/

A quando una metro fra Locarno e Bellinzona?

Ancora una volta il Dipartimento del Territorio diretto dal leghista Claudio Zali ha dimostrato un dinamismo che in passato non c’era nell’affrontare i tanti dossier spinosi che non trovano quasi mai una soluzione in questo Cantone. Il messaggio approvato (a larghissima maggioranza) ieri dal Gran Consiglio per il credito di progettazione del collegamento A2-A13 ne è la dimostrazione.

Da troppi anni in Ticino si parla del collegamento A2-A13 senza mai arrivarne ad una. Qualcuno si ricorderà la puntata di “Matrioska” su TeleTicino dove il giornalista Bazzi sembrava aver messo tutti d’accordo, da Fabio Bacchetta Cattori a Sergio Savoia, su una variante. Poi ancora una volta tutto si arenò.

Ora sembrerebbe che sull’idea dell’interramento (almeno parziale) del collegamento ci siano larghi consensi. Quando in vista della votazione referendaria di qualche anno fa, quella tesi era sostenuta da Eva Feistman (e da qualche architetto socialista di Bellinzona), gli esponenti dei partiti borghesi la ritenevano irrealizzabile, per costi e ragioni tecniche. Fa piacere che il Gran Consiglio ieri abbia dimostrato che anche nel centro e nella destra ticinese a volte si può cambiare idea, sostenendo le opzioni più ottimali.

I funzionari di Claudio Zali (e dell’USTRA) hanno ripreso un’idea (che solo pochi anni fa era giudicata dai più come irrealizzabile!) come quella della Feistman, l’hanno rivista e corretta e l’hanno portata in parlamento facendola passare.

Dal mio punto di vista l’unico elemento che dovrebbe essere approfondito è se il collegamento debba essere ad una sola corsia per direzione di marcia, o se invece (nell’ottica di togliere traffico sull’asse Riazzino-Gerra Piano-Gudo-Sementina), non sarebbe più efficace farla a due corsie per direzione di marcia. Sarebbe assurdo che dieci anni dopo l’apertura di questo collegamento qualcuno si mettesse a rivendicare un “raddoppio” spendendo molti più soldi di quanti ce ne vorrebbero se già nella fase realizzativa questo quesito fosse risolto definitivamente!

Senza nulla togliere all’importante decisione di ieri del Gran Consiglio, non può invece essere sottaciuto che a livello di infrastrutture del trasporto pubblico niente si muove. Dopo che le FFS hanno “cassato” il progetto della nuova stazione ferroviaria di Locarno, che comprendeva anche la realizzazione di una sala per congressi e convention, tutto langue.

A mesi tutti aspettano l’apertura della galleria di base di Alptransit e tutti dormono sul fatto che i collegamenti fra Locarno e Bellinzona non potranno essere implementati, visto che gli impedimenti tecnici del binario unico fra Locarno-Cadenazzo impediscono l’aumento significativo del numero di treni che possono viaggiare su quella linea.

Piuttosto di ragionare di come massimalizzare per gli abitanti e i turisti del locarnese i possibili benefici di Alptransit, la classe politica del Locarnese ha preferito concentrarsi su altri temi, di secondaria importanza. E bisogna avere il coraggio di dirlo: il Locarnese la sfida di Alptransit, almeno per il momento, l’ha persa!

Si parla tanto di “città Ticino”, intesa come l’insieme di agglomerati urbani nel nostro Cantone interconnessi fra loro, ma abbiamo infrastrutture della mobilità del secolo scorso, senza che negli ultimi decenni si sia stati capaci di proporre un adeguato ammodernamento.

Una parte consistente dei locarnesi lavora fuori distretto (molto più che in passato, anche perché il Locarnese negli ultimi 3 decenni non ha potuto godere di una strategia di sviluppo economico ed occupazionale seria!) e nessuno ha capito che la linea ferroviaria Locarno-Bellinzona dovrebbe essere trasformata in una metropolitana fra i due distretti, con corse ogni 10/15 minuti. Per fare questo, come minimo bisogna pensare ad un raddoppio dei binari fra Locarno e Cadenazzo, o l’operazione sarà impossibile.

Locarno e il Locarnese hanno sì bisogno di un collegamento intelligente, dunque interrato fra l’A2-A13, ma anche di importanti investimenti nell’infrastruttura ferroviaria, in grado di fornire una valida alternativa all’uso dell’auto.

Nicolas Fransioli, candidato al Consiglio comunale e al Municipio di Locarno per il Partito Comunista (lista N. 5)