/

Non è un errore politico, è una strategia nefasta

A fine gennaio il Gran Consiglio del Canton Ticino ha respinto, per un pugno di voti, la proposta di superare i livelli alle scuole medie. Si tratta di un tema che mi sta a cuore da tanti anni. Perdere in parlamento a causa della destra, ovviamente orientata a mantenere inalterate la divisione di classe della società liberale nella quale viviamo, lo avrei capito, ma perdere a causa dell’estrema sinistra trotzkista che si riempie la bocca di “socialismo rivoluzionario” e di altre balle disfattiste, proprio fatico a digerirlo. Stiamo parlando di migliaia di ragazzi di estrazione sociale bassa, figli di povera gente, di operai e di immigrati che vengono ingabbiati ancora oggi nei livelli B, mezzo secolo dopo la nascita della scuola media che doveva essere “unica”.

In parlamento abbiamo avuto un’occasione storica per finirla con questa ingiustizia di classe. Ma il Movimento per il Socialismo (MPS) ha invece deciso di consolidarla. Certo: ora Pino Sergi dice che anche loro sono contro i livelli, che hanno votato solamente contro una sperimentazione a loro dire imperfetta. Intanto però il dato politico è uno solo: il treno rischia di essere passato e chi sogna una scuola elitista potrà rialzare la testa. Nel tentativo di evitare questo scenario il Partito Comunista ha deciso di non cedere e anzi di tornare a battere il chiodo finché è caldo, facendosi promotore di una mozione parlamentare e di sostenere, quanto prima, il lancio di un’iniziativa popolare.

Il tema di questo mio articolo è però un altro. A partire dalla discussione sui livelli è emersa un contraddizione politica importante che va assolutamente spiegata.

Qualcuno lo interpreta come un fatto personale di antipatia verso il Consigliere di Stato Manuele Bertoli: non è la giusta lettura, perlomeno non è quella primaria. Qualcun altro pensa sia un errore politico, ma non è così: MPS non è composto di ingenui! Un errore politico può capitare qualche volta, se si analizza male il contesto puntuale nel quale si opera, e ciò è umano. Invece qui non è il caso: questa è una precisa strategia divisiva affinché nulla cambi e il Movimento Pronzini-Sergi possa sempre fingere di essere più “rivoluzionario” di tutti. E ciò emerge, se stiamo attenti, anche dall’intervista concessa da Pino Sergi, qualche giorno dopo i fatti, sul quotidiano amico di Bellinzona. Questa è l’essenza, peraltro, della loro ideologia: il trotzkismo! E le ideologie contano ben più di quanto comunemente si creda.

Ecco cinque esempi, recenti e concreti, accaduti in ambito cantonale:

1) MPS è stato l’ago della bilancia (anche qui!) che ha impedito in Gran Consiglio la possibilità di congiungere le liste elettorali, cioè di costruire delle coalizioni fra partiti come esistono in molti paesi del mondo: il loro voto è andato a tutto vantaggio del PLR e del PPD, ma a scapito del PC, del PS e dei Verdi.

2) MPS ha sabotato il fronte unito che si costruiva per l’iniziativa sul salario minimo sociale (che abbiamo depositato qualche settimana fa) e ha lavorato, attraverso i propri militanti, contro questa iniziativa anche nel sindacato cercando di confondere i lavoratori.

3) Lo scorso novembre, proprio mentre il grande capitale attaccava pesantemente il sindacato UNIA, perché “troppo ricco” (soldi puliti che servono a finanziare servizi ai lavoratori e fondi di sciopero), MPS non ha trovato di meglio da fare che unirsi a questo coro, capitanato dalla destra padronale, sparando a zero sul sindacato per la felicità di blogger che, oltre al like, commentavano con frasi del genere: “UNIA va spacchettata e reimpostata come un sindacato vero (…) e non come un colosso finanziario imborghesito”. Un commento indicativo del clima che hanno voluto fomentare esplicitamente contro il sindacato in cui peraltro loro stessi lavorano.

4) MPS ha votato, ovviamente nel nome della democrazia dal basso (come no?!), a favore del referendum obbligatorio per le spese pubbliche sopra i 6 milioni. Si trattava di una proposta squisitamente neo-liberista avanzata dall’estrema destra del Gran Consiglio per frenare l’intervento pubblico in economia e impedire che lo Stato la orienti.

5) …e infine MPS ha affossato la riforma per sperimentare il superamento dei livelli alle scuole medie rivendicata dalla Conferenza Cantonale dei Genitori, che il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) attendeva da 18 anni. Una richiesta, questa, peraltro già avanzata nel 1974 dai comunisti per bocca del deputato Guido Cavagna.

MPS si rivela essere l’ago della bilancia, ma non per la sinistra: sui temi strategici finisce per favorire sempre la destra. Non stiamo parlando del “patentino dei fungiatt”, stiamo parlando di questioni dirimenti per il Paese, di progetti di società! E questo vale anche per le posizioni di politica estera che, fuori dalla retorica, sono sempre indirettamente allineate a quelle egemoni, di fatto atlantiste! Per loro sono sempre e solo tutti o dei “capitalisti” o degli “stalinisti”. Ad essere puri sono insomma solo loro, i trotzkisti. Puri e settari!

Tutto questo gioco il Partito Comunista lo ha smascherato da tempo e abbiamo denunciato il ruolo di “opposizione fine a se stessa” di MPS, che sì sbraita contro tutto e tutti, ma che alla fine, proprio perché è un’opposizione concepita come sterile, diventa funzionale al sistema stesso (ecco perché li vedete spesso in TV, a differenza nostra)! Non lasciamoci più provocare e confondere: non si tratta affatto di “grilli parlanti” della democrazia, non hanno portato una cultura combattiva in politica: tutt’altro, nei momenti clou, nelle fasi di cesura per il movimento operaio e studentesco, li avremo ancora purtroppo dall’altra parte della barricata, o direttamente o agendo in modo disfattista nel nostro campo!

Nessuna ingenuità è più permessa! Nostro dovere adesso – questo lo dico in particolare a chi si riconosce nel marxismo – è continuare a lavorare piano piano ma con costanza, senza correre ma sempre avanzando, per costruire un partito della sinistra di classe che sia all’altezza della situazione e con tanti giovani che vogliono fare una politica chiara e determinata ma anche pulita, trasparente, al servizio del Paese! Questo è l’impegno che ci dobbiamo assumere con l’aiuto anche di tutti i simpatizzanti a cui chiediamo di fare uno sforzo in più nel sostenere il Partito Comunista.

Massimiliano Ay

Massimiliano Ay è segretario politico del Partito Comunista (Svizzera). Dal 2008 al 2017 e ancora dal 2021 è consigliere comunale di Bellinzona e dal 2015 è deputato al parlamento della Repubblica e Cantone Ticino.