Non ne parlerà nessun libero giornalista in Svizzera, perché il conformismo e l’opportunismo che ormai dilaga in questa categoria impedirà di onorare la memoria di un giornalista davvero indipendente che, proprio per questo, venne isolato dai media mainstream. Il veterano del giornalismo canadese Tony Seed è morto nei giorni scorsi a 78 anni colpito da un arresto cardiaco.
Dal sindacalismo studentesco alla militanza internazionalista
Il suo impegno sociale iniziò sul finire degli anni ‘60 quando da studente alla Carleton University divenne redattore del giornale studentesco “The Carleton”. Nel 1967 fondò il giornale “Canadian Free Press”, una libreria cooperativa nel campus e un progetto di alloggi per studenti a Ottawa. Da rappresentante studentesco fu arrestato due volte e questa repressione lo avvicinò al movimento cosiddetto degli “Internazionalisti” di Toronto, a quel tempo vicini alle nuove idee che arrivavano dalla Cina maoista di cui il leader comunista Hardial Bain era il rappresentante fra i giovani canadesi. L’amicizia con Bain lo portò negli anni a schierarsi dalla parte degli operai e soprattutto dei contadini e dei pescatori, maturando una particolare sensibilità ecologica che, per Tony Seed, andava sempre vincolata alla questione sociale.
Una trafila di licenziamenti pur di non ubbidire agli editori
Il giornalismo, inteso come ricerca della verità e come militanza per emancipare ed educare i lavoratori, era la sua passione. Ha iniziato a lavorare per il “Globe and Mail” nel 1969, dove è passato rapidamente da semplice revisore di bozze a redattore responsabile di importanti reportages. Nel 1971 è stato candidato al Canadian Journalism Award per una serie di articoli che denunciavano gli abusi della Commissione federale per l’assicurazione contro la disoccupazione nei confronti delle persone senza lavoro. Difendendo la sua posizione e rifiutandosi di scrivere falsità fu licenziato dallo stesso “Globe and Mail”solo nove giorni dopo essere stato selezionato per il premio. In seguito gli fu fatta terra bruciata intorno, a causa della sua vicinanza alle lotte sindacali: il monopolio dei media canadesi non lo fece più lavorare. Tony Seed non chinò il capo e non rinunciò alle sue idee, al contrario investì tutto se stesso per sviluppare mezzi di comunicazione di massa indipendenti e nel contempo si dedicò alla politica, aderendo al Partito Comunista del Canada-Marxista Leninista (PCC-ML) arrivando persino a trasferirsi ad Halifax per implicarsi in prima persona non solo in importanti lotte ecologiste e sindacali, dallo sciopero dei pescherecci nell’inverno 1974 alla campagna contro l’estrazione di gas e petrolio nel Golfo di San Lorenzo, ma anche per fondare proprio le prime sezioni del PCC-ML in quella parte del Paese.
Un giornalista contro la guerra
Mentre i soloni nostrani, che anche dopo la pensione si riempiono la bocca di “libertà di stampa” ma che nemmeno conoscono i loro colleghi realmente perseguitati come Seed, e passano il tempo a incensare gli americani che bombardano l’Afghanistan e ad auspicare l’intervento coloniale francese contro la rivoluzione nigerina, i veri giornalisti di sinistra sono sempre stati al servizio della pace. Tony Seed non faceva eccezione: i suoi articoli, i suoi opuscoli e le sue ricerche hanno avuto un ruolo importante nel movimento pacifista canadese degli anni ’80. Attivista instancabile del movimento contro la guerra, Tony Seed ha contribuito ad esempio a fondare il Comitato “No Harbour for War” di Halifax, che ha riunito migliaia di cittadini. Ha guidato la campagna per cambiare il nome del Parco Cornwallis nel centro di Halifax in Peace and Friendship Park.
Servire il popolo!
Tony Seed ha svolto un ruolo attivo nello sviluppo dei media indipendenti e del giornalismo militante al servizio della classe operaia, ed è in questa veste che è diventato famoso e rispettato. È stato infatti un eccellente giornalista investigativo e in Nuova Scozia ha fondato la pluripremiata rivista Shunpiking, di cui è stato caporedattore ed editore che nel 1995 venne insignita del Nova Scotia Environment Award per “l’eccezionale contributo al miglioramento e alla conservazione dell’ambiente della Nuova Scozia”. In difesa dei diritti di tutti, Shunpiking ha pubblicato un supplemento annuale sulla storia dei neri e ha rotto il silenzio sulla storia dello schiavismo e delle pratiche coloniali britanniche in Canada. Attraverso la sua società New Media Services, ha aiutato una miriade di organizzazioni comunitarie e per questo era molto rispettato dai suoi colleghi giornalisti, teneva lezioni nelle scuole di giornalismo ed era spesso consultato da chi lavorava nei media indipendenti. Nel 2002 aveva coraggiosamente sfidato la lobby sionista e pubblicato un dossier a favore della liberazione nazionale della Palestina e due anni più tardi, nel 2004, ha dato vita a un seminario internazionale sulla disinformazione e nel 2006, Tony Seed ha ricevuto il premio Giornalista dell’anno dal Congresso islamico canadese per aver difeso i diritti di tutti nei media. Dopo essersi trasferito in Ontario nel 2011 ha continuato a fare ricerca e a scrivere, producendo due blog: uno sugli affari politici e militari e l’altro sullo sport amatoriale, di cui era appassionato e persino allenatore.
Solidale con i popoli arabi, condannò la guerra della NATO contro la Russia!
Nel 2014 è stato invitato a partecipare come osservatore internazionale alle elezioni presidenziali nella Repubblica Araba di Siria sotto attacco dell’imperialismo statunitense. Ha scritto molto sulle attività dei sionisti israeliani nei campi profughi palestinesi, a Gaza e in Cisgiordania, nonché in Libano, sull’incitamento di Washington nella guerra in Siria e sulle cosiddette “rivoluzioni colorate” in altri Paesi, il tutto culminato in un’ampia copertura del colpo di Stato filo-UE in Ucraina nel 2014. Ha denunciato l’assistenza del Canada e degli Stati Uniti alla presa del potere dei fascisti in Ucraina e un anno fa ha individuato con acume politico la strategia della disastrosa guerra per procura condotta dagli Stati Uniti e dalla NATO per isolare e annientare la Russia.
I comunisti canadesi custodiranno l’eredità di Tony Seed
I contributi di Tony Seed al giornalismo indipendente e per fare del Canada una zona di pace e di sovranità popolare sono stati innumerevoli. Ora che non lui c’è più il suo archivio e la sua biblioteca sarà donato al Centro Culturale Hardial Bains che li metterà a disposizione di tutti coloro che intendono fare ricerca su temi quali la storia militare canadese e la storiografia della Guerra Fredda, i popoli aborigeni, la comunità nera, ecc. Per decisione del Comitato centrale, il nome di Tony Seed sarà aggiunto a quelli ricordati al monumento funebre del PCC-ML nel cimitero di Beechwood a Ottawa. Nel frattempo stanno arrivando in Canada i primi messaggi di cordoglio da tutto il mondo: anche dal nostro Paese è partita un messaggio di condoglianze firmato da Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista.