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“Quattrini e cultura!”

“In un paese come l’Inghilterra senza denari non puoi essere un uomo colto più di quanto tu non possa essere membro del Cavalry Club”.

Lo scrisse George Orwell nel 1936 nella sua opera Fiorirà l’aspidistra. Affermazione vera ancora oggi in molte parti del mondo, come nella stessa Inghilterra, paese in cui le università sono accessibili a una fascia molto ristretta della popolazione. Spostiamoci però in Svizzera, dove l’educazione potrebbe, almeno fino alle scuole medie superiori, in un primo momento apparire gratuita. Ma è davvero così?

Prendiamo l’esempio dei licei. Essi non richiedono alcuna tassa d’iscrizione, ma se si sommano i costi dei quattro anni (in caso di bocciatura anche di più) per ciascun allievo, ci si accorge che per le famiglie con difficoltà economiche la situazione non è fra le più rosee. Se poi queste famiglie hanno più di un figlio che segue lo stesso percorso scolastico, il tutto peggiora ancora. Infatti, tra abbonamenti per i mezzi pubblici, libri scolastici, materiale scolastico, gite e tanto altro ancora, le famiglie possono arrivare a spendere diverse migliaia di franchi per figlio nell’arco di quattro anni. Ciò comporta di fatto una selezione sociale, in quanto le famiglie agiate possono permettersi senza problemi di pagare tutti i costi che un figlio studente comporta. Di conseguenza, può accadere che un ragazzo non possa seguire il percorso scolastico che più gli piacerebbe perché la famiglia non se lo può permettere. Un primo buon passo verso un’istruzione accessibile a tutti e davvero gratuita sarebbe certamente quello di rendere gratuiti i mezzi di trasporto pubblico per tutti gli studenti, e ovviamente anche per gli apprendisti, misura più volte rivendicata dal Partito Comunista. Essa porterebbe anche dei miglioramenti in ambito ecologico, in quanto vi sarebbe una probabile diminuzione del traffico; vi sono difatti molti studenti che giornalmente si recano a scuola con mezzi privati. In questo modo essi verrebbero incentivati a lasciare a casa il mezzo privato e a preferire quello pubblico, diminuendo così sia l’inquinamento dell’aria che quello acustico.

Se poi si considerano le università, la gratuità dell’istruzione scompare completamente. Tutte le università e i politecnici, infatti, sono caratterizzati da rette universitarie da pagare ogni semestre. Queste rette, differenti per ciascun istituto, variavano fino a poco fa tra i 500 e i 750 franchi per semestre, come riportato da Swissinfo, dunque tra i 1000 e i 1500 franchi all’anno, escludendo l’Università della Svizzera italiana di Lugano, che per semestre richiedeva 2000 franchi (4000 franchi all’anno). Purtroppo, le tasse d’iscrizione sono in continuo aumento; è infatti appena stato approvato dal Consiglio di Stato del Canton Friburgo un aumento di 360 franchi della retta della locale Università, che a partire dall’autunno del 2018 costerà 1670 franchi l’anno (rispetto ai 1310 di adesso). Si nota subito quindi che il costo medio delle tasse universitarie si è alzato negli ultimi anni. Infatti, il caso dell’Università di Friburgo non è affatto isolato: è previsto un aumento di 500 franchi presso il Politecnico federale di Losanna e presso quello di Zurigo nel 2019 (nonostante non sia passato molto tempo dall’ultimo aumento), portando così le rette da 1160 a 1660 franchi annui. Anche questi costi risulterebbero quindi al di sopra delle cifre precedentemente indicate. Anche a Ginevra l’anno scorso si era parlato di un incremento delle rette, misura però ritirata in seguito a una buona mobilitazione studentesca.

L’istruzione universitaria può, e dovrebbe, essere gratuita, e lo dimostrano paesi come il Venezuela o Cuba, dove il sistema formativo è completamente gratuito e pubblico, comprese le università. Ma pure in alcuni paesi occidentali, tra cui la Germania o la Svezia, le università sono gratuite e accessibili a tutti.

In un paese come la Svizzera, dove si trovano soldi in abbondanza per l’esercito, esempio più recente sono i previsti otto miliardi per dei caccia militari, si dovrebbero poter trovare anche i fondi per rendere più accessibili e più sociali i servizi di istruzione pubblica, di sicuro molto più importanti rispetto a degli aerei al servizio dell’esercito borghese svizzero. L’istruzione pubblica e gratuita è fondamentale e dovrebbe essere un diritto garantito anche in Svizzera.

Luca Frei

Luca Frei, classe 1998, è stato eletto coordinatore della Gioventù Comunista Svizzera nel marzo 2020. Dopo la maturità liceale ha iniziato gli studi universitari in storia ed è attivo nel Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA).