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Concretizzare la sovranità alimentare: il Partito Comunista rilancia il dibattito dopo l’entrata in vigore dell’articolo costituzionale

Un anno dopo la votazione popolare che ha inserito il principio di sovranità alimentare nella Costituzione ticinese, su iniziativa del Partito Comunista (PC), nel Malcantone si è svolta a fine ottobre una conferenza con alcune realtà per capire come mettere a frutto e concretizzare l’importante conquista agricola, sociale e ambientale, che da poco ha ottenuto la garanzia federale ed è quindi a tutti gli effetti una pionieristica e avveniristica opportunità al Sud delle Alpi.

Niki Paltenghi, membro del Comitato Centrale del PC, ha dato il benvenuto alla ventina di presenti nella sala del Maglio del Malcantone, riportato a lustro durante quest’anno e che ha già accolto numerosi visitatori/trici d’estate. Lea Ferrari, deputata del Partito Comunista in Gran Consiglio, ha ricordato il lungo iter di circa 6 anni che ha portato dall’atto parlamentare alla garanzia federale per l’introduzione della sovranità alimentare tra gli obiettivi sociali della nostra Costituzione. Ci sono diversi atti pendenti del Partito Comunista volti a realizzare questo principio costituzionale, tra cui un banco alimentare e un fondo di ricerca per affrontare il cambiamento climatico. In questo solco si desidera raccogliere tutti gli spunti da chi quotidianamente agisce per la sovranità alimentare.

Gabriele Bianchi, presidente di BioTicino ha delineato una prospettiva ottimistica per un’agricoltura ticinese formata da giovani volenterosi che con innovazione affrontano le sfide del settore, riscoprendo e ricoltivando anche terreni più difficili in regioni discoste. Sofia Cereghetti, specialista in cambiamenti climatici, ha fornito tre punti cardinali di un sistema agroalimentare resiliente: esso deve potersi adattare continuamente, deve considerare le esigenze della comunità (socialmente ed economicamente) ed essere interconnesso con le componenti naturali. Zeno Boila ha presentato la Cooperativa Seminterra, messa a dura prova dalla grandine e dal maltempo, ma che il legame di solidarietà con i consumatori hanno aiutato a superare. Tra gli esempi citati vi è quello del Comune di Zurigo, dove si è deciso di sostenere progetti agricoli non sulla base dello statuto di azienda agricola, con l’obiettivo di raggiungere un sistema agricolo diversificato e inclusivo.

Ha avvalorato inoltre il concetto di sovranità alimentare il luogo che ha ospitato la conferenza, infatti gli aspetti culturali sono un parte imprescindibile che influenza le scelte, accresce il benessere e comprende la relazione con la natura di una popolazione. Il Maglio del Malcantone è un mulino costruito attorno al 1860 nell’omonima regione. Qui si producevano oggetti in ferro destinati ad attività agricole e selvicolturali grazie al grande martello (il maglio) azionato dalla ruota spinta dell’acqua. Nel 1941 la struttura fu danneggiata irreparabilmente da un violento temporale che purtroppo sancì la fine delle attività produttive. Nel 1992 il Maglio venne ristrutturato e destinato a museo con l’obiettivo di tramandarne il patrimonio alle generazioni future. Oggi, grazie ad una nuova gestione, il Maglio del Malcantone gode anche di una piccola buvette con dei prodotti locali ed un’offerta ricreativo-culturale inerente alla storia del mulino, valorizzando temi quali la comprensione del territorio e le sue risorse.

La riflessione relativa all’implementazione della sovranità alimentare non è che agli inizi ed il Partito Comunista ha già annunciato un secondo evento che avrà luogo giovedì 15 dicembre presso l’agriturismo La Festuca a Biasca: una nuova e preziosa occasione per confrontarsi sulle sfide dell’agricoltura ticinese e sui passi da intraprendere per un sistema agro-alimentare forte, diversificato ed inclusivo.