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Confermata l’influenza del Partito Comunista del Cile nelle proteste contro Pinera

Il giornale finanziario americano Bloomberg è sempre molto ben informato ma certamente non ha simpatie comuniste. Ecco perché è una fonte interessante quando, parlando delle lotte sociali in Cile, afferma senza dubbi che esso è politicamente diretto dal Partito Comunista del Cile (PCCh) attraverso soprattutto il prestigio e la forte influenza che due giovani donne comuniste provenienti dal movimento studentesco hanno saputo conquistare negli ultimi anni. Stiamo parlando di Camila Vallejo et Karol Cariola, autrici fra l’altro di una coraggiosa riforma atta a diminuire la durata della settimana lavorativa.

Una giusta linea di massa, dunque, quella del PCCh, che avviene in modo ragionato, indipendente e trasparente (mentre altri gruppuscoli estremisti, soprattutto trotzkisti tentano di strumentalizzare il movimento infiltrandosi di nascosto). Insomma gli USA sono chiari: i loro avversari sono i comunisti, non certo trotzkisti e gruppuscoli estremisti vari che fanno il loro cancan nelle manifestazioni di solidarietà col Cile in Svizzera, ma che in patria non contano nulla.

Fidel Castro con le due giovani che oggi sono il simbolo delle proteste in Cile

Il movimento sociale attuale, che subisce la pesante repressione del regime neo-liberista di Sebastian Pinera, viene presentato dai media come un fatto sorprendente e inaspettato. E invece è proprio l’articolo del 20 agosto scorso a dimostrare che la contestazione sociale e politica di massa nel Paese si stava preparando da molto tempo e dietro vi era una precisa la strategia dei comunisti cileni, un Partito che alle prossime elezioni potrebbe anche ambire a partecipare alla maggioranza di governo. Non è un caso quindi se la repressione è stata durissima: l’imperialismo statunitense ha davvero il timore di un movimento di massa e determinato che possa riportare il Cile nel solco progressista del processo bolivariano.

Dopo aver ottenuto la revisione della Costituzione cilena, il Partito Comunista del Cile è tornato ora all’offensiva chiedendo direttamente la convocazione di un’Assemblea costituente che riscriva la carta costituente, procedendo non solo all’epurazione totale del passato criminale della dittatura del generale Augusto Pinochet, ma che attraverso una rivoluzione nazional-democratica si conceda ai lavoratori e agli studenti di prendere in mano il proprio destino.