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La Gioventù Comunista sosterrà il referendum contro la riforma del Servizio Civile!

Già alcune settimane fa Luca Frei, membro del coordinamento della Gioventù Comunista (GC) aveva preso posizione anche su questo portale (leggi l’articolo) contro la revisione della legge sul Servizio Civile che, dopo il Consiglio degli Stati, ora anche il Consiglio Nazionale si appresa a votare con l’intento di rendere il servizio sostitutivo meno attrattivo per i coscritti.

I giovani comunisti hanno deciso di fare questo tema un proprio cavallo di battaglia tanto è vero che una delegazione della GC ha partecipato in qualità di ospite all’assemblea generale straordinaria della Federazione svizzera del servizio civile (CIVIVA) tenutasi a Berna e che ha deciso di lanciare un referendum qualora le Camere federali non cambiassero opinione.

Secondo un comunicato stampa della Gioventù Comunista la prevista revisione della legge “comporterebbe una serie di misure, volte a complicare l’accesso al Servizio Civile per coloro che hanno già iniziato il servizio militare. Tutto ciò, però, è fortemente in contrasto con il diritto all’obiezione di coscienza, diritto che secondo la Costituzione federale spetta ad ogni persona in qualsiasi momento della sua vita”.

Ma quali sono le misure che, stando al movimento giovanile comunista coordinata da Samuel Iembo, risultano particolarmente problematiche? “Ad esempio il fatto che per chi già ha finito la scuola reclute occorrerà attendere un anno fra la richiesta di passaggio al servizio civile e la sua effettiva accettazione”. E non è tutto: la GC “contesta l’introduzione, per chi abbandona l’esercito, di prestare servizio civile almeno 150 giorni anche se il computo totale dei propri giorni di servizio mancanti sarebbe inferiore. Una misura che anche dal punto di vista legale pone parecchie perplessità. Verrebbero così penalizzate principalmente quelle persone che, una volta venute a contatto con la realtà dell’esercito, caratterizzato da ormai frequenti gravi casi di abusi contro i coscritti, si rendono conto di quanto il servizio militare non corrisponda alle necessità della società e ai propri principi”.

La Gioventù Comunista – che già si era attivata lo scorso settembre nel denunciare le mosse che a livello parlamentare avvenivano su iniziativa della destra militarista – da sempre lotta a favore del diritto al servizio civile per chi vuole rendersi utile alla collettività senza sparare. La GC si dichiara quindi pronta a sostenere il referendum e a raccogliere le firme ma fa ancora un ultimo appello: “invitiamo i consiglieri nazionali ticinesi neo-eletti o confermati a rifiutare il progetto e a non intaccare il diritto all’obiezione di coscienza. Se l’esercito ha dei problemi, come vien detto per legittimare una tale riforma, occorre che li risolva da sé alla radice e senza discriminare i civilisti: giù le mani dal Servizio Civile!”