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Aborto e Cassa malati

L’iniziativa che propone di abolire la copertura dell’aborto da parte dell’assicurazione malattia di base riapre il dibattito sull’aborto stesso. Dietro il paravento del risparmio economico si sta facendo riemergere lo scontro ideologico che ha segnato tanti anni della storia delle donne.

Sin dall’antichità, la pratica dell’interruzione della gravidanza veniva tramandata segretamente da generazione in generazione lasciando dietro di sé anche molte sofferenze e ferite se non addirittura dei lutti. L’opinione comune è andata cambiando ed è passata da una condanna unanime e accusa di egoismo delle donne con scarsa morale a una certa compassione quando le esigenze erano di tipo economico. Oggi, diversi sono i sentimenti verso chi abortisce. Accanto alla morale vi è la posizione politica e vi sono le disposizioni legislative, conquistate con tante fatica ma vi è soprattutto la sicurezza per la salute della donna. Adesso, l’aborto è anche un fatto medico. Ed è per questo che figura fra le prestazioni di base delle casse malati. Infatti, spontaneo o terapeutico, l’aborto è una realtà clinica che riduce i fattori di rischio e che ha fatto scomparire la figura della mammana.

Nessuna donna è contenta e accetta volentieri l’aborto che sembra essere più l’insuccesso di una contraccezione che la non conoscenza della stessa. Può essere anche la conseguenza di una leggerezza, di un conflitto tra desiderio di maternità e scelta razionale di rifiuto, la necessità di un oggetto di amore che si scontra con la paura di affrontare il cambiamento della propria vita. Tanti possono essere i motivi che stanno a monte di una scelta così difficile da fare e proprio per questo non devono esserci altre pressioni che pesano sulla bilancia della decisione. Il percorso che porta a una scelta così grave è quindi pieno di dubbi e lacerazioni che nessuno ha il diritto di giudicare. Le disposizioni legislative sono garanti e questo ci basta.

I costi delle casse malati vanno affrontati diversamente e non seguendo il vento che soffia in parecchi paesi di Europa, un vento che tenta di cancellare un diritto che è valido per tutte le donne, qualunque sia la classe sociale di appartenenza. Perché è anche di questo che bisogna parlare: se aboliamo la copertura all’interno delle prestazioni di base potranno interrompere la gravidanza solo coloro che hanno i mezzi finanziari sufficienti per coprire le spese.

Siamo di fronte ancora una volta a un tentativo di creare una medicina a due livelli ed è anche per questo che dobbiamo opporci a simili iniziative subdole.

I costi delle casse malati si abbattono con un’altra politica sanitaria ossia, attraverso la prevenzione primaria, in altre parole con l’educazione, la sensibilizzazione di tutte le fasce della popolazione, riducendo il soggiorno ospedaliero e con interventi ambulatoriali là dove è possibile, come l’aborto per esempio. E soprattutto con una cassa malati federale unica e proporzionale al reddito.

Sonja Crivelli

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