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I diritti umani non sono neutrali! Cuba si scaglia contro l’Unione Europea!

L’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (il parlamento) di Cuba ha rimandato al mittente, e in modo energico, la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo sulla situazione dei diritti umani sull’Isola socialista. Bruxelles non ha insomma mancato l’occasione per mostrarsi nuovamente un’entità imperialista e denigrare chi si ostina a voler costruire un modello sociale diverso da quello capitalista.

In una dichiarazione ufficiale il parlamento cubano ha qualificato come inaccettabile tale risoluzione, lamentandosi in particolare di come essa fosse in contrapposizione ai principi di rispetto, di uguaglianza e di reciprocità contenuti nell’Accordo per il dialogo politico e la cooperazione che Cuba ha siglato con l’Unione Europea (UE).

Le autorità legislative dell’Avana hanno definito inoltre la risoluzione del parlamento dell’UE come “interventista” nel senso che promuove ingerenze irrispettose della sovranità nazionale cubana e “contraria ai principi del diritto internazionale”. E poi la stoccata finale agli eurocrati: a Cuba tutti i diritti umani sono promossi, protetti, esercitati e garantiti, a differenza di quanto succede nell’Unione Europea!

Quello che infatti non viene considerato nel dibattito è che i diritti umani non sono neutrali ma hanno una valenza di classe: mentre nell’UE sono riconosciuti i diritti umani formali e individuali, cioè quelli tipici della cultura politica liberale; a Cuba invece vigono i diritti umani sostanziali e collettivi, cioè quelli della cultura politica marxista che insistono sui diritti sociali, come il diritto alla casa, il diritto alla scuola per tutti, alla sanità gratuita, ecc. che naturalmente non sono previsti quali diritti umani fondamentali nell’Occidente capitalistico in generale e nell’UE della “austerity” in particolare, in cui le scuole si pagano, gli alloggi a pigione moderata scarseggiano e la sanità è in mano ad aziende private.

Sbaglia però chi pensa che a Cuba mancherebbero i diritti civili, in effetti non manca il dibattito democratico e partecipativo: ad esempio l’attuale riforma costituzionale è discussa ampiamente fra la popolazione, nei quartieri, nelle scuole, sui posti di lavoro e centinaia sono gli emendamenti sorti dal basso che ora il parlamento dovrà analizzare. E naturalmente nessuno è stato arrestato per essersi espresso criticamente verso la riforma costituzionale.