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La nuova via della seta cinese ora interessa anche ai sindacalisti

Si è concluso nei giorni scorsi a Pechino il seminario di tre giorni di formazione politica organizzato dalla Federazione Sindacale Mondiale (FSM) e dalla Federazione Cinese dei Sindacati (ACFTU) dedicato ai giovani sindacalisti operai dell’America latina.

Il tema di altissima attualità riguardava il progetto strategico di sviluppo economico e di cooperazione internazionale “One belt, one road” promosso dalla Repubblica Popolare Cinese e dal Partito Comunista Cinese e che vede Asia e America latina sempre più connesse, per superare i vincoli neo-liberali imposti dagli USA e dall’UE.

La delegazione sudamericana sotto l’immagine di Mao Zedong

A fare gli onori di casa c’era il direttore generale del dipartimento internazionale del sindacato cinese ACFTU, An Jianhua, il quale ha introdotto i giovani ospiti inviati dalla FSM. Il secondo giorno ha fatto loro visita anche Jiang Guanping, vicepresidente di tutti i sindacati del gigante asiatico.

La delegazione latinoamericana era composta da 12 sindacalisti guidati da Anda Anastasaki dell’ufficio centrale della FSM, e fra loro si trovavano anche Luiza Bezerra esponente della CTB, il prestigioso sindacato controllato dal Partito Comunista del Brasile (PCdoB); Ana Marisel, della Centrale Unitaria dei Lavoratori (CUT) del Cile; Christian David della CTE dell’Ecuador e Omar Alonzo della Confederazione Generale del Lavoro del Perù.

I comunisti cinesi non solo si preoccupano quindi di costruire nuovi ambiti di sviluppo produttivo per far uscire dal dominio neo-coloniale i paesi dei continenti tradizionalmente sfruttati dalle potenze occidentali, ma fornisce pure assistenza diretta nella preparazione dei leader sindacali di domani affinché si sviluppino pure i diritti dei lavoratori.