(c) M. Mikelin, 2010
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Bellinzona: i sudditi di Rabadan in rivolta!

L’anno nuovo inizia con una polemica a Bellinzona, la città del carnevale per eccellenza in Ticino. Ma la polemica fa parte del dibattito democratico, anche in una monarchia come quella di Dante Pesciallo, in arte Re Dantun. La società Rabadan, organizzatrice dei bagordi, ha infatti annunciato per far fronte all’aumento delle spese di gestione di circa 100’000.- franchi, si vede obbligata ad alzare il prezzo del biglietto d’entrata all’edizione 2011 della festa carnascialesca, portando il costo per tutte e sei le serate da 25.- a 40.- franchi. Un aumento netto del 60%, insomma, che non ha lasciato indifferenti i sudditi di Re Dantun, soprattutto i giovani che reclamano, oltre all’incremento di prezzo, anche per il costo delle consumazioni all’interno di tende e tendoni della Città del Carnevale. La rabbia si è trasformata in discussione grazie ad alcuni giovani che hanno aperto su Facebook un gruppo di discussione che in poco tempo ha riunito quasi mille persone che spontaneamente hanno aderito e stanno animando una vivace discussione.

A Rabadan è richiesta più trasparenza

Non solo gli amanti dei festeggiamenti in maschera si sono mobilitati: anche gli specialisti del ramo hanno voluto approfondire la situazione. Marco Cortesi, promotore del portale internet dedicato ai vari carnevali in Ticino e nel Moesano (www.carnevaleticino.ch) ha proposto infatti dei calcoli basati sui documenti contabili del Rabadan edizione 2010, dai quali risulterebbe una situazione finanziaria rosea che non richiederebbe il drastico aumento dei prezzi. Secondo lo specialista, infatti, per coprire l’aumento delle spese di 100’000.- franchi denunciato dal presidente di Rabadan, il municipale liberale di Bellinzona nonché ufficiale della gendarmeria cantonale Decio Cavallini, basterebbe aumentare il prezzo d’entrata di Fr. 5.-, il che non solo porterebbe a 225’000.- franchi entrate in più, ma persino l’utile aumenterebbe di 100’000.- franchi, “facendo raggiungere il capitale sociale la cifra di circa un milione di franchi” alla Società Rabadan, continua lo specialista, che conclude: “aumentando invece il prezzo di ben 15.- franchi l’utile del 2011 sarà indicativamente di 700’000.- franchi”. Qualcosa non quadrerebbe, insomma.

La politica si interessa del “caso”

Anche sul fronte politico si registrano delle reazioni: la Gioventù Comunista del Bellinzonese coordinata da Mattia Antognini legge in questo aumento di prezzo un ennesimo attacco agli spazi di divertimento giovanile che non dispongono di molti soldi. I giovani politici ritengono infatti che a Bellinzona i ritrovi di svago per i giovani siano insufficienti: si cita la mancanza di un centro giovanile, ma anche la chiusura del Pasinetti (leggi nostro articolo): “O Re Dantun si schiera con noi del terzo stato per rovesciare le politiche anti-popolari dei manager della monarchia, oppure la parola d’ordine sarà rivoluzione francese e Repubblica!” conclude ironicamente la sinistra giovanile.

“Il discorso non verte esclusivamente sul fatto che una persona non vuole sborsare 40.- franchi, il fatto é che ci sono persone e soprattutto famiglie che ci pensano su due volte a concedere ai figli queste somme” – spiega Aris Della Fontana, segretario cantonale della Gioventù Comunista: “una famiglia composta di quattro persone arriva a pagare 160.- franchi per una serata senza contare le spese per bere e mangiare”, e a chi risponde che non è obbligatorio andare in maschera, replica: “nessuno è obbligato a fare e beneficiare di molte altre cose, sicuramente maggiormente importanti, che pero’ sarebbe buona cosa se tutti ne potessero disporre”. Ne va insomma della vivibilità di una comunità e del diritto allo svago per tutti. Ma che Rabadan abbia anche i suoi screzi interni lo ammette Diego che su Facebook scrive: “lavoro in questa società da ormai 3 anni e mi dispiace vedere persone che da un’anno all’altro voltano la faccia e si mettono a dare dei ladri ad altre persone”.

Interviene anche il Consiglio Comunale

Nel frattempo il consigliere comunale di Bellinzona, nonché segretario politico del Partito Comunista Ticinese, Massimiliano Ay, che già in passato si era schierato per un miglioramento degli spazi per i giovani nella Turrita (dal centro giovanile allo skate-park) ha spedito al Municipio  una interrogazione (download), nella quale il consigliere comunale – premettendo che la decisione della società Rabadan possa essere vista come “un’ennesima diminuzione degli spazi di svago presenti in città e nelle vicinanze” – pur comprendendo “la situazione del Municipio che non può interferire nelle scelte economiche di un’associazione privata” ritiene che l’Esecutivo capitanato dal sindaco Brenno Martignoni possa tuttavia prendere contatto con Rabadan “per favorire una soluzione equilibrata”. Nel concreto Ay chiede al Municipio di invitare i vertici del Carnevale di “rivedere la decisione di tale drastico aumento dei prezzi” e “di proporre a Rabadan la possibilità di una tessera giornaliera a minor costo per chi non può – per ragioni professionali o personali – partecipare a tutte le giornate di bagordi”. Soluzione questa che è in vigore anche in altri carnevali della Svizzera Italiana e che potrebbe piacere anche a vari internauti, anche a chi, come Barbara, tiene la parte al Re Dantun e che su Facebook scrive: “per me 40 fr per 6 serate con il corteo non è per niente caro”, con Filippo che rilancia: “bisogna fare l’abbonamento per tutte le serate a 40 franchi e la singola entrata a 20”. D’accordo anche Andy che afferma: “io sono sempre stato dell’idea che se qualcuno vuole entrare solo una sera, non deve spendere per tutte e 6!”

Su Facebook i sudditi di Rabadan si sfogano

Intanto proprio sul famoso social network non mancano le osservazioni stizzite e dal tono provocatorio. Stefano dice, ad esempio: “C’è più vita su Marte che a Bellinzona, poi come fanno a pianger miseria quando il Rabadan è sempre stato una miniera d’oro (…) questo senza pagare l’entrata o riducendo il centro alla stregua di Guantanamo”. Sulla stessa linea anche Timuçin che spiega: “Il carnevale dovrebbe essere un evento popolare, il meno costoso possibile, senza puntare al profitto. Se almeno spiegassero il motivo per il quale hanno bisogno di 600’000 mila franchi di utile in più allora va bene, ma un aumento inspiegabile del 60%, per un evento dove ci va gente come me che studia e non lavora e che quindi si deve far bastare il 100 dei genitori”. Natascia crede che basti “boicottarli a andare ai carnevali più piccoli e vedrete che torneranno sui loro passi!” e aggiunge: “pensate che anche le guggen ticinesi che partecipano al carnevale creando per loro tutta l’animazione devono pagare”. Andrea è invece più rassegnato: “Non ci dovrebbe andare nessuno quest anno.. vedi come li abbassano i prezzi. Purtroppo la gente non fa niente e loro se ne aprofittano”. E Davide conclude: “dai che le associazioni di carnevale in ticino sono le più sciùre!!!”

(c) M. Mikelin, 2010

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