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L’immigrazione di massa fa discutere l’Ungheria

Il premier ungherese Viktor Orban rifiuta di accogliere i rifugiati nel suo paese, opponendosi così alle direttive di Bruxelles. La consultazione popolare da lui indetta verteva su questa domanda: “Vuoi permettere all’Unione Europea di imporre l’arrivo di cittadini non ungheresi senza l’approvazione del Parlamento?”.

Solo il 43,9% degli aventi diritto si è recato effettivamente alle urne: per poco quindi non è stato raggiunto il quorum. Nel disperato tentativo di mostrare un’UE che si salva, i media occidentali parlano di sconfitta per Orban, quando la realtà è ben più complessa.

In effetti, se è vero che il quorum non è stato raggiunto, va pur detto che non lo è stato di pochissimo. E di quel 43,9% di ungheresi che si sono recati alle urne, ben il 98% (oltre 3 milioni di cittadini) ha sostenuto il proprio governo, votando “no” alla domanda posta in referendum e dunque alla cosiddetta “solidarietà europea”. Va ricordato che alle ultime elezioni parlamentari ungheresi avevano preso parte poco meno di 4,8 milioni di elettori. Insomma, sconfitta o meno, l’UE continua a scricchiolare.

A votare con Orban non sono stati solo gli elettori nazionalisti: erano molti anche a sinistra a sostenerlo! Nemmeno i socialdemocratici se la sono sentiti di fare una forte campagna europeista, invitando la propria base ad astenersi, mentre i marxisti-leninisti hanno fatto campagna per il “no” di sinistra contro la concorrenza fra lavoratori.