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Cittadini per una carnevale libero a Bellinzona. Il Rabadan non convince tutti.

Riceviamo e pubblichiamo questo articolo di opinione sul carnevale di Bellinzona che da anni suscita discussioni per il costo relativamente alto di entrata e le modalità organizzativa alquanto restrittive. In passato avevamo già affrontato questo tema (leggi). L’articolo che vi proponiamo come spunto di riflessione risale al febbraio 2016, ma mantiene a tutt’oggi una sua attualità.


Conclusa l’edizione di Rabadan 2016 si tirano le somme. Sembra, come affermato dal presidente Bixio Caprara, che tutto sia filato liscio e i problemi finanziari sono ormai un brutto ricordo.
 Già si parla per l’edizione 2017: fotocopia del 2016.

A questo punto ci chiediamo come si può affermare con sicurezza se il Municipio non ha ancora rilasciato l’autorizzazione per l’edizione 2017.
 Questo ci induce a pensare che la citata autorizzazione (uso accresciuto del suolo pubblico) viene rilasciata automaticamente senza tener conto della sicurezza, della protezione ambientale, della tutela dei beni comuni privati e la viabilità.
 Dunque nessun attento esame della situazione, la quale può mutare ogni anno, va fatto prima di lasciare l’autorizzazione.
 Leggerezza o “ ciccia e pappa” con Rabadan?

Che Rabadan ha una certa influenza, forse troppa, sul Municipio di Bellinzona non è una novità.
 E’ ora che il Municipio di Bellinzona dia una svolta decisiva a questa situazione, ridando alla popolazione il libero accesso al centro cittadino durante periodo di carnevale.
 Questo non esclude che i gestori di capannoni, tende, tendini o altri luoghi chiusi possono chiedere un contributo per l’entrata ai loro siti, come pure adottare le misure di sicurezza adatte.
 Anche per il tradizionale corteo della domenica si può certamente chiedere un contributo finanziario agli spettatori. Facciamo presente che chi partecipa con gruppi, carri e musiche deve pagare l’iscrizione, come pure ogni persona fisica (musicista, comparsa ,collaboratore)deve pagare il biglietto di entrata al corteo.
 In sostanza il corteo si autofinanzia.

Il Municipio dovrebbe mettere a concorso le area pubbliche destinate ai capannoni, questo da trasparenza e neutralità, evitando di assegnare queste aree (come usa fare Rabadan) alle solite società.


Certamente “blindare” la Città con la scusa della sicurezza per foraggiare le casse di Rabadan costa un mucchio di soldoni, come costano tutti i controlli inutili di sicurezza alle entrate.
 L’abbiamo già detto in varie occasione che perquisire le persone in una zona non “bonificata” è fuori da ogni logica della sicurezza.
 Non si può certamente “bonificare” ogni sera tutto il Centro Città. 
Si tratta sicuramente di un “un modo elegante e convincente” per giustificare il sempre “discutibile pedaggio”.

Anche la trovata del braccialetto (marchiatura), fatta ovviamente per aumentare i paganti, è un’idea bislacca, irrispettosa verso la gente e in contrasto con il più elementare diritto alla privacy.
 Probabilmente con la Nuova Bellinzona le cose andranno diversamente: stiamo già lavorando in tal senso.

Visto che si tratta di una manifestazione elencata nelle “tradizioni popolari svizzere”, insistiamo che questa sia rispettata come tale e che rimanga popolare e non manie di grandezza, prestigi personali e di volere a tutti costi essere superiore agli altri carnevali del nostro Cantone.


Non siamo anarchici o disfattisti, come sicuramente la pensa “democraticamente” il presidente Bixio Caprara, ma siamo la voce dei bellinzonesi i quali vogliono riprendersi la loro tradizione come alle origini.
 Ma anche la voce di chi non è libero di raggiungere i propri parenti, gli amici, il proprio ufficio o studio, eccetera, negli orari della “Città Blindata”, senza sentirsi dire : “O paghi o non passi!!”

CITTADINI PER UN CARNEVALE LIBERO A BELLINZONA
Edio Gada-Barenco, coordinatore