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La sinistra siriana: “Pronti a incontrare Erdogan”!

Il vice-ministro degli esteri della Repubblica Araba di Siria Faysal Mekdad, esponente del Partito Socialista Siriano della Resurrezione Araba, ha dichiarato: “Siamo pronti a incontrarci con il presidente Recep Tayyip Erdogan non appena cambierà politica”. L’importante messaggio di apertura dopo anni di gelo (se non quasi di guerra) causato dalle ingerenze di Ankara nel destabilizzare la Siria, è stato affidato alla delegazione del partito turco VATAN in visita a Damasco fra il 22 e il 26 maggio scorso.

La delegazione del partito dell’opposizione rivoluzionaria turca era composta da alcuni ex-militari ostili alla NATO e ha visto protagonista anche il vice-presidente del partito Yunus Soner, già ospite peraltro dei comunisti ticinesi a Bellinzona.

Il tema principale dell’incontro è stato l’aumento delle operazioni belliche dei separatisti curdi nella Siria del Nord e, a tal proposito, il vice-capo della diplomazia siriana ha chiarito senza mezzi termini: “siamo contro ogni piano federativo”! In sostanza la sinistra siriana sostiene la lotta dell’esercito regolare contro i separatisti curdi che, con l’aiuto americano e israeliano, mirano a balcanizzare la Repubblica unitaria attraverso una sua iniziale trasformazione in federazione. “Saremo bravi come i Vietnamiti!” ha dichiarato il politico siriano in tono di sfida all’imperialismo americano! Mekdad ha poi aggiunto che i movimenti separatisti non sono rappresentativi dei cittadini siriani di etnia curda.

Oltre al vice-ministro degli esteri, i rivoluzionari turchi presenti in Siria hanno anche avuto colloqui con il ministro dell’informazione Al Zoubie e con il ministro dell’industria Kamal Eddin Touma. Il primo ha attaccato sia la politica finora condotta da Erdogan, sia i Fratelli Musulmani: “l’islam politico ha offeso le nostre due nazioni e le loro storiche relazioni. Negli ultimi 100 anni l’islam politico ha voluto prendere il sopravvento sui modelli secolari di Stato, minando la percezione del vero islam”. La delegazione turca, dopo aver garantito il proprio impegno per ricostruire le relazioni di cooperazione fra i due paesi, ha voluto enfatizzare l’importanza del laicismo come “cemento della società sia in Turchia e Siria”. Il ministro Touma ha dal canto suo discusso con il partito turco le ipotesi per rilanciare gli scambi commerciali fra i due paesi un tempo rigogliosi e oggi compromessi dalla politica guerrafondaia occidentale.