il suo genocidio bombardando la popolazione di Gaza”.

La FSM condanna il “pretesto dell’antiterrorismo” usato dal regime sionista appoggiato da UE e USA “per annientare il popolo palestinese, creando un nuovo devastante ciclo di sangue e instabilità nella regione”. L’Internazionale sindacale denuncia anche i due pesi e le due misure con cui i media fanno informazione sempre più unilaterale e con cui i governi descrivono il proprio sdegno per la guerra in Ucraina mentre “chiudono un occhio sui crimini e i massacri contro il popolo palestinese e contribuiscono al mantenimento dell’occupazione e della colonizzazione, presentando oggi Israele come una vittima dell’aggressione palestinese. Questo è a dir poco ipocrita e non veritiero.”

Questa volta, però, il mondo arabo spesso diviso sta dimostrando il proprio sostegno al popolo palestinese senza troppe distinzioni. Le masse arabe (e non solo) scendono in piazza, stanche dell’arroganza occidentale e dal razzismo israeliano, ma ad essere latitante è la sinistra e la FSM lo denuncia senza mezzi termini: “il balbettio delle principali forze della sinistra europea è vergognoso e inaccettabile, così come l’ipocrisia della Confederazione Europea dei Sindacati (CES), che cerca di annullare le differenze tra oppressi e oppressori con un generico appello alla pace rivolto sia ai palestinesi che agli israeliani”. Mentre la CES, essendo vicina ai vari partiti socialdemocratici in cui non mancano infiltrati sionisti, insiste a dividere la resistenza palestinese, non altrettanto fa la FSM che notoriamente vicini ai comunisti ha bene in chiaro le priorità, ovvero “il riconoscimento dello Stato di Palestina con Gerusalemme Est come capitale”, oltre al “cessate il fuoco immediato e la fine dell’assedio di Gaza”.

Anche in Svizzera si alza la voce della solidarietà, benché finora UNIA e VPOD siano silenti, il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) si schiera aderendo alla giornata di solidarietà con il popolo palestinese indetta dalla Federazione Sindacale Mondiale (FSM).

“Lo spargimento di sangue che è in corso in Medio Oriente in questi giorni ha già provocato migliaia di vittime e altrettanti feriti e mentre i palestinesi a Gaza vivono senza cibo, acqua e elettricità, l’esercito israeliano sta effettuando un attacco senza precedenti. La causa principale di questi tragici eventi è l’occupazione illegale dei territori palestinesi da parte di Israele e i continui crimini quotidiani che sono stati commessi contro il popolo palestinese per anni. Crimini commessi con la tolleranza e il sostegno che Israele riceve dalle grandi potenze imperialiste, ovvero gli Stati Uniti, l’Unione europea e il resto dei loro alleati”.

Da noi interpellato Filippo Beroggi, coordinatore del SISA spiega: “Per la FSM e il SISA è chiaro che l’unico modo per garantire e consolidare la pace e la sicurezza per la popolazione in Medio Oriente è porre immediatamente fine all’insediamento israeliano nei territori occupati, come previsto da diverse risoluzioni delle Nazioni Unite”!