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Precariato giovanile: abolire gli stages non pagati e rafforzare gli Uffici regionali di collocamento

In Ticino il precariato giovanile rappresenta uno dei principali problemi che affligge i giovani ed è causato dalla deteriorazione delle condizioni di lavoro, dal dumping salariale e dall’impiego spropositato dei contratti a termine. La crescente concorrenza per accedere al mondo del lavoro fa sì che spesso i giovani debbano accettare delle posizioni lavorative instabili, che allontanano sempre più la prospettiva di un’emancipazione economica. Molti giovani ticinesi sono quindi costretti a cercare migliori opportunità di lavoro Oltralpe. In questo modo il Ticino rischia di perdere talenti preziosi e di aumentare la propria dipendenza dalla manodopera estera. Questa situazione si aggrava se si considera l’attuale carovita.

La politica ticinese non dovrebbe più sottrarsi dal rispondere urgentemente a questa situazione, dal rivedere la propria legislazione e dal ripensare i servizi che aiutano i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro. In questo senso, la Gioventù Comunista ha consegnato lo scorso luglio una petizione con oltre 1’000 firme che chiedeva al Consiglio di Stato di intervenire per porre un freno al precariato giovanile. Una delle misure proposte riguardava l’abolizione degli stage non retribuiti e l’adozione di un regolamento che preveda dei compensi dignitosi e adeguati al grado di formazione. In alcuni casi, gli stagisti vengono sfruttati dai datori di lavoro per ridurre i costi del personale e non viene fornita un’adeguata formazione. Questo fenomeno si verifica anche nell’ambito degli apprendistati: il salario minimo degli apprendisti è troppo basso e capita spesso che i giovani siano incaricati di svolgere unicamente dei “lavoretti” con scarso valore formativo senza nessun’occasione di mettersi alla prova e imparare davvero il mestiere. Anche una volta terminata la formazione molti giovani faticano a trovare un posto di lavoro adeguato. In questo senso bisognerebbe potenziare il servizio degli Uffici regionali di collocamento e rivederne il funzionamento, aumentando l’offerta di programmi di inserimento professionale.

Il precariato giovanile in Ticino rappresenta un problema complesso e che richiede di cercare delle soluzioni su più fronti: a partire dall’abolizione degli stage non pagati, dall’introduzione di un salario minimo di 1’000 franchi per gli apprendisti, da una formazione adeguata durante il tirocinio e dal potenziamento degli Uffici regionali di collegamento e delle altre offerte di orientamento professionale.

Angelica Forni

Angelica Forni, classe 1998, ha conseguito un Bachelor in Relazioni internazionali a Ginevra e sta studiando Public Management all'Università della Svizzera italiana. È consigliera comunale a Losone e fa parte del coordinamento della Gioventù Comunista Svizzera (GC).