La notizia che Donald Trump sia pronto a dichiarare guerra contro la NATO e l’Unione Europea per la conquista della Groenlandia è davvero divertente.
I suoi predecessori democratici e repubblicani avrebbero prima organizzato una rivoluzione colorata a sostegno del separatismo etnico groenlandese dalla Danimarca e dall’Unione Europea, seguita da un referendum farlocco capace di sancire la finta indipendenza, quindi la Groenlandia avrebbe avuto una bandiera, un inno e un seggio alle Nazioni Unite, poi una cantante gender fluid groenlandese sarebbe stata strombazzata in tutto il mondo purché ribadisse l’amore per la sua terra finalmente libera, confermato vincendo un paio di talent planetari, Hollywood ci avrebbe propinato quattro o cinque film sulla secolare lotta per l’indipendenza del popolo groenlandese e a uno avrebbero anche rifilato l’Oscar per poi trasformalo in una serie su Netflix, il tutto concluso con la nascita di un governo groenlandese anch’esso veramente inclusivo di qualsiasi minoranza, anche degli amanti, in senso stretto non naturalistico, dei pinguini, ricevuto alla Casa Bianca, ciliegina finale la lacrimuccia dei cronisti sportivi alle olimpiadi per la prima partecipazione della Groenlandia. Una finta e buffonesca indipendenza, in realtà avrebbero ridotto quella terra di fatto a una loro colonia, come da loro realizzato in tante altre parti del mondo, però una pratica complicata, che certo avrebbe dato lavoro a molti, ma necessitante di qualche annetto, tuttavia realizzata con tutti i crismi della democrazia occidentale, della vera unica, incontrovertibile democrazia, quella che lotta per la libertà dei popoli al fine di trasformarli in liberi schiavi di Washington.
Lui, The Donald, è invece un uomo sincero, pratico e spiccio, la fa più semplice, manda i marines: sbarco, un paio di carri armati, bandiera e inno a stelle e strisce, la conquista in un paio di ore e chi si è visto si è visto.
Una domanda sorge spontanea ed è la seguente: che succederà in Europa quando Donald Trump dichiarerà guerra contro la Danimarca, sarà convocato l’ambasciatore danese alla Casa Bianca per ricevere una lettera? Oppure questo si riterrà estraneo e lo inviterà a rivolgersi alla Von der Leyen?
Magari invece The Donald cercherà un balcone – vedi che il viaggio di Giorgia Meloni in Florida ha avuto un senso – da cui dichiarare: “Combattenti di terra, di cielo e di mare! L’ora segnata dal destino, l’ora delle decisioni irrevocabili …” In Francia e Germania comunque di sicuro non succederà niente, sono allo sbando e senza governo, invece l’Italia è la volta che uscirà dalla NATO e dall’Unione Europea, però non ripristinerà la lira e la sovranità nazionale, ma passerà direttamente al dollaro e in onore dell’amicizia Trump – Meloni invaderà con un paio di battaglioni congiuntamente all’esercito statunitense la Groenlandia, aprendo poi la prima pizzeria in quell’immensa isola, perché giusto questo alla fedele alleata permetterebbe l’amico a stelle strisce, anzi di più, anche un centro di accoglienza, chissà, che quello in Albania non è poi funzionato troppo bene, vuoi mettere partire dall’Africa e arrivare al Polo Nord per vedere le foche, gli orsi bianchi e i trichechi?