Dizionario di geopolitica: unipolarismo, multipolarismo e multilateralismo

Con la fine della Guerra Fredda e la vittoria degli statunitensi a partire dagli anni ’90 del XX secolo si è imposto un mondo unipolare. L’unipolarismo ha esasperato le caratteristiche del modello occidentale applicato al resto del pianeta già negli anni della Guerra Fredda dal 1945 al 1991. L’Occidente ha ritenuto legittimo depredare gli altri continenti di tutte le materie prime energetiche ed alimentari e ha utilizzato la NATO per garantire questa preminenza, colpendo ogni possibile alternativa, si pensi ad esempio a come ha impedito la nascita di una Banca Africana per lo sviluppo di quel continente, imponendo a tutte le nazioni emergenti di sottostare ai prestiti vessatori della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.

Il modello economico liberal-liberista, il consumismo e l’omologazione culturale fondata sui peggiori modelli anglosassoni, sono stati il volano di una supremazia che è durata incontrastata meno di un ventennio e che aveva la pretesa di tenere assoggettati e subalterni agli interessi occidentali tutti gli altri popoli e tutte le altre nazioni della terra attraverso la globalizzazione.

Con l’inizio del XXI secolo, principalmente quattro nazioni, la Russia di Vladimir Putin, uscita da un devastante decennio in cui l’Occidente aveva letteralmente rubato ogni ricchezza di quel paese, mentre la popolazione moriva di fame, la Cina Popolare guidata dal Partito Comunista, la Repubblica Islamica dell’Iran e il Venezuela bolivariano incamminato nella costruzione del socialismo del XXI secolo promosso dal presidente Hugo Chavez, hanno avviato una sempre più stretta cooperazione economica e militare, proponendosi come alleanza alternativa per tutte quelle nazioni del mondo, a partire da Asia, Africa e America Latina, ma non disdegnando progetti di cooperazione con singoli stati europei, che ambissero a uno sviluppo, una crescita e un miglioramento del livello di vita dei loro cittadini e ritenessero necessario uscire da una situazione unipolare soffocante e sfruttratrice. Nasce così la costruzione di un mondo multipolare e di pace.

Il multipolarismo si fonda principalmente sulla dottrina cinese, opposta a quella statunitense, secondo cui il benessere futuro del popolo cinese potrà essere garantito non da una operazione di rapina compiuta a danno di tutte le altre nazioni e di tutti gli altri popoli, ma solo in un quadro di cooperazione e di crescita complessiva e di miglioramento delle condizioni di vita di tutta l’umanità. L’idea al contempo confuciana e marxista ha come fondamento la convinzione che solo in un mondo in cui tutti stiano meglio, la Cina potrà continuare a essere la prima potenza economica e militare, diversamente verrebbe a mancare quell’equilibrio che è stata la più grave deficienza del mondo unipolare.

La contrapposizione tra unipolarismo e multipolarismo, una volta conosciuti i termini della stessa, è inequivocabile e non lascia margini di dubbio, tuttavia la cortina fumogena mediatica spesso rende i termini non chiari anche nei discorsi di persone che vagamente li utilizzano. I governi dell’Unione Europea e la Commissione di Bruxelles non hanno mai utilizzato i due termini, essendo strutturalmente legati all’unipolarismo e quindi costretti a contrastare il multipolarismo proposto da Cina e Russia. Hanno però ingegnosamente reinventato negli ultimi anni il termine “multilateralismo”, che parte dei marxisti latino-americani ancora oggi utilizzano come sinonimo di multipolarismo. Per i governi europei il multilateralismo è un sinonimo di unipolarismo, che utilizzano, cercando di fare polemica con quelle nazioni e quei partiti che all’interno dell’Unione Europea cercano di difendere i loro cittadini dalle politiche rigoriste con cui Bruxelles impone ogni anno feroci tagli alla spesa pubblica. L’Europa cerca di utilizzare la parola “multilateralismo” come sinonimo di “cooperazione”, ma la cooperazione che propongono è quella di sottostare alle decisioni della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea, appunto tutte politiche antisociali. Quindi quando dicono di “agire in modo multilaterale” intendono l’esatto opposto di “agire per un mondo multipolare”. Negli ultimi tempi i governi europei stanno anche facendo peggio, inserendo nell’accezione di “multilateralismo” non solo le imposizioni degli organismi europei, ma aggiungendovi anche quelle della NATO, seppur mediate dalle Nazioni Unite. In questo modo l’identificazione tra unipolarismo e multilateralismo diventa definitiva e totale.

Con il 2021 cinesi e russi hanno deciso, seguiti dai loro alleati, di parlare di “multipolarismo”, definendolo “multilateralismo”, non è solo un espediente tattico. Il fine del multipolarismo è veramente quello di giungere a un mondo in cui la partecipazione multilaterale di tutte le nazioni porti a scelte condivise, mentre coloro che parlano in Occidente di multilateralismo intendono la difesa e il consolidamento dell’unipolarismo, ovvero una concertazione esclusivamente tra nazioni della NATO, la volontà sino-russa è quella quindi di utilizzare il termine di copertura scelto dall’Occidente per smascherarne l’inconsistenza sostanziale, rispetto alla proposta multipolare di Russia e Cina.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.