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Come il presidente ebreo ucraino Zelensky ha fatto pace con i paramilitari neonazisti in prima linea nella guerra con la Russia

Mentre i media occidentali usano l’eredità ebraica di Volodymyr Zelensky per confutare le accuse di influenza nazista in Ucraina, il presidente ha ceduto alle forze neonaziste e ora dipende da loro quali combattenti in prima linea.

Pubblichiamo qui di seguito un articolo di Alexander Rubinstein e Max Blumenthal apparso originariamente su The Gray Zone e tradotto in italiano da Matteo Bortolon per La Fionda.


Nell’ottobre 2019, mentre la guerra in Ucraina orientale si andava trascinando, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Zolote, una città incastonata nella “zona grigia” del Donbass, dove oltre 14.000 persone sono state uccise, principalmente della parte filo-russa. Lì, il presidente ha incontrato gli induriti veterani  delle unità paramilitari di estrema destra che continuavano a combattere contro i separatisti a poche miglia di distanza.

Eletto su una piattaforma di de-escalation delle ostilità con la Russia, Zelensky era determinato a far rispettare la cosiddetta formula Steinmeier concepita dall’allora ministro degli Esteri tedesco Walter Steinmeier che aveva portato ad indire le elezioni nelle regioni di lingua russa di Donetsk e Lugansk.

In un faccia a faccia con i militanti del battaglione neonazista Azov che avevano lanciato una campagna chiamata “No alla capitolazione” per sabotare l’iniziativa di pace, Zelensky ha incontrato un muro di ostinazione. Con gli appelli per il disimpegno fermamente respinti dalla linea del fronte, Zelensky si è sciolto davanti alla telecamera. “Sono il presidente di questo Paese. Ho 41 anni. Non sono un perdente. Sono venuto da voi e ve l’ho detto: deponete le armi”, ha implorato Zelensky i combattenti (vedi qui).

Una volta che il video del burrascoso confronto si è diffuso sui canali dei social media ucraini, Zelensky è diventato il bersaglio di una violenta reazione. Andriy Biletsky, il leader del battaglione Azov orgogliosamente fascista che una volta si era impegnato a “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale … contro gli “Untermenschen” [“persone inferiori”, una espressione tipicamente nazionalsocialista, n.d.t.] guidato dai semiti”, ha promesso di portare migliaia di combattenti a Zolote se Zelensky avesse continuato a insistere. Nel frattempo, un parlamentare del partito dell’ex presidente ucraino Petro Poroshenko fantasticava apertamente sul fatto che Zelensky fosse fatto a pezzi dalla granata di un militante.

Sebbene Zelensky abbia ottenuto un modesto disimpegno, i paramilitari neonazisti hanno intensificato la loro campagna “No capitolazione”. E nel giro di pochi mesi, a Zolote sono ricominciati i combattimenti, innescando un nuovo ciclo di violazioni degli accordi di Minsk.

A questo punto, il battaglione Azov era stato formalmente incorporato nell’esercito ucraino e la sua ala di vigilantes di strada, nota come Corpo Nazionale, era stata schierata nel paese sotto la sorveglianza del ministero dell’Interno ucraino e insieme alla polizia nazionale. Nel dicembre 2021, Zelensky sarebbe stato visto consegnare il premio “Eroe dell’Ucraina” a un leader del settore fascista di destra in una cerimonia al Parlamento ucraino.

Come il presidente ebreo ucraino Zelensky ha fatto pace con i paramilitari neonazisti in prima linea nella guerra con la Russia
Zelenski conferisce al comandante di Pravy Sektor l’onorificenza “Eroe dell’Ucraina”

A mano a mano che si avvicinava un conflitto su vasta scala con la Russia la distanza tra Zelensky e i paramilitari estremisti si stava riducendo rapidamente.

Lo scorso 24 febbraio, quando il presidente russo Vladimir Putin ha inviato truppe in territorio ucraino con una missione dichiarata di “smilitarizzare e denazificare” il paese, i media statunitensi si sono imbarcati in una loro una missione: negare il rilievo dei paramilitari neonazisti nell’esercito nazionale e nella sfera politica. Come ha insistito la National Public Radio finanziata dal governo degli Stati Uniti, “il linguaggio di Putin [sulla denazificazione] è offensivo e fattualmente sbagliato”.

Nel tentativo di distogliere l’attenzione dall’influenza del nazismo nell’Ucraina contemporanea, i media statunitensi hanno trovato il loro strumento di pubbliche relazioni più efficace nella figura di Zelensky, ex star della TV e comico di origine ebraica. È un ruolo che l’attore divenuto uomo politico ha assunto con entusiasmo.

Ma come vedremo, Zelensky non solo ha ceduto terreno ai neonazisti, ma ha affidato loro un ruolo in prima linea nella guerra del suo Paese contro le forze filo-russe e russe.

L’ebraicità del presidente come dispositivo di pubbliche relazioni dei media occidentali

Alcune ore prima del discorso del presidente Putin del 24 febbraio in cui egli dichiarava la denazificazione come obiettivo delle operazioni russe, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto “come un popolo che ha perso otto milioni di cittadini combattendo i nazisti potrebbe sostenere il nazismo”, secondo la BBC.

Cresciuto in una famiglia ebrea non religiosa nell’Unione Sovietica negli anni ’80, Zelensky ha in passato minimizzato il suo retaggio. “Il fatto che io sia ebreo è a malapena al ventesimo posto nella mia lunga lista di difetti”, ha scherzato durante un’intervista del 2019 in cui ha declinato di entrare più nel dettaglio sul suo background religioso.

Oggi, mentre le truppe russe attaccano città come Mariupol, che è effettivamente sotto il controllo del battaglione Azov, Zelensky non si vergogna più di esibire la sua ebraicità. “Come potrei essere un nazista?”, disse ad alta voce durante un discorso pubblico. Per i media statunitensi, impegnati in una guerra dell’informazione a tutto campo contro la Russia, il background ebraico del presidente è diventato un elemento di pubbliche relazioni essenziale.

Di seguito sono riportati alcuni esempi del dispiegamento di Zelensky da parte dei media statunitensi come scudo contro le accuse di nazismo dilagante in Ucraina:

  • PBS NewsHour ha commentato le affermazioni di Putin sulla denazificazione con tale nota: “anche se il presidente Volodymyr Zelensky è ebreo e i suoi prozii sono morti nell’Olocausto”.
  • Su Fox & Friends, l’ex ufficiale della CIA Dan Hoffman ha dichiarato che “è il culmine dell’ipocrisia invocare per la nazione ucraina la denazificazione: il loro presidente è ebreo dopotutto”.
  • Su MSNBC, il senatore democratico della Virginia Mark Warner ha affermato che la “terminologia di Putin, offensiva e odiosa com’è – ‘denazificare’ dove c’è chiaramente un presidente ebreo come il signor Zelensky. Questo tizio [Putin] sta facendo una sua jihad personale per ripristinare la grandezza della Russia”.
  • La senatrice repubblicana Marsha Blackburn ha detto su Fox Business di essere “rimasta colpita dal presidente Zelensky e da come si è alzato in piedi. E da come Putin se ne sia uscito a dire “stiamo per denazificare” quando Zelensky è ebreo”.
  • In un’intervista con Wolf Blitzer della CNN, il generale John Allen ha denunciato l’uso da parte di Putin del termine “de-nazificare” mentre il giornalista ed ex lobbista israeliano scuoteva la testa disgustato. In un’intervista separata con Blitzer, il cosiddetto ” whistleblower ucraino” Alexander Vindman, nato in Ucraina, ha borbottato che l’affermazione è “palesemente assurda, non c’è davvero alcuna base … hai sottolineato che Volodymyr Zelensky è ebreo … la comunità ebraica [è] accettata. È centrale per il paese e non c’è nulla di questa narrativa nazista, di questa narrativa fascista. Si è inventato un pretesto.

Dietro la propaganda dei media mainstream si nasconde il complesso rapporto – divenuto sempre più stretto – che l’amministrazione di Zelensky ha intrattenuto con le forze neonaziste investite di importanti incarichi militari e politici dallo stato ucraino, e il potere di cui questi manifesti fascisti hanno goduto da quando Washington ha installato un regime allineato all’Occidente attraverso un colpo di stato nel 2014.

In effetti, il principale finanziatore di Zelensky, l’oligarca ebreo ucraino Igor Kolomoisky, è stato un benefattore chiave del battaglione neonazista Azov e di altre milizie estremiste.

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Il Battaglione Azov marcia con simboli neonazisti a Mariupol, agosto 2020

Sostenuti dal principale finanziere di Zelensky, i militanti neonazisti hanno scatenato un’ondata di intimidazioni

Incorporato nella Guardia nazionale ucraina, il battaglione Azov è considerato l’unità più ideologicamente zelante e militarmente motivata impegnata contro i separatisti filo-russi nella regione orientale del Donbass.

Con le insegne Wolfsangel di ispirazione nazista sulle uniformi dei suoi combattenti, che sono stati fotografati con i simboli delle SS naziste sui loro elmetti, Azov “è noto per la sua associazione con l’ideologia neonazista … [e] si ritiene che abbia partecipato all’addestramento e alla radicalizzazione di organizzazioni bianche suprematiste con sede negli Stati Uniti”, secondo l’accusa dell’FBI riguardo diversi nazionalisti bianchi americani che si sono recati a Kiev per allenarsi col battaglione Azov.

Igor Kolomoisky, un oligarca dell’energia ucraino di origine ebraica, è stato uno dei principali finanziatori di Azov sin dalla sua costituzione nel 2014. Ha anche finanziato milizie private come i battaglioni Dnipro e Aidar e le ha schierate come una squadra di gangster privati per proteggere i propri interessi.

Nel 2019, Kolomoisky è emerso come il principale sostenitore della candidatura presidenziale di Zelensky. Sebbene questi abbia fatto della lotta alla corruzione il tema centrale della sua campagna, Pandora Papers hanno smascherato lui e i membri della sua cerchia ristretta che nascondevano ingenti pagamenti da Kolomoisky in una opaca rete di conti offshore.

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Zelensky incontra l’oligarca Ihor Kolomoisky, 10 settembre 2019

Quando Zelensky è entrato in carica nel maggio 2019, il battaglione Azov ha mantenuto il controllo de facto della strategica città portuale sudorientale di Mariupol e dei villaggi circostanti. Come ha osservato Open Democracy, “Azov ha sicuramente stabilito il controllo politico delle strade a Mariupol. Per mantenere questo controllo, hanno dovuto reagire violentemente, anche se non ufficialmente, a qualsiasi evento pubblico che si discosti in maniera rilevante dalla loro agenda politica”.

Gli attacchi di Azov a Mariupol hanno incluso assalti a “femministe e liberali” che marciavano durante la Giornata internazionale della donna, tra gli altri incidenti.

Nel marzo 2019, membri del Corpo Nazionale del battaglione Azov hanno attaccato la casa di Viktor Medvedchuk, figura di spicco dell’opposizione in Ucraina, accusandolo di tradimento per i suoi rapporti amichevoli con Vladimir Putin, il padrino di sua figlia.

L’amministrazione di Zelensky ha intensificato l’attacco a Medvedchuk, chiudendo diversi media da lui controllati nel febbraio 2021 con l’aperta approvazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e incarcerando il leader dell’opposizione per tradimento tre mesi dopo. Zelensky ha giustificato le sue azioni sulla base del fatto che aveva bisogno di “combattere contro il pericolo dell’aggressione russa nell’arena dell’informazione”.

Successivamente, nell’agosto 2020, il Corpo nazionale di Azov ha aperto il fuoco su un autobus contenente membri del partito di Medvedchuk, Patrioti per la Vita, ferendone molti con proiettili d’acciaio rivestiti di gomma (vedi qui).

Zelensky non riuscendo a frenare i neonazisti ha finito per collaborare con loro

Dopo il suo tentativo fallito di smobilitare i militanti neonazisti nella città di Zolote nell’ottobre 2019, Zelensky ha chiamato i combattenti al tavolo, dicendo ai giornalisti “Ieri ho incontrato i veterani. C’erano tutti: il Corpo Nazionale, Azov e tutti gli altri”. A pochi posti dal presidente ebreo c’era Yehven Karas, il capo della banda neonazista C14.

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Zelensky incontra i neonazisti Yhven Karas e Dmytro Shatrovsky

Durante la “Rivoluzione della dignità” di Maidan che ha estromesso il presidente eletto dell’Ucraina nel 2014, gli attivisti del C14 hanno preso il controllo del municipio di Kiev e hanno dipinto le sue pareti con insegne neonaziste prima di rifugiarsi nell’ambasciata canadese.

In quanto ex ala giovanile del Partito ultranazionalista Svoboda, il C14 sembra abbia preso il nome dalle famigerate 14 parole del leader neonazista statunitense David Lane: “Noi dobbiamo garantire l’esistenza del nostro popolo e un futuro per [i] bambini bianchi”.

Offrendosi di compiere atti di violenza spettacolare per conto di chiunque sia disposto a pagare, questi teppisti hanno promosso un rapporto intimo con vari organi di governo e potenti élite in tutta l’Ucraina.

Un rapporto del marzo 2018 di Reuters affermava che “il C14 e il governo della città di Kiev hanno recentemente firmato un accordo che consente al C14 di istituire una ‘guardia municipale’ per pattugliare le strade”, dando loro di fatto l’investitura ufficiale dello stato per compiere veri e propri pogrom. Come riportato da The Grayzone, C14 ha condotto un’incursione per “eliminare” i rom dalla stazione ferroviaria di Kiev in collaborazione con la polizia di Kiev.

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Il gruppo neonazista C14 offre di usare la violenza a favore di eventuali “donatori”

Non solo questa attività è stata autorizzata dal governo della città di Kiev, ma lo stesso governo degli Stati Uniti si è fatto pochi problemi al riguardo, ospitando Serhit Bondar (giovane coordinatore del gruppo C14) presso un’istituzione ufficiale del governo degli Stati Uniti a Kiev dove si vantava dei pogrom. Il C14 ha continuato a ricevere finanziamenti statali per tutto il 2018 per “l’educazione nazionale-patriottica”.

Karas ha affermato che i servizi di sicurezza ucraini avrebbero “trasmesso” informazioni sulle manifestazioni filo-separatiste “non solo [a] noi, ma anche ad Azov, a Pravy Sektor [tr. “settore destro”, gruppo neonazista, n.d.t.]e così via”. “In generale, lavorano per noi deputati di tutte le fazioni, la Guardia Nazionale, il Servizio di sicurezza dell’Ucraina e il Ministero degli affari interni. Puoi divertirti così”, ha aggiunto Karas.

Per tutto il 2019, Zelensky e la sua amministrazione hanno approfondito i loro legami con elementi ultranazionalisti in tutta l’Ucraina.

Dopo che il primo ministro ha assistito ad un concerto neonazista, Zelensky ha omaggiato il leader di Pravy Sector

Pochi giorni dopo l’incontro di Zelensky con Karas e altri leader neonazisti nel novembre 2019, Oleksiy Honcharuk – allora Primo Ministro e vicepresidente dell’Ufficio presidenziale [organo di supporto e della Presidenza, n.d.t] di Zelensky – è apparso sul palco a un concerto neonazista organizzato da Andriy Medvedko, preminente figura del C14 e sotto processo per omicidio.

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L’allora Primo Ministro Oleksiy Honcharuk ad un concerto neonazista

Il ministro per gli Affari dei Veterani di Zelensky non solo ha partecipato al concerto, che ha visto la partecipazione di diverse band metal antisemite, ma ha anche promosso il concerto su Facebook.

Sempre nel 2019, Zelensky ha difeso il calciatore ucraino Roman Zolzulya contro i fan spagnoli che lo avevano bollato come un “nazista”. Zolzulya aveva postato con le foto del collaboratore nazista dell’epoca della Seconda Guerra mondiale Stepan Bandera esprimendo il suo aperto sostegno per il battaglione Azov. Zelensky ha risposto alla polemica proclamando che tutta l’Ucraina ha sostenuto Zolzulya, descrivendolo come “non solo un fantastico giocatore, ma un vero patriota”.

Nel novembre 2021, uno dei più importanti miliziani ultranazionalisti dell’Ucraina, Dmytro Yaroshha annunciato di essere stato nominato consigliere del Comandante in capo delle Forze Armate ucraine. Yarosh è un seguace dichiarato del collaboratore nazista Bandera ed ha guidato Pravy Sector dal 2013 al 2015, giurando di portare avanti la “de-russificazione” dell’Ucraina.

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Dmytro Yarosh col Comandante in Capo delle Forze Armate ucraine

Un mese dopo, mentre la guerra con la Russia si avvicinava, Zelensky conferì al comandante di Pravy Sector in carica Dmytro Kotsyubaylo l’onorificenza di “Eroe dell’Ucraina”. Conosciuto come “Da Vinci”, Kosyubaylo tiene un lupo domestico nella sua base in prima linea e ama scherzare con i giornalisti in visita sul fatto che i suoi combattenti “lo nutrono con le ossa dei bambini di lingua russa”.

Il leader neonazista ucraino, sostenuto dall’apparato di Stato ostenta influenza alla vigilia della guerra con la Russia

Il 5 febbraio 2022, solo pochi giorni prima dello scoppio della guerra su vasta scala con la Russia, Yevhen Karas, leader del gruppo C14 ha pronunciato un tortuoso discorso pubblico a Kiev inteso a evidenziare l’influenza goduta dalla sua organizzazione e di altre simili sulla politica ucraina.

“Gruppi LGBT e ambasciate straniere affermano che ‘non c’erano molti nazisti a Maidan, forse circa il 10 percento di quelli ideologici reali’”, ha osservato Karas. “Se non fosse stato per quell’otto percento [di neonazisti] l’efficacia [del colpo di stato di Maidan] sarebbe diminuita del 90 percento”. La “Rivoluzione della dignità” di Maidan del 2014 sarebbe stata una “parata gay” se non fosse stato per il ruolo imprescindibile dei neonazisti, ha proclamato.

Karas ha continuato affermando che l’Occidente ha armato gli ultranazionalisti ucraini perché “ci divertiamo a uccidere”. Ha anche fantasticato sulla balcanizzazione della Russia, dichiarando che dovrebbe essere suddivisa in “cinque diversi” paesi.

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Yevhen Karas mentre fa il saluto nazista

“Se verremo uccisi… saremo morti combattendo una guerra santa”

Quando le forze russe sono entrate in Ucraina il 24 febbraio, circondando l’esercito ucraino a est e dirigendosi verso Kiev, il presidente Zelensky ha annunciato una mobilitazione nazionale che includeva il rilascio di criminali dalla prigione, tra cui imputati di omicidio e ricercati in Russia. Ha anche promosso la distribuzione di armi ai cittadini comuni e il loro addestramento da parte di paramilitari temprati dalla guerra come il Battaglione Azov.

Con i combattimenti in corso, il Corpo Nazionale del Battaglione Azov ha radunato centinaia di civili ordinari, inclusi nonne e bambini, per addestrarsi nelle piazze pubbliche e nei magazzini da Kharviv a Kiev a Leopoli (vedi qui).

Il 27 febbraio, l’account twitter ufficiale della Guardia nazionale ucraina ha pubblicato un video di “Azov Fighters” che ungevano i proiettili con grasso di maiale per umiliare i combattenti musulmani russi provenienti dalla Cecenia (vedi qui).

Il giorno dopo, il Corpo Nazionale del battaglione Azov ha annunciato che la polizia regionale di Kharkiv di Azov avrebbe iniziato a utilizzare l’edificio dell’amministrazione statale regionale della città come quartier generale della difesa. Il filmato pubblicato su Telegram il giorno successivo mostra l’edificio occupato da Azov colpito da un attacco aereo russo.

Oltre ad autorizzare il rilascio di criminali incalliti per unirsi alla battaglia contro la Russia, Zelensky ha ordinato a tutti i maschi in età da combattimento di rimanere nel paese. I militanti di Azov hanno proceduto a far rispettare la politica brutalizzando i civili che tentavano di fuggire dai combattimenti intorno a Mariupol.

Secondo un residente greco a Mariupol recentemente intervistato da una stazione di notizie greca, “Quando provi ad andartene corri il rischio di imbatterti in una pattuglia dei fascisti ucraini, il Battaglione Azov”, ha detto, aggiungendo “mi ucciderebbero e sono responsabili di tutto”.

Un filmato pubblicato online sembra mostrare membri in uniforme di una milizia fascista ucraina a Mariupol che costringono i residenti in fuga ad uscire dai loro veicoli con brutalità e sotto la minaccia delle armi (vedi qui). Un altro video girato ai posti di blocco intorno a Mariupol mostra combattenti di Azov che sparano e uccidono civili che tentavano di fuggire.

Il 1° marzo Zelensky ha sostituito l’amministratore regionale di Odessa con Maksym Marchenko, ex comandante del battaglione di estrema destra Aidar, accusato di una serie di crimini di guerra nella regione del Donbass.

Nel frattempo, mentre un enorme convoglio di veicoli corazzati russi si abbatteva su Kiev, Yehven Karas del gruppo neonazista C14 ha pubblicato un video su YouTube dall’interno di un veicolo che presumibilmente trasportava combattenti. “Se veniamo uccisi, è fottutamente fantastico perché significa che siamo morti combattendo una guerra santa”, ha esclamato Karas. “Se sopravviviamo, sarà anche fottutamente meglio! Ecco perché non vedo un aspetto negativo in tutto questo, solo vantaggi!”