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Il 20° Congresso dei comunisti greci ribadisce la centralità operaia e la sfiducia a Tsipras

Il segretario generale tiene la sua relazione politica
Il segretario generale tiene la sua relazione politica

Dal 30 marzo al 2 aprile si è svolto ad Atene il 20° Congresso del Partito Comunista di Grecia (KKE) che ha rieletto Dimitris Koutsoumpas quale segretario generale del Partito. All’unanimità è stato pure rinnovato il Comitato Centrale. La discussione pre-congressuale aveva coinvolto circa 80mila persone, simpatizzanti compresi, con quasi un migliaio di riunioni su tutto il territorio nazionale. Messaggi di saluto all’assise greca erano giunti da ben 102 partiti esteri, fra i quali quelli dei partiti cubano, nordcoreano, vietnamita e laotiano attualmente al potere, o quello portoghese che sostiene esternamente il governo del proprio Paese. Dalla Svizzera ha inviato un messaggio augurale Massimiliano Ay, segretario dei comunisti locali.

La sede del Comitato Centrale del KKE
La sede del Comitato Centrale del KKE che ha ospitato il Congresso

L’assise congressuale ha approvato a stragrande maggioranze le tesi politiche che miravano al “rafforzamento integrale del KKE per raggruppare il movimento operaio e sviluppare l’alleanza sociale in direzione antimonopolista”. Nelle sezioni di base del KKE le tesi politiche del Congresso ha goduto di un consenso del 99,3% dei membri mentre nelle organizzazioni di base della Gioventù Comunista di Grecia (KNE) i voti favorevoli alla linea proposta dai vertici è stata del 99,7%. Il KKE è uno dei partiti comunisti europei che godono di maggiore penetrazione nella classe operaia, anche grazie al PAME, il braccio sindacale del Partito che è pure un pilastro della Federazione Sindacale Mondiale e numerosi delegati hanno dibattuto sulle modalità di rafforzamento del Partito d’avanguardia e sulle modalità di inserire il KKE ancora di più nella lotta di classe.

Si tratta, quello greco, di un partito fortemente legato al pensiero marxista-leninista che aveva rifiutato ogni collaborazione con il partito sinistra “Syriza”, nonostante fosse una forza politica a cui partecipavano alcuni correnti neo-comuniste e maoiste. I comunisti greci fin dall’inizio avevano invece bollato il governo di Alexis Tsipras come socialdemocratico, anti-popolare e succube ai diktat dell’UE: un giudizio molto severo che era costato al KKE anche alcune critiche dai partiti comunisti europei. Oggi “Syriza” si è scissa, Tsipars sembra aver ceduto su tutta la linea alle misure di austerità imposte da Bruxelles e ha assunto posizioni impopolari anche sulla NATO: il KKE può insomma vantarsi di aver visto in anticipo tali rischi.