Il golpe della NATO contro la diplomazia svizzera

Nel settembre 2023 l’allora ambasciatore svizzero in Turchia, Jean-Daniel Ruch, era stato nominato Segretario di Stato per la politica di sicurezza della Confederazione e sarebbe entrato in carica con l’inizio dell’anno 2024. La nomina dell’ambasciatore Ruch era una sorpresa: in molti pensavano, infatti, che quel posto spettasse a Pälvi Pulli, una cittadina finlandese che è riuscita a fare una veloce carriera nell’amministrazione svizzera ed è oggi una delle più feroci voci a favore della NATO. Durante la conferenza stampa di presentazione, poi, Jean-Daniel Ruch aveva anche difeso la neutralità svizzera: questo poteva far ben sperare, ma ovviamente i filo-americani sono partiti all’attacco.

Un golpe della NATO contro la Svizzera

Nel mese di ottobre 2023, in modo inaspettato, Jean-Daniel Ruch è costretto a ritirarsi. I giornali di destra “Blick” e “Sonntagsblick” avevano infatti iniziato una campagna mediatica personale ai suoi danni: lo hanno denigrato come un erotomane e lo hanno accusato di essere vulnerabile verso i ricatti. In realtà, stando a chi lo conosce, si tratta di un diplomatico indipendente e aperto al dialogo. Al posto dell’ambasciatore Ruch, alla carica di Segretario di Stato per la politica di sicurezza, è stato così eletto un brigadiere dell’esercito, Markus Mäder, che ha studiato a Londra, poi ha lavorato nella Missione svizzera presso la NATO a Bruxelles, operando pure come ufficiale di Stato Maggiore dell’esercito svizzero nell’ambito della missione (imperialista) della NATO che occupa tuttora la regione (serba) del Kosovo. E chi è la sua vice? Ovviamente l’ultra-atlantista Pälvi Pulli, una delle più indecenti voci filo-ucraine oggi presenti in Svizzera. La “Weltwoche” ha parlato apertamente di un “golpe della NATO” e ha lanciato una domanda allarmante: in questa scelta vi sono ingerenze di servizi segreti e di governi stranieri?

Chi ha attaccato l’ambasciatore Ruch?

La campagna denigratoria contro l’ambasciatore svizzero sono partite da Alfred Heer, un deputato dell’UDC di Zurigo. L’UDC a parole è sempre contro la NATO e per la nostra sovranità nazionale, ma nella pratica è in prima linea nella solidarietà con Israele e molti suoi membri sono pure ufficiali che non nascondono la loro simpatia filo-atlantista. Infatti Alfred Heer è presidente della Fondazione “Audiatur”, un think tank vicino a Israele, creato da Josef Bollag, già vice-presidente della Federazione Svizzera delle Comunità Israelite. Ma perché i sionisti detestano l’ambasciatore Ruch? La risposta è semplice: Ruch fra il 2016 e il 2021 era ambasciatore svizzero a Tel Aviv, dialogava costantemente con Hamas (come giustamente deve fare un diplomatico di un paese neutrale) e aveva svolto un’azione diplomatica apprezzata anche dai palestinesi. Oltre a ciò, nella primavera 2022, l’ambasciatore Ruch ha sostenuto gli sforzi turchi nelle trattative di pace fra Ucraina e Russia (poi sabotate dai britannici).

Il ruolo degli anti-imperialisti

Il Partito Comunista è stato l’unico partito della sinistra svizzera ad aver preso posizione tempestivamente: con un comunicato stampa nel dicembre 2023 ha non solo sfiduciato il brigadiere Markus Mäder, ma ha pure spiegato che il conflitto fra imperialismo atlantico e i paesi emergenti che aspirano a un mondo multipolare si trasforma anche in una guerra di potere interna alla classe dirigente svizzera, fra una borghesia tendenzialmente patriottica favorevole alla neutralità e alla sovranità nazionale e una borghesia compradora, globalista, che è sottomessa agli interessi di USA e UE.
In questo scontro il Partito Comunista e con lui tutti i sinceri anti-imperialisti si inseriscono nei seguenti quattro modi che nel 2025 dovranno consolidarsi:

1. dobbiamo sostenere l’iniziativa popolare che intende inserire la neutralità nella Costituzione federale, definendo cosa questo principio significa concretamente. Nell’assolvere questo compito non è un problema se si agisce in sintonia con la destra nazionalista.

2. dobbiamo spiegare ai lavoratori attratti dall’UDC che questo partito resta in realtà ancora ambiguo e legato al grande capitale: al suo interno vi è una corrente islamofobica che lo spinge ad essere sionista e di fatto filo-americano. Inoltre l’esasperato militarismo spinge l’UDC a sostenere la costosa corsa al riarmo, la quale però aumenterà drasticamente la dipendenza anche tecnologica delle forze armate svizzere dalla NATO.

3. dobbiamo essere attivi fra studenti e apprendisti affinché i coscritti chiamati a prestare servizio militare preferiscano il servizio civile sostitutivo: i giovani svizzeri non devono prendere ordini da ufficiali americanizzati, non devono finire carne da cannone per la NATO e non devono mai essere impiegati in missioni militari fuori dai nostri confini nazionali come auspica invece il comandante dell’esercito Thomas Süssli.

4. Iscriversi e far conoscere l’associazione “No UE – No NATO” come fronte unito per la neutralità e per il lavoro, che sappia aggregare quei sinceri patrioti che, pur non essendo comunisti, siano tuttavia disposti a lottare con noi contro l’imperialismo atlantista e contro le infiltrazioni sioniste.

Massimiliano Ay

Massimiliano Ay è segretario politico del Partito Comunista (Svizzera). Dal 2008 al 2017 e ancora dal 2021 è consigliere comunale di Bellinzona e dal 2015 è deputato al parlamento della Repubblica e Cantone Ticino.