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In Olanda gli ecologisti si schierano contro i contadini. Le periferie rurali abbandonate dalla sinistra europeista!

Se ne è parlato poco, ma le elezioni provinciali olandesi dello scorso mese di marzo andrebbero analizzate con serietà e capacità autocritica a sinistra: in tutte e dodici le province del regno, infatti, a conquistare il maggior numero dei seggi nei consigli provinciali è stato il BoerBurgerBeweging (BBB), il movimento contadino che unisce il conservatorismo rurale all’euro-scetticismo. Si tratta di un partito nato appena quattro anni fa e che nel parlamento nazionale dispone a malapena di un seggio: in un anno i consensi sono però schizzati da poco più di 100’000 voti a ben 1 milione e 406 mila voti.

L’UE vuole distruggere la sovranità alimentare olandese

Le cause di questa piccola “rivoluzione” del panorama politico olandese dopo nemmeno un anno dalle elezioni politiche del 17 marzo 2021 vanno ricercate nei progetti del governo per la riduzione dell’inquinamento da emissioni di azoto. La ministra dell’ambiente Christianne van der Wal – che in Olanda si chiama “ministro della Natura e della politica dei nitrati” – aveva infatti annunciato che il governo avrebbe ridotto le emissioni di azoto del 50 per cento (e del 70 per cento nei pressi delle riserve naturali) entro il 2030, e che ciò sarebbe stato ottenuto riducendo il numero degli allevamenti e dei capi di bestiame di un terzo, anche attraverso l’esproprio di aziende. Il discorso della ministra è un atto di guerra contro allevatori e agricoltori: «dovranno esserci tagli all’azoto prima che ci sia spazio per nuovi progetti come nuove case e investimenti energetici sostenibili: questo è il nostro “lockdown” economico»!

L’obbligo di riduzione delle emissioni di azoto è in realtà frutto di una sentenza del 2019 della Corte costituzionale olandese, che ha stabilito che il paese doveva attenersi ai diktat dell’Unione Europea e non poteva più rilasciare nuove autorizzazioni per emissioni di azoto se non compensandoli con la soppressione di altre emissioni. Da allora governo e parlamento ha preso di mira il mondo contadino con varie proposte di legge che ne vanno a colpire le attività, poiché queste – riguardanti 100 milioni di polli, 12 milioni di maiali e 4 milioni di bovini – rappresentano il 40% delle emissioni di azoto, mentre le attività industriali costituiscono solo il 7%.

In pratica l’UE vuole distruggere la sovranità alimentare olandese e i tecnici (cioè i giudici) hanno imposto una limitazione della sovranità nazionale del loro stesso Paese pur di obbedirvi. Ma evidentemente non hanno fatto i conti con il popolo…

Manifestazione dei contadini olandesi alla vigilia delle elezioni amministrative.

Il business “green” sfrutta il sentimentalismo ecologista della sinistra

La questione contadina non è di secondaria importanza nel PIL olandese: nonostante la superficie non enorme, l’Olanda è infatti – dopo gli USA e il Brasile – il terzo esportatore mondiale di prodotti agricoli e zootecnici: dai fiori alla carne, dai latticini agli ortaggi, l’export annuo olandese è pari a 100 miliardi di euro. E l’allevamento in tutto questo assume un ruolo significativo, basti pensare che la filiera della carne conta per quasi 10 miliardi di euro seguita a ruota da quella dei latticini che si avvicina ai 9 miliardi.

Negli ultimi 30 anni i contadini sono stati chiamati a investire ingenti somme per modernizzare i propri impianti e le loro fattorie, riducendo della metà le emissioni di azoto e diminuendo in modo importante l’inquinamento. Un enorme affare per le multinazionali che si sono convertite al business “green” e hanno saputo così sfruttare i buoni sentimenti della sinistra per perpetuare in realtà lo sfruttamento del capitalismo atlantico che si trovava in crisi.

Ovviamente tutti gli investimenti fatti dai contadini non bastano! Infatti l’ecologia è solo una scusa: le élite urbane olandesi premono sul governo affinché obbedisca ai diktat dell’UE e distrugga questo settore strategico dell’economia nazionale che ne garantisce l’indipendenza e l’autoapprovigionamento. In pratica siamo di fronte a una borghesia “verde” di privilegiati che vivono nel quadrilatero di Rotterdam, L’Aia, Amsterdam e Utrecht, che votano partiti progressisti di centro e della sinistra radical-chic. Indottrinati all’europeismo, l’ambizione di questi cittadini, spesso giovani, pur mascherata da un discorso ecologista a cui sono stati indotti a credere dai media, è quella di distruggere la sovranità nazionale, alimentare ed energetica dal loro stesso paese per inserirsi in una dimensione sovranazionale dove è l’élite di Bruxelles a comandare.

L’ecologia è una scusa: l’obiettivo è distruggere la sovranità delle nazioni

Era ovvio che i lavoratori e i contadini, le fasce popolari, non potevano accettare questo progetto élitario e cosmopolita confermata del leader dei Verdi di sinistra Jesse Klaver, che in una foga vegetariana, ha affermato che riguardo alla destinazione dei terreni «bisogna scegliere fra le case e le mucche». L’idea di espropriare le fattorie che producono alimenti per fare spazio alla speculazione edilizia dei “palazzinari” olandesi ha fatto infuriore le classi popolari che si sentono abbandonate dalla sinistra e che iniziano a odiare i Verdi radical-chic usciti con lo stampino dalle università americanizzate. Intervistato dal quotidiano frances “Le Figaro” un contadino olandese ha affermato infatti: «Non capisco come si possa dire che bisogna scegliere fra le vacche e le case. Capisco ancora meno come lo Stato abbia potuto acquistare crediti di azoto per compensare l’ampliamento dell’autostrada A27 e dell’aeroporto di Schiphol per le emissioni degli aerei. Stiamo davvero cercando di ridurre il nostro impatto sul clima?».

Rob Jetten e Jesse Klaver: i volti dell’élite urbana che ha dichiarato guerra ai contadini olandesi.

L’incoerenza pseudo-ecologista è stata però ribadita anche dal ministro per il clima e le politiche energetice Rob Jetten, esponente di D66, un partito social-liberale europeista, che sogna la trasformazione dell’Olanda in una “Berlino sul Reno” affollata di gru che costruiscono edifici energeticamente sostenibili: una ulteriore dimostrazione che il discorso ecologista è solo di facciata poiché questa continua cementificazione è in realtà solo atta a diminuire il grado di autoapprovigionamento dell’Olanda a favore quindi di una sua dipendenza dal commercio internazionale di derrate alimentari in mano alle multinazionali.

L’incapacità politica dei rampolli della sinistra europeista

In effetti la contraddizione principale di questa epoca storica è quella fra la sovranità nazionale (che torna ad essere un valore progressista) e il cosmopolitismo atlantico che vuole omologare tutto al servizio del grande capitale transnazionale. Sarebbe infatti errato credere che il BBB abbia raccolto solo i voti di allevatori e agricoltori quasi fosse un discorso corporativo: in realtà il partito che è guidato da una ex-democristiana ha saputo capitalizzare lo scontento dei ceti popolari che non vivono nel citato quadrilatero urbano e che da tempo subisce una continua erosione di servizi pubblici (ospedali, scuole, autobus, treni) a cui però vanno ad aggiungersi la costruzione di  nuovi centri di accoglienza per rifugiati. In pratica l’élite della sinistra radical-chic alleata ai partiti del centro borghese è riuscita a smantellare i servizi pubblici, fomentare il razzismo e aumentare la dipendenza dal grande capitale: un disastro anti-socialista promosso da chi si definisce tale. Evidentemente la confusione e l’incapacità politica non riguarda solo il PS e i Verdi svizzeri…