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Il Venezuela resiste e continua a rafforzare la sua democrazia socialista!

Le forze di sinistra e patriottiche del Venezuela hanno vinto! Ammetto di essere stato scettico sulla Costituente: ne avevo anche parlato con l’Ambasciatore venezuelano qualche settimana fa durante un colloquio personale a Berna, poiché si trattava di una scelta non priva di rischi per la Rivoluzione in un momento di così forte guerra economica e diplomatica da parte dell’imperialismo USA e UE e dei settori oligarchici interni di quella borghesia compradora che non ha mai accettato le conquiste sociali iniziate con Hugo Chavez.

La decisione del presidente Nicolas Maduro è quindi stata non solo di democrazia (perché l’opposizione non è stata ostacolata in alcun modo) e responsabilità (una nuova Costituzione può essere un passo utile per la riconciliazione nazionale), ma si è rivelata anche strategicamente giusta (per evitare di perdere la propria sovranità).

Non mi illudo: quella venezuelana è una destra eversiva, potenzialmente pericolosa, che farà di tutto per continuare l’ondata di violenza e di destabilizzazione eterodiretta. Sarà quindi molto importante che si approfondisca il processo rivoluzionario, che si compatti l’unità d’azione fra il PSUV e il PCV e con tutte le forze patriottiche, e che non si tralasci nemmeno la sicurezza nazionale per evitare infiltrazioni para-militari dalla Colombia, ecc.

Per ora va detto come aver promosso un sistema elettorale che, accanto al tradizionale pluripartitismo, riconosca la rappresentanza sociale di operai, contadini, studenti, ecc. sia stata una mossa fortemente progressista, rigorosamente di classe, che da tempo i comunisti auspicavano e ha permesso di avanzare nella costruzione di una più ampia democrazia “protagonica” e socialista.

Il passaggio dal capitalismo al socialismo, infatti, presuppone sempre non solo un conflitto di classe, ma la costruzione di un duopolio di potere che in Venezuela consisteva già da tempo nei “consejos comunales” e in numerose altre forme di partecipazione operaia e popolare indipendente dall’oligarchia e che ora potrà scrivere una nuova Costituzione nel solco di quella chavista che ha ridato dignità ai popoli d’America latina.

Dal canto suo mi auguro che la Svizzera dopo la caduta di stile dei giorni scorsi, dove si era spinta a consigliare di non far votare il popolo venezuelano, schierandosi di fatto dalla parte dell’opposizione filo-atlantica, torni al suo tradizionale ruolo di mediazione diplomatica e, anzi, intensifichi le proprie relazioni di cooperazione economica con Caracas – anche qualora Washington decida delle sanzioni unilaterali tipiche di una potenza colonialista in declino.

Da una nuova cooperazione, indipendente da quella (comoda ma destinata a finire) del sistema atlantico, Berna ha solo da guadagnare.

Massimiliano Ay

Massimiliano Ay è segretario politico del Partito Comunista (Svizzera). Dal 2008 al 2017 e ancora dal 2021 è consigliere comunale di Bellinzona e dal 2015 è deputato al parlamento della Repubblica e Cantone Ticino.