A Monaco di Baviera i comunisti fanno ancora paura?

Totalitarismo? Polizia politica? Discriminazione ideologica? In Germania, soprattutto in Baviera, sono termini ancora attuali: sì proprio oggi, non durante la guerra fredda!

Kerem Schamberger è un giovane di 30 anni che ha studiato scienze della comunicazione all’Università Ludwig Maximilian e intendeva iniziare un dottorato il 1° ottobre prossimo. Per farlo doveva però venir prima assunto con un contratto di insegnamento nella stessa università: così infatti si usa in Germania.

dkpE invece il colpo di scena! Schamberger non ha potuto essere assunto (e quindi iniziare il suo dottorato) perché marxista! Nessun pericoloso sovversivo in realtà, poiché milita per il Partito Comunista Tedesco (DKP), un piccolo movimento nato a inizio anni ’60 e che si muove nella piena legalità, eleggendo persino alcuni consiglieri comunali. Una legge del 1972 esige però che ogni funzionario pubblico (docenti compresi) debba prima venire “approvato” dall’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (cioè il nome con cui agisce in Germania la polizia politica).

A difendere il giovane studente colpito dal “Berufverbot” (cioè il divieto di lavorare per motivi politici) sarà l’ex-ministro della giustizia (1998-2002), l’avvocatessa Herta Däubler-Gmelin che ritiene illegale la misura attuata dalla polizia politica, poiché la Costituzione garantisce la libertà di accedere a qualsiasi professione senza discriminazioni di tipo politico.

Immediatamente si sono alzate voci di protesta contro l’operato delle autorità: oltre ai professori preoccupati, con i loro sindacati, della libertà accademica minacciata, messaggi di solidarietà sono stati espressi dal Partito della Sinistra (erede peraltro proprio del partito comunista della ex-DDR), dal Partito Socialdemocratico (SPD) e dai Verdi. La destra democristiana della CDU/CSU, che in Baviera ha la sua roccaforte, non ha finora invece voluto commentare l’accaduto.

Dal canto suo Schamberger non intende mollare e anzi, più convinto che mai, ha pubblicamente denunciato queste intimidazioni che vorrebbero impedire ai giovani di organizzarsi e di ribellarsi a una società sempre più iniqua e guerrafondaia.