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Il leader della sinistra brasiliana Lula arrestato dopo aver annunciato la sua candidatura!

Il Partito dei Lavoratori (PT) al governo del Brasile in alleanza con il Partito Comunista del Brasile (PcdoB) è oggetto di attacchi sistematici da parte della destra filo-statunitense che lo accusa di massicce frodi nell’ambito dell’industria petrolifera statale Petrobras. Lo scenario politico del Paese sudamericano, parte dei cosiddetti BRICS (ovvero le nazioni economicamente emergenti), è caratterizzato da una forte polarizzazione a seguito della rielezione della presidente Dilma Roussef. Sia Dilma sia il leader del PT Lula da Silva sono oggetto di attacchi coordinati della destra per dipingerli come corrotti e minare di conseguenza la credibilità del fronte progressista agli occhi dell’opinione pubblica. Nonostante le numerose accuse, però, la commissione parlamentare d’inchiesta, incaricata di investigare sui fenomeni di corruzione nel caso Petrobras, non ha potuto finora trovare la benché minima prova sulla responsabilità dei due dirigenti politici.

 lula_dilmaIl 26 ottobre 2014 Dilma è stata rieletta Presidente del Brasile con oltre il 51,6% dei consensi. Da allora la nazione ha registrato un’importante diminuzione dei livelli di povertà, un aumento dei posti di lavoro, forti investimenti sia nell’educazione pubblica e altre misure di integrazione sociale. Il governo di Dilma ha pure lavorato per migliorare la ridistribuzione delle rendite petrolifere a favore proprio dello sviluppo sociale. E tuttavia i mezzi di comunicazione si sono scagliati contro di lei e contro il suo Partito, definito come burocratico. In realtà tali denunce hanno un retroterra politico ben preciso: alla destra brasiliana non è piaciuto l’azione di Dilma contro la malagestione di alcuni ex-direttori e dirigenti del colosso petrolifero e accuare il PT di essere all’origine della corruzione in Petrobras equivale di fatto a un depistaggio, trasformando i carnefici in vittime.

L’obiettivo degli attacchi della destra e dei suoi giornalisti è evidentemente quello di destabilizzare il PT, spaccarlo e modificare conseguentemente gli equilibri in seno alla coalizione di governo escludendo la sinistra e in particolare i comunisti, spingendo così nuovamente il Brasile sotto il controllo di Washington, attraverso un processo di privatizzazione dell’azienda petrolifera pubblica. Gli USA infatti premono affinché Petrobras non sia più nazionalizzata e, per farlo, occorre distruggerne la credibilità come azienda statale e impedire che nel 2018 il PT vinca per la quinta volta consecutiva le elezioni: se dopo Dilma tornerà al potere proprio Lula Da Silva, con il suo prestigio di ex-sindacalista, quanto desiderato da Barack Obama non si potrà però realizzare. Ecco perché non appena Lula ha espresso il desiderio di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali, la magistratura (con tempistiche più che sospette) lo ha fatto arrestare in relazione a nuovi sospetti reati di corruzione. Gli attacchi a Lula sono peraltro tutti coordinati dal Gruppo Globo, una holding mediatica di destra che collabora con il Dipartimento di Giustizia degli USA e il cui direttore, Erick Bretas, fu l’iniziatore della richiesta di empeachment di Dilma lo scorso anno.

  • Questo articolo è una versione liberamente tradotta e sintetizzata da Telesur

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