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Guerra in Ucraina: quando gli anarco-comunisti collaborano coi fascisti…

Quel pezzo di “sinistra” che è schierata attivamente al fianco dell’Ucraina ha subito ultimamente perdite importanti: ad aprile sono stati uccisi nei combattimenti a Bachmut l’ex marine americano Cooper “Harris” Andrews; l’irlandese Finbar Cafferkey, il russo Dmitri Petrov e altri cosiddetti “volontari internazionali” (o per meglio dire: mercenari al servizio della NATO). Petrov era uno dei fondatori della BOAK, l’Organizzazione armata degli anarco-comunisti e responsabile tra l’altro di sabotaggi alle linee ferroviarie in Russia. In passato Petrov, come anche Cafferkey, combatteva nella guerriglia curda delle YPG (Unità di difesa del popolo curdo) nel cosiddetto Rojava, la regione siriana occupata dagli americani. Dopo l’avventura curda, in cui ha propugnato il “Confederalismo Democratico”, una sorta di comunismo primitivo autogestionario, nel 2022 si era trasferito in Ucraina per imbracciare le armi contro il “regime fascista” del Cremlino. Insomma là dove faceva comodo agli USA, lui c’era!

Il solito copione dal Rojava all’Ucraina

C’è da chiedersi a questo punto se si tratti solo di un estremista anarchico alla ricerca di emozioni forti, di un romantico turista della guerriglia eroica, o se siamo di fronte qualcosa di più: e cioè un agente infiltrato per conto dei servizi segreti atlantici. Nessun complottismo: si tratta di una domanda, in realtà, assolutamente legittima. Non solo perché questi “guerriglieri di sinistra” agivano di fatto al fianco dei governi atlantici e della NATO, ma anche perché i loro bersagli sono sempre stati a sinistra: sia nel Rojava come poi in Ucraina hanno sempre sparato contro i militanti del Partito Comunista Siriano e del Partito Comunista della Federazione Russa.

Dal Rojava all’Ucraina: un percorso comune a numerosi sedicenti “guerriglieri rivoluzionari”…

Secondo il fondamentalista cristiano Dmitro Korchinsky, ex leader dell’UNA-UNSO di estrema destra, gli anarco-comunisti di cui sopra si erano addirittura arruolati nel suo battaglione di sabotaggio Bratstvo (Fratellanza). Korchinsky, fondatore nel 2013 una prima unità chiamata “I cento di Gesù Cristo” sul modello delle milizie terroriste dell’ISIS, aveva dichiarato nel 2015: “Combatteremo finché Mosca non sarà in fiamme”. “Quando si sono uniti alla Fratellanza, avevano strane convinzioni di sinistra”, ha scritto Korchinsky su Petrov, Cafferkey e Andrews sul suo canale Telegram. “Nella Fratellanza hanno imparato a rispettare la fede e ad amare il Signore. Partecipavano alle funzioni religiose”.

I servizi segreti infiltrano i movimenti disorganizzati della sinistra

I tre combattenti ucraini non sono apparentemente gli unici strani personaggi apparentemente di sinistra ad essersi facilmente integrati in realtà neofasciste: il britannico Shaun Pinner, anch’egli veterano dell’YPG curdo, si era unito nientemeno che al famoso Battaglione neonazista “Azov” prima di essere detenuto a Mariupol nella primavera del 2022. Il presunto “Antifa” Yuri Samoylenko, anch’egli organizzato nel BOAK “anarco-comunista” ha invece prestato servizio nel 6° battaglione del Corpo Volontari Ucraini DUK, una milizia controllata dal Partito neo-nazista ucraino “Pravyj Sektor”.

Le curiose frequentazioni di militanti anarchici come Sergei Petrovichev…

L’anarchico russo Sergei Petrovichev si era invece rivelato un fascista a tutti gli effetti posando addirittura in fotografia con i simboli dell’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA), che aveva assistito la Germania hitleriana nella Shoah degli anni ’40, e si era fatto fotografare a braccetto con noti militanti neonazisti e sostenitori della divisione SS “Galizia”. Petrovichev frequentava anche l’entourage del “Rex Bianco” Denis Kapustin, capo del cosiddetto Corpo Volontario Russo filo-ucraino responsabile dei recenti raid a Belgorod. Secondo l’esperto britannico di politica di sicurezza russa Mark Galeotti, la banda – così come i sabotatori anarchici – è sotto il controllo dell’intelligence militare di Kiev.

Non solo armi: la guerra la fanno anche i giornalisti

Una guerra non si combatte solo con le armi, ma anche con la propaganda. Chi sono dunque i giornalisti che sostengono in modo più veemente questi combattenti “libertari”? Uno di essi è Jake Hanrahan, che dal 2018 gestisce un progetto di video-reportage finanziato da donazioni chiamato “Popular Front” ed era già attivo – guarda caso – nella solidarietà con il Kurdistan. Nel 2022, il regista, che oggi ha 33 anni, ha ricevuto molti incoraggiamenti dai centri sociali autogestiti europei e della scena degli autonomi di sinistra occidentali con il suo documentario sulla banda di hooligan presuntamente “antifa” dell’FC Arsenal Kiev (“Hoods Hoods Klan”), che vogliono “divertirsi” e “uccidere i maiali russi”. Il 9 maggio ha postato su un canale del Fronte Popolare una foto di una replica della bandiera della vittoria sovietica issata dall’Armata Rossa sul Reichstag a Berlino nel 1945, calpestata con gli stivali.

Hooligan “antifa” dell’Arsenal Kiev posano con armi e una bandiera anarchica.

Interpellato della piattaforma mediatica italiana Voxkomm sui suoi legami con l’estrema destra insurrezionale, ha tagliato corto: “In guerra si devono fare alleanze insolite”. Sempre Voxkomm, che ha smascherato queste strane alleanze tra personaggi di “sinistra” con i neonazisti dopo il golpe di Euromaidan a Kiev, ritiene che gli anarco-comunisti che ora “si trovano dall’altra parte della barricata” siano solo utili idioti manipolati dalla macchina propagandista delle pubbliche relazioni della NATO: sono serviti a “costruire la narrativa” secondo cui le organizzazioni di sinistra serie stanno combattendo contro la Russia insieme ai militanti di destra. Sicuramente questa narrazione esiste ed è un pezzo fondamentale della propaganda filo-atlantista in Occidente rivolta soprattutto ai giovani e nel contempo per disarmare ideologicamente quel che resta della sinistra, ma non sempre si tratta di “utili idioti”, cioè di militanti sinceri che vengono strumentalizzati dai servizi di intelligence, in alcuni casi sono essi stessi agenti, preparati ed addestrati militarmente per infiltrare e deviare quei partiti politici, quei sindacati o quelle redazioni che possono influenzare il pensiero di chi normalmente non accetterebbe le verità di Washington…