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Il Congresso Sindacale Mondiale si oppone alla corsa al riarmo e alla russofobia: “il conflitto l’ha voluto la NATO”!

Il saluto iniziale che ha aperto il 18° Congresso Sindacale Mondiale svoltosi a Roma agli inizi di maggio è stato affidato a Pierpaolo Leonardi, dirigente dell’Unione Sindacale di Base (USB), che ha subito messo in chiaro la pregiudiziale antifascista dell’evento e ha annunciato che una delegazione del Congresso si sarebbe recata alle Fosse Ardeatine per rendere omaggio alle vittime del nazismo. Leonardi ha infatti chiarito, riferendosi al contesto ucraino, che “con la complicità dell’Unione Europea e della NATO si riaffacciano prepotentemente il nazismo e il fascismo in Europa” e ha continuato: “la guerra e le sanzioni stanno già provocando gravi problemi alle popolazione di tutto il mondo su cui si rovesciano le conseguenze del blocco delle fonti energetiche e dello spostamento di risorse dal welfare alle spese militari”. Saranno insomma “le masse popolari e i lavoratori a pagare il prezzo più alto” ha affermato il sindacalista romano, invitando per questo a porre la classe operaia in prima fila nel movimento per la pace.

I portuali italiani bloccano le armi all’Ucraina

Nel corso del dibattito congressuale ha preso la parola a nome di USB anche Cinzia Della Porta, poi eletta all’unanimità nella Segreteria della Federazione Sindacale Mondiale (FSM), la quale ha anzitutto identificato le “potenze euroasiatiche” come “antagoniste all’imperialismo” e ha quindi lodato la lotta dei portuali italiani che stanno ostacolando l’invio di armi all’Ucraina. L’USB ha poi distribuito un volantino in cui si ricorda come i porti siano sempre stati utilizzati per spostare materiale bellico destinato ai vari teatri di guerra. “La presenza in Italia e in Europa di numerosi basi della NATO […] ha intensificato negli anni l’uso improprio degli scali portuali civili” e fin dal 2019 “soprattutto grazie all’esempio dei portuali genovesi del CALP, sostenuti dall’USB, si è creato un forte movimento di opposizione a tali traffici”. Ai camalli di Genova si sono aggiunti nel frattempo i lavoratori del porto di Livorno che si sono rifiutati di procedere nelle operazioni di carico delle “navi della morte”. L’USB continua: “con la guerra in Ucraina e il rischio di un’escalation militare fortemente voluta dai governi occidentali e della NATO questa opposizione sta crescendo. I lavoratori non vogliono essere complici del conflitto alimentando i guadagni dell’industria bellica”. Da qui l’invito alla FSM di istituire “una giornata internazionale di mobilitazione contro il traffico di armi nei porti e contro la guerra”.

Per Cinzia Della Porta (USB) “i lavoratori non vogliono essere complici del conflitto”.

Mavrikos: “in Ucraina sono cadute le maschere degli ipocriti”

Nettissimo nei suoi giudizi il segretario generale uscente della FSM, l’ex-deputato greco Georgios Mavrikos, che ha letteralmente ribaltato tutte le narrazioni dei media main-stream atlantisti che da due mesi ci indottrinano per fomentare l’odio anti-russo e illuderci sul carattere progressivo della cosiddetta resistenza ucraina. Mavrikos ha infatti chiarito che la guerra in Ucraina è scoppiata a causa dell’espansionismo della NATO e ha chiesto al governo degli Stati Uniti di abbassare la tensione. Il carismatico leader operaio ellenico, nella sua relazione conclusasi con una standing ovation, ha tuonato “stiamo assistendo in Ucraina alla stretta cooperazione dei neo-liberisti, dei socialdemocratici e dei neo-nazisti”: in Ucraina infatti “sono cadute le maschere degli ipocriti!”. Mavrikos ha quindi definito il regime di Volodimir Zelenzky “un governo neo-fascista” che collabora con “i battaglioni neo-nazisti” e quindi ha condannato l’invio di armi occidentali alle truppe ucraine: “il sostegno dei neo-nazisti in Ucraina mostra il vero volto degli Stati Uniti, della NATO e dell’Unione Europea. Tutti loro stanno legittimando il nazismo. Ecco perché suoniamo il campanello d’allarme!”. A dare manforte al sindacalista greco ci ha pensato il presidente del sindacato rivoluzionario turco Nakliyat-İş, Ali Rıza Küçükosmanoğlu, che ha accusato gli USA e l’UE di fomentare la guerra in Ucraina e di legittimare gruppi neonazisti. È stata poi la volta del delegato del sindacato dei ferrovieri della CGT francese, un sindacato che è tornato nella FSM disobbedendo ai vertici riformisti di Parigi, che ha chiarito che “è nella guerra che si scoprono gli amici e si smascherano i nemici” e ha invitato i militanti europei a intensificare le azioni contro il potere europeista poiché “significa colpire il cuore dell’imperialismo”!

Secondo George Mavrikos quello di Zelensky è “un governo neo-fascista”.

Una campagna di solidarietà operaia contro il fascismo!

Applauditissimo il delegato russo Evgenii Kulikov, segretario generale della Soyuz Profsoyozov Russia (SPR), ovvero l’Unione dei Sindacati di Russia, che al termine dell’assise è stato eletto membro del Consiglio presidenziale della Federazione Sindacale Mondiale. Mentre altrove lavoratori, musicisti, artisti, imprenditori, ecc. vengono licenziati, isolati e discriminati in termini razzisti solamente per essere di origine russa a meno di fare pubblica abiura del proprio governo (un atto di fede che non avveniva dai tempi del fascismo), nel movimento operaio la cultura internazionalista continua a prevalere. Nel suo intervento il dirigente sindacale russo ha chiesto di lanciare una campagna di solidarietà sindacale contro il fascismo che l’Ucraina ha sdoganato e che oggi torna ad essere un rischio per il mondo. Egli ha quindi correttamente identificato la contraddizione contemporanea sul piano geopolitico nel conflitto fra unipolarismo e multipolarismo, insistendo affinché la FSM rafforzi la propria presenza nei paesi emergenti del BRICS, enfatizzando l’apertura di un ufficio sindacale per l’intera Eurasia: lì sta infatti il futuro del sindacalismo di classe. Kulikov ha spiegato che per affrontare la crisi egemonica in cui sono sprofondati, gli Stati Uniti mirano ad alimentare la guerra cercando di trascinare la NATO e le loro multinazionali nel conflitto in Ucraina. “Finché insomma esisterà la NATO il mondo sarà in pericolo” cha chiosato il leader del SPR.

Il sindacalista russo Evgenji Kulikov è stato eletto nel Consiglio presidenziale della FSM.

Il SISA: “No al servizio militare obbligatorio agli ordini della NATO”!

A insistere nella lotta contro il militarismo atlantico è stato anche il delegato svizzero Filippo Beroggi, coordinatore del Sindacato SISA, che ha dal canto suo ricordato dell’esistenza nel Canton Ticino di uno sportello sindacale per aiutare i giovani coscritti che rifiutano di prestare servizio nell’esercito svizzero sempre più sotto controllo della NATO. Il delegato elvetico ha sottolineato l’importanza di istituire ogni primo di settembre una Giornata internazionale di azione sindacale contro la guerra e per la riduzione delle spese militari, ma ha avvertito: “purchè sia chiaro che la pace potrà esistere solo una volta superato l’imperialismo e raggiunto il multipolarismo”.

Il sindacalista studentesco Filippo Beroggi ha chiarito che “la pace potrà esistere solo una volta superato l’imperialismo”.

L’America latina all’avanguardia nella lotta per il multipolarismo

I sindacalisti latinoamericani sono stati a Roma fra i più determinati nel leggere in termini anti-imperialisti il conflitto di classe. Il delegato della Confederazione Generale dei Lavoratori del Perù (CGTP), dopo aver ribadito che la responsabilità della guerra in Ucraina è statunitense e non russa, si è lanciato in una previsione: al termine delle ostilità la Cina socialista e i paesi emergenti avranno ancora maggiore importanza sul piano globale e l’imperialismo atlantico ne uscirà ridimensionato. Analisi analoga anche da parte della Centrale dei Lavoratori del Brasile (CTB), il cui rappresentante ha insistito sulla necessità di avanzare sempre di più verso il multipolarismo anche perché questo segna “il declino degli USA”. Ed è proprio l’irreversibile declino americano a spingere la Casa Bianca a “violentare le nazioni sovrane”. Anche i sindacalisti cubani, venezuelani e nicaraguensi non sono stati da meno nel chiamare la FSM ad approfondire la linea politica che unisce il protagonismo operaio con il patriottismo anti-imperialista.

Al congresso della FSM erano presenti sindacalisti da tutto il mondo.

I sindacati indiani contro l’uso del dollaro nel commercio estero

La rappresentanza dei sindacati indiani ha esaminato la situazione geopolitica parlando della guerra come di un conflitto non fra Russia e Ucraina ma fra Russia e Stati Uniti, riconoscendo indirettamente a Kiev lo status di colonia americana. Il sindacalista dell’All India Trade Union Congress (AITUC) ha poi condannato le sanzioni anti-russe: non solo tuonando che “gli USA dovranno pagare il prezzo delle loro atrocità!” ma anche spiegando come “gli USA usano il dollaro come arma” sottolineando quindi l’importanza di iniziare un processo di de-dollarizzazione dell’economia mondiale per poter garantire la sovranità dei popoli dall’imperialismo. Il delegato indiano ha poi condannato il “green new deal” con cui la sinistra ecologista di fatto restituisce forza all’imperialismo, riformandolo.