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Filippo Contarini a difesa della giurie popolari

Il prossimo 28 novembre voteremo sull’abolizione delle giurie popolari dalla legislazione penale ticinese, armonizzando così il Ticino al nuovo codice di procedura penale unificato svizzero. Tutti i maggiori partiti politici si sono schierati a favore dell’abolizione, ma le opposizioni non sono mancate. Oltre alla Lega dei Ticinesi, anche Filippo Contarini, giurista dell’Università di Lucerna e membro del Partito Socialista, ha animato il fronte dei contrari. Lo abbiamo intervistato per capirne le ragioni.
Per quale motivo difende in modo così determinato le giurie popolari?
Difendo in modo determinato le giurie popolari prima di tutto perchè sono contrario ad un’amministrazione della giustizia esercitata da una casta. Penso inoltre che il processo possa essere più vicino alla realtà sociale (e quindi più giusto) se il giudice professionista può confrontarsi nella redazione della sentenza con persone esterne alla normale vita giudiziaria.
Il nuovo programma del Partito Socialista, cui lei aderisce, chiede di rafforzare lo stato di diritto. Non crede che vi sia il rischio che le giurie popolari siano troppo influenzate dalle paure e dai pregiudizi della gente? Non sarebbe in tal senso auspicabile lasciare ai giudici l’applicazione delle norme nel rispetto dello stato di diritto e della certezza della legge?
Credere che i giudici applichino la legge e basta è ingenuo. La personalità e le preconoscenze del giudice hanno sempre rilevanza nel giudizio. La domanda è se il giudice professionista, vedendo sempre solo casi penali, non si crei un’idea della società diversa da quella che c’è in realtà fuori dal palazzo giudiziario.
Per quanto riguarda l’influenza sui giurati popolari, bisogna intendersi su cosa si parla. Se ci si chiede se i giurati diano pene più o meno alte dei giudici, questo è un non-problema. I più recenti studi sociologici hanno dimostrato che giudici professionisti e giudici popolari danno le stesse pene. Punto. Ma il processo non è solo decidere la pena, per questo i giurati popolari ci vogliono.
Bisogna inoltre fare attenzione quando si parla di Stato di Diritto, poichè la legge lascia, giustamente, molto più spazio ai giudici di quanto si pensi.

La maggioranza del PS pare schierato con tutti gli altri maggiori partiti per sopprimere tali giurie. Per quale ragione ha deciso di schierarsi contro il suo partito su questo tema che ai più pare non prioritario?

Io non mi sono schierato contro il partito. Io ho proposto in un dialogo democratico interno la mia posizione e il partito ha deciso di sostenere l’opinione contraria. Il Partito ha ritenuto che mantenere i giurati popolari sia poco praticabile alla luce del nuovo codice di procedura penale svizzero. Io ritengo che quest’interpretazone del nuovo codice sia troppo stretta e che quindi questi problemi di praticabilità non ci sono.
Il partito ha quindi deciso di sostenere la posizione del sì, io però posso tranquillamente dire la mia.
Leggendo gli argomenti dei favorevoli all’abolizione delle giurie popolari su quali aspetti può convenire e quali invece ritiene assolutamente non condivisibili?
È assolutamente vero che i giurati dovranno leggere gli atti prima del processo, cosa che oggi non succede. È però vero che basta che li leggano per farsi un’idea, non devono conoscere tutte le carte a memoria!
È invece profondamente falso affermare che i giudici laici non siano compatibili con il diritto federale. Ritengo che questa sia un’ignobile scusa politica per eliminare la figura del giurato senza doversene assumere le responsabilità. Creata ad-hoc dalla casta di cui si parlava sopra.
È altresì sbagliato dire che i procesi si allungheranno e quindi i giurati dovranno parteciparvi per mesi: il codice di procedura penale lascia al giudice presidente della corte decidere come impostare il processo. Questo vuol dire che con i giurati il giudice presidente può (ne ha proprio il diritto!) fare un processo compresso nel tempo.
Cambiando parzialmente discorso, come giudica la situazione attuale nella giustizia ticinese? In particolare il nuovo programma del suo Partito insiste sulla necessità di maggiore indipendenza del potere giudiziario, tuttavia anche il PS è partecipe della lottizzazione partitica nella scelta dei magistrati. Qual è la sua posizione in merito?
Stabilire politicamente chi debba essere giudice è una conquista democratica di importanza capitale nella Storia di un Paese. Pensare che i giudici siano macchinette, meri applicatori della legge, è ingenuo e corrisponde a bui pensieri illuministi sette-ottocenteschi che non hanno nulla a che fare con le conoscenze moderne su come si crei una sentenza. La politica, infatti, nei tribunali c’è e non riconoscerlo è un errore prima di tutto concettuale.
La domanda è però pertinente quando i partiti, a fronte di candidati di altri partiti con personalità notevolmente superiori a quelle proposte dal proprio, fanno “shopping giudiziario”, neanche giocassero all’album delle figurine. Insomma, una cosa è garantire che tutti i partiti siano equamente rappresentati, un’altra è creare un corpo giudicante di scarsa qualità, ma più vicino alla propria linea, a colpi di maggioranza, come hanno fatto recentemente i partiti borghesi.

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