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Il Congresso della SDAJ si oppone al riarmo e denuncia: “Berlino sta indottrinando i giovani alla guerra”

A Eschborn nella Germania centro-occidentale si è concluso nelle scorse settimane il 25° congresso nazionale della SDAJ, la Gioventù Socialista Operaia Tedesca, un movimento giovanile di tradizione marxista-leninista che, pur restando indipendente, lotta al fianco del Partito Comunista Tedesco (DKP), il cui presidente Patrick Köbele ha recentemente promosso un appello comune proprio con la SDAJ a favore della pace e contro l’imperialismo. L’organizzazione giovanile, oltre a un bilancio del proprio lavoro degli ultimi due anni, ha discusso soprattutto di guerra e pandemia. I delegati, eletti in rappresentanza delle 36 sezioni locali, hanno adottato all’unanimità la decisione di lanciare una campagna di sensibilizzazione intitolata “Vogliamo la pace! No al riarmo!”.

“Il nemico marcia alla nostra testa”

Andrea Hornung, presidente nazionale della SDAJ, spiega che sarà convocata una conferenza dei giovani contro la guerra in cui “discutere come combattere il riarmo qui in Germania e quindi schierarci contro il nemico principale”. Il nemico principale è la NATO e i suoi agenti sul territorio tedesco. L’evento dovrebbe godere del sostegno, oltre che del DKP, anche dell’Unione degli studenti socialisti democratici (SDS), cioè il sindacato studentesco della LINKE. Il congresso ha stabilito – continua Hornung – che “lottando contro il riarmo, combattiamo allo stesso tempo il nostro principale nemico: l’imperialismo tedesco. Vogliamo mostrare che tipo di riarmo sta avvenendo e che cosa significa per i lavoratori: smantellamento della democrazia e taglio della socialità. La militarizzazione della società sta avanzando e il nostro compito comune è quello di orientare il movimento per la pace contro la politica guerrafondaia della Germania nella NATO e nell’UE”.

I giovani non ci stanno: “l’esercito entra nelle scuole per indottrinarci”

Nella sua relazione al Congresso, la presidente della SDAJ è stata molto netta, affermando che “l’esercito tedesco svolge un ruolo centrale nel tentativo dell’Occidente di difendere il proprio dominio globale in declino contro la Cina”. Tutto ciò influisce sulla vita delle nuove generazioni secondo Andrea Hornung, che denuncia la guerra psicologica per indottrinare le menti dei giovani tedeschi al pensiero atlantista che giustifica la corsa agli armamenti. “Negli ultimi anni – spiega sempre la leader giovanile – la Bundeswehr ha cercato sempre più di essere presente nello spazio pubblico, attraverso manifesti, serie su YouTube e social network come TikTok. La presenza è aumentata nuovamente a causa della pandemia, ad esempio con l’impiego dei militari in ambito sanitario. I cosiddetti Jugendoffiziere sono poi ufficiali che sempre più spesso si recano nelle scuole per fare propaganda contro la Russia e per reclutare i giovani nelle forze armate”.

La Bundeswehr tedesca si presenta spesso nelle scuole per reclutare giovani nelle forze armate.

In Germania in effetti il servizio militare non è più obbligatorio, ma la SDAJ avverte: “si sta discutendo della reintroduzione della leva obbligatoria”, il modo più semplice per convincere le nuove generazioni dell’utilità della guerra. Ma i delegati riuniti a Eschborn sono stati chiarissimi: “dobbiamo opporci a questa propaganda bellica e creare la consapevolezza che noi giovani non siamo interessati alla guerra e al riarmo”! In effetti – spiega Andrea Hornung – “mentre i fondi per le armi si trovano, negli ultimi anni sempre più piscine e centri giovanili sono stati chiusi, l’edilizia scolastica è in crisi con un arretrato di 60 miliardi di euro per le ristrutturazioni delle scuole pubbliche, un bambino su cinque in Germania cresce in povertà e un giovane su tre presenta problemi psicologici perché il sistema non offre prospettive”.

Per la SDAJ, la pandemia viene usata per limitare libertà e diritti!

Il giudizio dei giovani comunisti tedeschi è durissimo anche sulla gestione della crisi pandemica: il COVID-19 viene infatti definito quale “forza trainante per la ristrutturazione reazionaria dello Stato”. Insomma con la scusa dei contagi il governo tedesco ha prima di tutto schierato i militari all’interno del paese per compiti civili, poi ha limitato fortemente la libertà di riunione (danneggiando anzitutto partiti di sinistra e sindacati) e infine sono state vietate le manifestazioni pacifiste, ecc. Come se non bastasse Andrea Hornung spiega che “stiamo anche assistendo a un’ingerenza nei diritti personali sul posto di lavoro: il padrone adesso ha il diritto di chiedere informazioni sullo stato di vaccinazione dei lavoratori” oltre naturalmente agli altri attacchi sulle prestazioni sociali e per l’aumento dell’età pensionabile.

Il congresso della SDAJ ha definito le priorità dell’organizzazione: pace, lavoro e diritti per i giovani tedeschi.

La lotta per i diritti sociali di giovani operai e degli studenti è importante, certo, ma la priorità per la SDAJ resta la pace: “siamo molto uniti nel dire – dichiara sempre Hornung – che il nostro compito ora è quello di lottare contro il riarmo qui in Germania, di puntare il dito contro l’imperialismo tedesco, la NATO e l’UE e di far capire che l’aggressione viene da loro e non dalla Russia”. Per poterlo fare però la SDAJ deve porsi alcuni obiettivi: “una crescita numerica come associazione, l’accoglienza di più persone”. La situazione politica infatti con crisi economiche, pandemie, guerre e catastrofi ambientali “ci permette di promuovere la nostra organizzazione in modo più offensivo” conclude la giovane dirigente comunista tedesca.