Ticino e Grigioni sul filo della fiscalità

Da tempo il Canton Ticino e la regione del Moesano vivono in simbiosi, fortunatamente. La vicinanza al Ticino ha evitato che Mesolcina e Calanca si ritrovassero nelle condizioni di distacco dal resto della Svizzera Italiana in cui si trova per esempio la Val Poschiavo o – più marcatamente – la Val Bregaglia.

Da tempo i rapporti tra la nostra regione ed il Ticino sono sviluppati su più sfere, partendo da quella economica fino ad arrivare a quella culturale. Esempi lampanti possono essere la collaborazione intercantonale concernente l’istruzione pubblica – ovvero la possibilità per i mesolcinesi di frequentare scuole medie o superiori in Ticino e viceversa – cosi come il rapporto lavorativo instauratosi con gli anni tra i lavoratori grigionesi e le attività lavorative in Ticino. Fra le popolazioni dei due Cantoni si sono spesso visti dei supporti reciproci a livello di rivendicazioni politiche, cosi come atti di solidarietà. Uno di quelli più famosi e recenti è senza ombra di dubbio il sostegno alla lotta per le Officine FFS di Bellinzona, complesso industriale che tra l’altro impiega un’ottantina di operai mesolcinesi. La vicinanza a Bellinzona è, inoltre, un fattore fondamentale per l’economia e la vivibilità del Moesano. Essa rappresenta infatti l’aggancio tra la periferia ed il centro urbano, dunque la vicinanza ai servizi e non solo.

Da parte del Moesano è quindi auspicabile che le relazioni intercantonali proseguano nel migliore dei modi, a vantaggio delle rispettive popolazioni. Purtroppo però tale rapporto storico tra le due regioni viene offeso dalle continue manovre fiscali del governo retico: tra di esse vi è l’intenzione di ampliare la zona industriale di San Vittore fino a 400mila metri quadrati lungo la pianura bassomesolcinese.
Fortunatamente da qualche mese un gruppo di cittadini della valle e dei vicini comuni ticinesi si sono organizzati per opporsi alle pretese di Coira, le quali – oltre che deturpare l’unica grande pianura agricola mesolcinese – tentano di mettere maggiormente in concorrenza il due cantoni sul campo della fiscalità, servendosi inoltre di una regione – il Moesano – che al Ticino deve molto.

La decisione di ampliare la zona industriale di San Vittore non è arrivata per caso, anzi è stata ben pensata per attirare una grande quantità di aziende dal Ticino, che trasferendosi a San Vittore godrebbero di una moltitudine di agevolazioni fiscali che vanno a favore del padronato e di Coira, la quale potrà continuare indisturbata le proprie politiche per più sgravi fiscali. Sgravi che vanno sempre a favore delle grandi aziende e dei cittadini del ceto elevato, facendo sobbarcare il peso dei mancati introiti ai comuni che sono già in difficoltà finanziarie. In tutto questo gli sconfitti sono ovviamente i piccoli-medi comuni delle periferie retiche, nonché il tessuto economico ticinese, ma per gli alti piani del governo retico – evidentemente – ciò non conta più di quel tanto.

La lotta all’ampliamento della zona industriale di San Vittore non solo deve riguardare il deturpamento di una delle poche ricchezze che possediamo nel Moesano – ovvero il territorio – ma anche lo storico rapporto creatosi con i vicini ticinesi. Volere l’ampliamento della zona industriale di San Vittore significa non avere riguardo del proprio patrimonio territoriale e del vicino Canton Ticino.
Anche in questo caso la guerra fiscale tra Cantoni rimane in primo piano. Essa non risparmia neanche piccole realtà come quella moesana, facendola schierare contro il suo principale partner.
Tutto questo a vantaggio di chi? Sicuramente non dei salariati del ceto basso e medio.

Mattia Antognini,
consigliere comunale a Roveredo,
candidato al Gran Consiglio per la lista MPS-Partito Comunista

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