Africa e Germania eliminate. Europee, latinoamericane e il Giappone agli ottavi

Contro l’Egitto, illusosi dopo la rete nei primi minuti di Salah, i sauditi nei recuperi del primo e del secondo tempo tornano alla vittoria dopo dodici partite mondiali, avevano regolato per 1 a 0 i belgi nel ’94. Gli egiziani, sette volte campioni d’Africa, prima squadra del continente ai mondiali nel ’34, battuti allora dall’Ungheria 4 a 2 con doppietta per i faraoni di Abdelrahman Fawzi, tornano a casa con tre sconfitte e rimandano, ancora una volta, la prima vittoria nella competizione, tuttavia con un record, Essam El Hadary, tra i pali contro i sauditi, con i suoi 45 anni è il calciatore più anziano della storia dei mondiali.
Il genoano Diego Laxalt imprime grande velocità al gioco degli uruguagi che imponendosi per 3 a 0 sui padroni di casa passano per primi e a punteggio pieno nel girone davanti ai russi stessi.

Alireza Beiranvand, uomo umile che viene da una vita povera, capace grazie alla sua determinazione e al suo coraggio, nonché al sostegno interiore della fede, di vincere tante avversità, è arrivato a essere il portiere del Perspolis di Teheran e della nazionale iraniana e ad avere in una notte a Saransk la sua consacrazione mondiale, negando al Pallone d’oro Cristiano Ronaldo la realizzazione di un rigore, Iran – Portogallo finisce 1 a 1, a Quaresma risponde Ansarifard, per gli iraniani l’orgoglio di uscire con merito, per il Portogallo una serata poco convincente, con un Cristiano Ronaldo nervoso che sgomita molto e dribbla poco. Nell’altro incontro del girone grande partita di cuore di un Marocco atletico e brillante che impone il 2 a 2 agli spagnoli, capaci di recuperare solo all’ultimo e grazie al costante gioco manovrato dettato da Iniesta.

Francia in formato congolese con il centrocampista del Siviglia Nkemboanza Nzonzi, Presnel Kimpembe, difensore del Paris Saint-Germain e l’esperto Steve Mandana, nato a Kinshasa e portiere dell’Olimpyque Marsiglia, a difendere con il suo usuale numero 16 i legni francesi nel solo 0 a 0 dei mondiali, che diventa soporifero quando arriva dall’altro stadio la notizia della vittoria peruviana per 2 a 0 sugli australiani, capace di garantire ai transalpini e agli scandinavi di accedere agevolmente agli ottavi. Nel Perù, in festa per la prima vittoria dal 1978, a segno Carrillo e Paolo Guerrero, Paolo e non Pablo, perché il padre amava il capocannoniere del mundial spagnolo, l’azzurro campione del mondo Paolo Rossi.

Un Maradona spiritato ringrazia il cielo, quando, dopo l’ingresso di De Maria a centrocampo, al quarto d’ora Messi si ridesta e trafigge con uno strepitoso diagonale di destro la Nigeria, che tuttavia lotta e produce svariate azioni, fino ad arrivare al pareggio in apertura del secondo tempo, una qualificazione che gli africani difendono con un gioco manovrato travolto solo da un rocambolesco destro del difensore Rojo a una manciata di secondi dalla fine che, chiudendo per gli argentini sul 2 a 1 la partita, tiene la precaria e poco convincente Argentina ai mondiali. Anche perché nell’altra partita agli islandesi non riesce l’impresa e perdono con i croati per 2 a 1, c’è Kalinić, ma Lovre, il portiere del Gent, non Nikola, l’attaccante del Milan, rispedito a casa perché pretendeva di giocare, quando Perisić, Modrić e Mandzukić la fanno da titolari. Gli islandesi tornato a casa con la fierezza di aver rappresentato la nazione meno popolata, solo 330mila abitanti, nella storia del mondiale e con la gioia del regista cinematografico e portiere della nazionale Hannes Þór Halldórsson, capace di parare un rigore a Messi nell’esordio mondiale e di farsi pagare dalla Coca Cola per la realizzazione di uno spot dal titolo “Saman”, ovvero “insieme” in islandese, che racconta il suo paese e l’amore per il calcio, tutto scandito da quello che è oramai indelebilmente conosciuto in tutto il mondo come il “respiro del geyser”.

I sudcoreani, che in un mondiale mai avevano battuto i campioni in carica e mai avevano sconfitto i tedeschi, hanno vinto con merito 2 a 0, con due reti nel recupero stratosferico di nove minuti, troppi e comunque inutili, regalati per aiutare i teutonici a rappezzare quello che i loro sguardi smarriti già dimostravano che non sarebbe potuto succedere. Proprio nel recupero le due reti, la prima di Kim Young-gwon e la seconda di Son Heung-Min, il centrocampista del Tottenham, che forse con questa vittoria potrà essere ancora una volta esentato dal lungo servizio militare, anche i sudcoreani tornano a casa, ma con una vittoria storica. La Svezia non batteva il Messico dal mondiale casalingo del ’58 e con un secco 3 a 0 ha siglato il passaggio agli ottavi per entrambe.

Nella Svizzera la scarsa prestazione degli elvetico – kossovari è compensata dalla rete d’apertura realizzata dall’albano-macedone Džemaili, poi pareggiata, da Kendall Waston, chiamato a riscattare l’orgoglio costaricense, mentre alcuni tifosi scalmanati muovono pesanti minacce contro il tecnico Oscar Ramirez invitandolo a non rientrare in patria, la rete nel finale di Josip Drmić per i rossocrociati è pareggiata per il 2 a 2 finale da un rigore nel recupero causato da un fallo inutile dello svizzero – congolese Lemi Zakaria Lako Lado e carambolato sull’incolpevole portiere Sommer per altro autore di una grande prestazione con spericolate parate, nell’altra partita del girone i brasiliani ridimensionano le speranze e le ambizioni serbe, rimandandoli a casa con una rete per tempo di Paulinho e Thiago Silva, nel Brasile lo spogliatoio, ripristinando il metodo di discussione partecipativa inventato da Socrates, ha imposto come nuovo capitano il difensore interista João Miranda e ha preso parte alla decisione della formazione, relegando l’allenatore Tite al ruolo di coordinatore del collettivo piuttosto che di condottiero della brigata auriverde.
Nel girone più incerto a un quarto d’ora dalla fine il colombiano Mina, il blaugrana che non gioca mai, solo sei partite quest’anno col Barcellona, svetta di testa e insacca per l’1 a 0 finale che rimanda a casa i senegalesi, arrivati in assoluta parità coi giapponesi che nell’altra partita perdono di fronte alo scatto d’orgoglio dei polacchi vittoriosi per 1 a 0 dopo due sconfitte. Alla fine per i nipponici contano le ammonizioni solo 4 in tre partite, contro le 6 degli africani e per questo accedono agli ottavi.

A quarant’anni di distanza, dopo la prima vittoria ai mondiali, contro una nazione centro-americana, allora il Messico, oggi contro Panama, i tunisini vincono per la seconda volta, imponendosi per 2 a 1, il Belgio intanto batte per 1 a 0 gli inglesi per la prima volta ai mondiali.

In conclusione tutte le africane, arabe e subsahariane, son tornate a casa, la Germania campione in carica fa le valige per la seconda volta al primo turno dopo il 1938, allora sconfitta dal catenaccio elvetico voluto dall’allenatore Rappan, restano dieci europee, cinque latinoamericane, di cui quattro sudamericane, un’asiatica. Una semifinalista uscirà dal duplice ottavo Uruguay – Portogallo e Argentina – Francia, ovvero o Messi o Griezmann a casa prima dei quarti, che andrà a scontrarsi con quella che trionferà dall’altro doppio ottavo, Brasile – Messico e Giappone – Belgio. Dall’altra parte del tabellone, Spagna – Russia e Croazia – Danimarca porteranno a una semifinalista, così come Svezia – Svizzera e Colombia – Inghilterra. Mai come in questo mondiale l’esito delle partite è incerto e azzardare pronostici, come ricordava Gianni Brera, vorrebbe soltanto dire sbagliarli, intanto Vladimir Putin inaugura sulla piazza Rossa un campo di calcetto, l’ultima volta che un prato verde aveva invaso la piazza più bella del mondo era stato nel 1936, quando Stalin promosse un’esibizione dello Spartak di Mosca.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.