Come previsto dai comunisti: Tzipi Livni denunciata in Svizzera per crimini contro l’umanità!

Lo scorso mese di gennaio l’ex-ministro israeliano Tzipi Livni aveva dovuto rinunciare a un viaggio in Belgio, per evitare che la giustizia di quel Paese la arrestasse. I giudici belgi avevano infatti aperto un procedimento penale contro la politica sionista per crimini di guerra e crimini contro l’umanità a seguito della sua responsabilità per l’operazione militare contro civili palestinesi del 2008.

Nonostante il deputato Massimiliano Ay e il Partito Comunista avessero avvertito il governo ticinese di quanto inopportuno fosse sponsorizzare tale personaggio tramite la Banca dello Stato, il ministro dell’economia Christian Vitta e altri politici, anche di sinistra, hanno fatto spallucce e legittimato la donna. Alcuni politici ticinesi hanno dimostrato così non solo una imbarazzante subordinazione al sionismo, ma anche di non essere a conoscenza di quello che succede fuori dai confini del cantone, dove il nome di Livni fa discutere da tempo.

Intanto dopo l’intervento istituzionale del Partito Comunista, anche il Collettivo svizzero “Urgence Palestine” ha agito: tramite i propri avvocati ha infatti denunciato al Ministero Pubblico della Confederazione la presenza di Livni su territorio svizzero. Gli inquirenti ora avrebbero l’obbligo di intervenire secondo l’articolo 7 e l’articolo 264m del Codice Penale svizzero, qualora i sospetti fossero sufficienti. Un’altra associazione svizzera, attiva nell’ambito della ricerca dei criminali di guerra, “Trial”, ha dichiarato al quotidiano romando “Le Courrier” di ieri di ritenere gli elementi contro Livni sufficienti per permettere alla giustizia elvetica di perlomeno interrogare la diretta interessata. Abbiamo invece il timore che i giudici svizzeri preferiranno darle il tempo di scappare dal nostro Paese, così da non trovarsi nell’imbarazzo di dover agire contro gli interessi di banchieri e gli industriali che pur di non dispiacere al capitale israeliano sono disposti a svendere l’indipendenza della Svizzera.

Intanto si è saputo che, oltre a quella belga, anche la giustizia britannica ha aperto un’inchiesta contro la nuova beniamina della sempre più provinciale élite politica ticinese. Il governo di Londra è però intervenuto in seguito riconoscendole l’immunità diplomatica. Ma l’immunità, sempre che la Svizzera la riconosca, non difende comunque dalla dichiarazione di “persona non grata” come proposto dai comunisti. E intanto il Ticino fa un’altra figuraccia…