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“Pussy Riot” russe e informazione occidentale: il solito demenziale cortocircuito

Immaginiamoci il Duomo di Milano, tre ragazze con il passamontagna e vestiti succinti entrano durante una messa, saltano sull’altare, cantano un rap contro il primo ministro Monti e il presidente della Repubblica Napolitano e chiedono a dio che se li porti via. Secondo voi che cosa succederebbe?

Due anni di condanna per blasfemia, interruzione di atto religioso pubblico, violenza contro la decenza e la morale pubblica, in Italia, questo paese bigotto e servo dei poteri forti, anche ecclesiastici, chi li toglierebbe loro? Sarebbero condannate e nessuno si scandalizzerebbe più di tanto.

E allora perché la stampa borghese e perbenista, invece, se si sostituisce Monti e Napolitano con il presidente russo Putin; e se si sostituisce il Duomo di Milano con la cattedrale del Salvatore di Mosca, dice esattamente l’opposto? Difendendo le “Pussy Riot” e condannando il governo russo?

Con questo non entro nel merito delle ragioni e delle amicizie, comunque spiacevoli ed esecrabili, delle attiviste russe (vicine al neo-liberismo occidentale), dei meriti e dei torti di Putin, delle ragioni dell’opposizione comunista (che non a caso non viene mai citata dai media che invece vanno per la maggiore in Occidente, anche a sinistra).

Sorrido soltanto, e ancora un volta, di come le stesse persone e gli stessi media che riterrebbero esecrabile un comportamento, lo esaltano se questo è messo in atto contro un loro più o meno vero o presunto nemico, che per altro conoscono poco e male. Per parte mia credo in valori universali, non ho una morale girevole e mutevole a seconda delle circostanze, quella la lascio a quanti si divertono a giudicare i fatti in base alla convenienza e all’ignoranza, al pressappochismo e a un sentimentalismo da branco, in cui è bello appecorinarsi e pensarla come la maggioranza.

Io di mio penso in proprio, per quanto posso con cuore e con sentimento, cercando di capire prima di giudicare, cercando le ragioni profonde dei fatti, non la le superficiali favolette ad uso della propaganda occidentale, che, ad esempio, da quando Eltsin, il servo alcolizzato degli interessi di Europa e Stati Uniti, ha lasciato il potere in Russia, ha trasformato quel paese in una specie di impero del male, in una riedizione ridicola della guerra fredda. La Russia è più grande, più complessa e più affascinante di quello che ci raccontano, però, se si vuole, si può fare finta di non saperlo.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.

3 Comments


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    bauhaus ha detto:

    Ottime argomentazioni. Temo però che farle entrare in testa ai seguaci del nuovo “grande fratello” sia impresa un pò ardua.

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