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Sui trasporti pubblici la sinistra fa quadrato intorno al Partito Comunista

Presentata lo scorso 14 febbraio dal deputato del Partito Comunista, Massimiliano Ay, la mozione “Estendere la gratuità dei trasporti pubblici in caso di superamento del limite di PM10” è arrivata martedì scorso nell’aula del Gran Consiglio ticinese. La mozione di Ay prendeva spunto sia dalle precedenti lotte della Gioventù Comunista e del Sindacato degli Studenti relative alla mobilità, sia dalla decisione del governo del Canton Ticino di offrire il trasporto pubblico gratuito per alcuni giorni a fine gennaio 2017, a seguito di un troppo forte inquinamento dell’aria. La misura è già oggi infatti contemplata, ma solo in situazioni straordinarie. Il deputato comunista chiedeva invece che essa scattasse automaticamente ogni qualvolta il limite di polveri fini superasse la soglia consentita per legge.

Il ministro leghista dei trasporti Claudio Zali

In un primo tempo il Consiglio di Stato aveva bocciato la mozione, ma Ay ha voluto che ne discutesse comunque in parlamento. La Commissione della gestione aveva però sposato le tesi del governo: la misura – come spiegato dal relatore Fabio Badasci (Lega dei Ticinesi) – servirebbe a poco perché l’utenza è scarsa e avrebbe un costo finanziario alto, fra i 2 e i 7 milioni di franchi a dipendenza del numero di giorni di gratuità dei trasporti.

Quella che doveva sembrare una trattanda “marginale”, come l’ha definita il ministro Claudio Zali, ha in realtà aperto un forte dibattito in Gran Consiglio. Dopo la difesa della proposta da parte di Massimiliano Ay, si sono espressi i rappresentati dei gruppi. A nome del PPD Fabio Bacchetta-Cattori ha rifiutato di sostenere la mozione sostenendo che il Consiglio di Stato sta già facendo molto; la Lega dei Ticinesi per bocca di Massimiliano Robbiani ha invece persino negato l’emergeza inquinamento nel Mendrisiotto, sostenuta invece dalla deputata dei Verdi Claudia Crivelli-Barella. Il più “leghista” di tutti è stato però il deputato liberale Fabio Schnellman che ha accusato i frontalieri di inquinare.

Chiara la linea del Partito Socialista: Bruno Storni ha spiegato che nonostante l’ordinanza sulle polveri fini esista da 30 anni, il Ticino sia regolarmente in una situazione fuorilegge e che la mozione comunista era quindi una misura contingente utile perché la gravità dal lato sanitario è elevata e l’uso del trasporto pubblico ad esempio a Lugano è fra i più bassi fra gli agglomerati svizzeri.

Il deputato comunista Massimiliano Ay

Dello stesso avviso Germano Mattei del movimento Montagna Viva, che ha parlato di “misura eccezionale ma necessaria”. Il deputato indipendente Franco Denti, medico, ha accolto le argomentazioni di Ay che ha definito “un segnale forte” di fronte all’emergenza sanitaria.

La granconsigliera ecologista Michela Delcò-Petralli ha ricordato che i costi della salute, quali l’assenza dal lavoro, sono maggiori di quelli stimati per la mobilità gratuita e Henrik Bang (PS) ha a sua volta lanciato l’allarme addirittura sulle PM 2,5, ancora più pericolose.

Alla fine la sinistra ha fatto quadrato intorno al Partito Comunista in uno scontro frontale con la destra. Ay ha raccolto 20 voti contro i 46 della destra e 5 astenuti. Ma la battaglia non è finita: il deputato comunista ha già depositato una iniziativa per la calmierazione dei prezzi dei trasporti pubblici sulla base di un contributo da parte delle aziende.